Open Rivers Programme finanzia Rewilding Apennines per ripristinare il corso naturale del fiume Giovenco

Il futuro e la tutela del fiume Giovenco, il 16 Dicembre incontro a Ortona dei Marsi
Foto Daniela Gentile

Marsica – Rewilding Apennines è lieta di annunciare di aver ottenuto un finanziamento di 157.065,00 € da Open Rivers Programme (https://openrivers.eu/) per il progetto “GIOV & GO – A free-flowing Giovenco”.

Questa iniziativa ambiziosa mira a ripristinare il corso naturale del fiume Giovenco, nel territorio protetto dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, intervenendo su cinque barriere artificiali che attualmente lo frammentano.

L’intervento, primo e unico in tutto l’Appennino, prevede la rimozione di 5 briglie (sbarramenti in calcestruzzo), situati a circa 80 metri l’uno dall’altro, e degli adiacenti muretti spondali in cemento. Oltre 11,2 km di continuità fluviale verranno ripristinatiristabilendo la connessione ecologico-funzionale lungo il profilo longitudinale del fiume. 

Quest’azione sarà cruciale per migliorare significativamente la qualità dell’habitat, favorire la biodiversità acquatica e ripariale e per sostenere l’intero equilibrio ecologico del fiume Giovenco.

La presenza di barriere artificiali è considerata una delle principali minacce cui è sottoposta la biodiversità acquatica e ripariale a livello globale. Le barriere artificiali nei corsi d’acqua compromettono significativamente gli ecosistemi fluviali, causando la perdita di habitat, alterando la distribuzione di sedimenti e nutrienti e concentrando gli agenti inquinanti.

L’iniziativa progettuale aderisce pienamente all’indirizzo delle politiche europee, finalizzate da tempo ad orientare la gestione dei corsi d’acqua tutelando attivamente la biodiversità e ripristinando la connettività ecologica. Questo è inoltre uno degli obiettivi fondamentali della Strategia Europea per la Biodiversità, che mira a ristabilire lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030.

I molteplici benefici dell’iniziativa

Garantire al fiume di tornare a scorrere libero determina notevoli opportunità sia ecologiche sia socioeconomiche.

  • Ripristino della connettività fluviale: la rimozione delle barriere consentirà il libero flusso delle acque, facilitando la presenza e gli spostamenti di specie acquatiche autoctone protette e vulnerabili all’estinzione, come il gambero di fiume e la trota mediterranea. Anche la vegetazione ripariale avrà l’opportunità di recuperare il proprio spazio, producendo effetti positivi a cascata su molte altre specie animali, prima tra tutte la lontra europea, che sta lentamente ricolonizzando in modo spontaneo il territorio, così come uccelli, insetti e mammiferi, che trarranno beneficio dal ripristino degli habitat naturali e da un ecosistema più sano e connesso.
  • Miglioramento della morfologia del fiume: lo smantellamento di alcune difese spondali rigide consentirà al fiume di riprendere i suoi processi naturali di erosione e sedimentazione, ricreando anse e habitat diversificati. La rimozione degli sbarramenti, che attualmente trattengono i sedimenti provenienti da monte, consentirà non solo il ripristino del naturale processo di trasporto solido verso valle ma permetterà di contrastare i fenomeni di erosione localizzata indotti dalla velocizzazione della corrente che forma “cascate” nel salto dei muri, con conseguente escavazione del fondo alveo e delle sponde. In questo senso, il nuovo assetto successivo alla rimozione delle briglie invertirà la tendenza all’erosione localizzata che si è attualmente innescata a ridosso e a valle degli sbarramenti.
  • Coinvolgimento della comunità e sviluppo sostenibile: l’iniziativa punta anche a rafforzare il legame tra il fiume e la comunità, valorizzandone la bellezza e l’importanza dell’area. Attraverso attività educative e di sensibilizzazione sarà possibile accrescere la consapevolezza sull’importanza degli interventi attuati per il miglioramento dell’ecosistema fluviale e su quanto le comunità possano beneficiarne anche dal punto di vista economico, per esempio con il possibile potenziamento del turismo naturalistico in tutta la valle del Giovenco.

Un fiume che scorre libero è un fiume sano

GIOV & GO è un’iniziativa di ripristino fluviale che si inserisce in un movimento globale, in cui si stanno moltiplicando interventi simili, dimostrando la necessità di affrontare questa minaccia e di correggere gli errori del passato.

L’importanza ecologica della rimozione delle barriere fluviali risiede anche nel potenziale “effetto domino” che determinerebbe. Questo intervento potrebbe cioè servire da catalizzatore per ulteriori rimozioni di barriere sia nello stesso fiume Giovenco, arrivando a ripristinare fino a 25 km del suo flusso naturale, sia in altri corsi d’acqua frammentati della regione.

