Palazzo Ducale bene comune, il sindaco di Tagliacozzo: “siamo a un punto di svolta”

Tagliacozzo. È vero che il Palazzo Ducale ha rappresentato per lunghissimo tempo il simbolo dello strapotere militare di due famiglie, gli Orsini e i Colonna, sotto il segno di un comando di stampo feudale, dell’oppressione e dello sfruttamento della popolazione. Ma allo stesso tempo l’edificio, che risulta già costruito e agibile agli inizi del Quattrocento e soggetto nel corso dei secoli a numerosi ampliamenti su più livelli, è anche l’emblema di un progetto urbanistico tutto nuovo: quando Tagliacozzo entra brillantemente nel pieno Rinascimento sfiorando l’opportunità, sotto il conte Rinaldo Orsini, di diventare capitale non solo “marsorum”, ma di un vero e proprio Stato dell’Italia centrale che facesse da contrappeso tra il dominio pontificio da una parte e il Regno di Napoli dall’altra.

Il Palazzo Ducale è il punto strategico per un progetto di rivalutazione dell’edificio e di tutto il tessuto urbanistico che gli ruota attorno, dai freddi e stretti vicoli del più antico insediamento altomedievale alle luminose piazze e i corsi che si snodano a valle. Per portare a termine i lavori, iniziati nel 2008 con due importanti interventi nel seminterrato e nel cortile, è disponibile ora una somma di un milione di euro grazie alle risorse stanziate dalla Regione con il masterplan 2016 per la “manutenzione straordinaria, il restauro e il risanamento” del Palazzo Ducale nell’ambito di “interventi prioritari e strategici per il territorio”; ma l’obiettivo è ottenere altri contributi per rendere lo storico edificio, oggetto di pregevoli studi internazionali, di nuovo fruibile alla cittadinanza.

Lo afferma l’assessore ai Lavori pubblici Lorenzo Berardinetti a introduzione del convegno “Il Palazzo Ducale di Tagliacozzo dalle origini ai nostri giorni. Prospettive di restauro e di riutilizzo” che si è tenuto presso le scuderie del Palazzo sabato 13 ottobre (qui il programma completo). L’assessore, firmatario della legge regionale sui Cammini per la valorizzazione dei borghi attraverso la mobilità dolce, si dice “orgoglioso” del progetto. “Tagliacozzo è un punto di riferimento per tutta la Marsica. Dobbiamo formare una rete di Comuni che sappia sfruttare le nostre bellezze”, combinando storia, tradizione e innovazione, e a questo proposito aggiunge: “entro la fine del 2019 l’intera zona sarà coperta dalla banda larga”.

Sono quattro i protagonisti che si confrontano sulla complessa tematica del restauro del Palazzo Ducale: le amministrazioni locali, la Regione, la Soprintendenza archeologica alle belle arti e al paesaggio d’Abruzzo e l’Università di Chieti-Pescara, Dipartimento di Architettura. A rappresentare la Regione, oltre all’assessore Berardinetti, il presidente del Consiglio Giuseppe di Pangrazio, che loda “il costante e giornaliero lavoro dell’amministrazione di Tagliacozzo” nella valorizzazione del proprio territorio, e ricorda i 150 milioni di finanziamento che rientrano nel Patto per l’Abruzzo: “importante individuare un sistema locale marsicano attraverso la sensibilizzazione degli enti pubblici e della cittadinanza”. Anche Rosaria Mencarelli conferma da parte della Soprintendenza il progetto di costituire una “rete di luoghi d’eccellenza” in cui il patrimonio culturale e i beni paesaggistici siano fruibili “compatibilmente con i valori artistico-architettonici degli edifici storici. È nostra volontà ottimizzare le risorse in armonia con le amministrazioni locali, valuteremo con il Mibact se svincolare altri fondi”. Tra le problematiche di non poco conto, nel difficile lavoro di recupero dell’edificio, sono le molte opere d’arte andate perdute nel corso del tempo in seguito a numerosi saccheggi: “si stima che tra affreschi, sculture e manufatti lignei, sia simasto solo il 20-25% del patrimonio artistico originario”, dichiara Fernando Pasqualone, storico dell’arte, nel corso del suo intervento.

Il primo cittadino di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio, insieme alla vicesindaco e assessore alla Cultura Chiara Nanni, Danilo Iacoboni, consigliere all’innovazione tecnologica e alla comunicazione, e la presidente del Consiglio comunale Anna Mastroddi, a nome dell’amministrazione e della cittadinanza tutta riceve gli apprezzamenti per l’attività svolta: “abbiamo adempiuto a quello che ci era stato chiesto affinché ci fosse affidato il restauro”. Ringrazia e introduce poi i convenuti e i relatori, i tecnici, gli storici, gli architetti e gli storici dell’arte che hanno ripercorso in maniera ricca e dettagliata la storia del Palazzo e degli importanti eventi di cui è stato testimone. Numerose le rappresentanze dai Comuni vicini: il sindaco di Pescina Stefano Iulianella, il sindaco di Massa D’Albe Nazzareno Lucci e il vicesindaco Pier Pinto Di Carlo, il sindaco di Castellafiume Giuseppina Pierozzi. L’obiettivo è restituire i locali dell’edificio alla popolazione, destinandolo a centro ricettivo e di aggregazione culturale. Queste prospettive sono state presentate dal giovane ricercatore celanese Mirco Crisante, autore della tesi “Palazzo Ducale di Tagliacozzo, dall’analisi al progetto di riuso”.

Da segnalare infine la lettera del principe Lelio Orsini che saluta il sindaco e la città dicendosi “rattristato per non poter essere presente”, ed elogia la “dinamicità culturale” della comunità. La lettera è stata affidata allo storico Leonardo Saviano, docente di Dottrine politiche alla Federico II e cittadino onorario di Tagliacozzo, che ha ricostruito la vicenda “singolare e stravagante” di una ricerca sul conte Rinaldo negli archivi di Napoli e del principato di Monaco, e riportata alla luce dopo cinquant’anni. Lo studioso parla in termini lusinghieri della “luce tagliacozzana” che torna a risplendere in Italia e in Europa grazie alla conoscenza della sua storia illustre e condividiamo il suo commento: “questa città riserva sorprese”.

Foto di Manuel Conti.

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