“Rimuovere queste barriere permetterà al fiume di ripararsi da solo”, afferma Fabien Quétier, Head of Landscapes di Rewilding Europe. “Si tratta di un esempio di approccio del rewilding al ripristino della natura, con interventi relativamente piccoli e mirati, come la rimozione delle briglie, che sbloccano il grande potenziale degli ecosistemi di restaurarsi. Siamo molto orgogliosi di sostenere questa iniziativa innovativa e speriamo che possa essere replicata in altre zone della regione appenninica.”

Una collaborazione essenziale

GIOV & GO ha ottenuto il significativo sostegno delle principali istituzioni locali, quali il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Comune di Bisegna, oltre al supporto di Rewilding Europe, che da anni aderisce al movimento europeo dei fiumi liberi ed è tra i co-fondatori di Dam Removal Europe. L’Ente Parco, in particolare, si è reso disponibile a realizzare attività didattiche e di sensibilizzazione nella Valle del Giovenco. Il Comune di Bisegna, da parte sua, sta già attivamente contribuendo all’iniziativa, promuovendo azioni nell’ambito del nascente “Contratto di Fiume Giovenco” con i portatori di interesse locali, arricchendo ulteriormente le opportunità per le comunità.

Inoltre, per la realizzazione dello studio tecnico e del progetto esecutivo Rewilding Apennines si è avvalso di un team di consulenti tecnico-scientifici, tra i quali Giandomenico Mercuri, ingegnere ambientale, e Ileana Schipani, naturalista, i quali hanno curato ogni aspetto del lavoro. La loro consulenza è stata essenziale per garantire l’efficacia delle rimozioni e per assicurare che gli interventi rispettino sia gli standard di sicurezza sia le esigenze ecologiche del territorio.

“L’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite mira a garantire l’accesso all’acqua potabile, a migliorare la gestione sostenibile delle risorse idriche e a proteggere gli ecosistemi acquatici.”, afferma Luciano Sammarone, Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

“Oggi più che mai con i cambiamenti climatici in atto, la riqualificazione fluviale è un’operazione importante per la protezione degli ecosistemi e della biodiversità acquatica, sempre più minacciata. Auspico che questo sia solo il primo di una serie di interventi sul fiume Giovenco per riportarlo alla naturalità di un tempo. Ancora una volta la collaborazione tra più soggetti istituzionali e privati ha dato risposte al territorio dimostrando che lavorare per il bene comune è possibile.”

Perché eliminare queste briglie

La decisione di procedere con la rimozione delle barriere è stata guidata da una serie di considerazioni tecniche e ambientali:

  • Funzionamento delle opere idrauliche: gli sbarramenti realizzati in passato con lo scopo di stabilizzare l’alveo hanno oggi innescato, in diversi tratti, un fenomeno di erosione sia spondale che del fondo dell’alveo, impedendo ai sedimenti di essere naturalmente trasportati lungo il fiume.
  • Obsolescenza: il progressivo deterioramento delle strutture ha sollevato seri interrogativi sui costi della loro eventuale manutenzione, necessaria anche a garantire la sicurezza pubblica.
  • Sicurezza idraulica: è stata condotta un’analisi approfondita della sicurezza idraulica lungo tutta la vallata nell’ipotesi di rimozione delle barriere, assicurando che non ci saranno effetti collegati al rischio di alluvioni. Il progetto di rimozione delle briglie ha infatti ottenuto il parere favorevole dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino meridionale e l’autorizzazione idraulica del Genio civile della Regione Abruzzo perché è stato in grado di dimostrare che la demolizione dei manufatti non comporta un aumento del rischio idraulico nei centri abitati a valle e consente di migliorare le condizioni del deflusso idraulico nelle aree limitrofe alle attuali briglie.

Inoltre, i consulenti hanno dedicato particolare attenzione alla minimizzazione degli impatti ambientali del cantiere. Sono state quindi previste misure specifiche per effettuare gli interventi sempre fuori dall’alveo, gestire i sedimenti fluviali distribuendoli lungo il letto del fiume, non creare interruzioni nel corridoio della vegetazione riparia, gestire in modo accurato le macerie al fine di ridurre al minimo la contaminazione e la manomissione dell’ambiente interessato dai lavori.

“Sono orgoglioso di annunciare la realizzazione di questi interventi di riqualificazione fluviale,” dichiara Mario Cipollone, Team Leader di Rewilding Apennines, “che vogliono rappresentare un primo passo verso il ripristino della naturalità dei corsi d’acqua dolce, tra gli ecosistemi più minacciati della nostra regione. Una risorsa così essenziale per la vita merita di essere protetta e restituita il più possibile alle sue dinamiche naturali anche per il benessere delle comunità umane che, non a caso, si sono sviluppate proprio vicine ad essa.

Ringrazio di cuore il gruppo di lavoro che ha reso possibile un progetto che due anni fa sembrava irrealizzabile, il Comune di Bisegna e il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise per aver sostenuto fin da subito questa iniziativa e il Genio Civile Regionale per aver attentamente valutato e quindi autorizzato, con le opportune prescrizioni, l’intervento proposto! Ora non ci resta che restituire a questo tratto del fiume Giovenco la sua passata e selvaggia bellezza.”

Fonte: Rewilding Appennines

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