Nel 2024 le autostrade A24 e A25 torneranno a Toto?

Le autostrade A24 e A25 torneranno ad essere gestite da Strada dei Parchi? Ad oggi non c’è ancora nessun accordo o intesa sulla questione, tuttavia diversi fattori spingono a far pensare che questa soluzione diventi sempre più probabile. Il riaffido della Roma-Teramo e della Torano (innesto A24) – Villanova di Ceppagatti (innesto A14) alla società del gruppo Toto Holding è un tema caldo ma complesso.

Anas gestisce direttamente oltre 1.300 km di autostrade e raccordi autostradali non a pedaggio. Da luglio 2022, Anas controlla in gestione diretta anche le autostrade a pedaggio A24 e A25, in seguito a una decisione del Consiglio dei ministri che ha revocato le concessioni alla Strada dei Parchi Spa (società dei Toto) per “grave inadempimenti” e problematiche legate alla sicurezza. Ad oggi le autostrade A24 e A25 sono le uniche a pedaggio che Anas gestisce direttamente. Anas per legge non può gestire tratte autostradali a pagamento, perchè secondo una norma europea ci sarebbero degli evidenti conflitti di interesse. Di fatto il controllo sulle concessioni autostradali è esercitato dal MIT. Per cui la decisione del governo Draghi che diede ad Anas la gestione dell’autostrada prevedeva massimo 2 anni per poi essere passata ad altro concessionario.

La data chiave è il 31 dicembre 2023, infatti la norma del Governo Draghi in questa data prevedeva il subentro ad Anas da parte di una newco, che sarebbe dovuta appartenere sempre al gruppo Anas, per gestire le società concessionarie di tratte a pagamento. Ad oggi la nuova società non è ancora stata costituita e con l’avvicinarsi della del 31-12-23 l’ipotesi di un riaffido a strada dei Parchi acquista sempre maggiore probabilità.

La situazione attuale è problematica anche a livello sociale. Nel momento in cui è stata tolta la concessione a SdP la società del gruppo Toto è stata privata di tutti i ricavi generati dai pedaggi, tuttavia sono rimasti i debiti da saldare. Da agosto 2022 la società del gruppo Toto è in una situazione di gestione concordataria: il tribunale civile di Roma – sezione fallimentare ha nominato 3 commissari per gestire Strada dei Parchi Spa. La società è stata dunque privata della concessione ma con una serie di debiti verso società esterne e fornitori, ma anche infragruppo, cioè verso società interne al gruppo Toto. La gestione controllata ha messo in crisi il gruppo Toto, che conta circa 1100 dipendenti, e si sono verificati anche ritardi con l’erogazione degli stipendi.

I tribunali hanno assolto i vertici di Strada dei Parchi dalle accuse che il governo Draghi mise alla base della revoca in quanto i fatti non sussistono. Al tempo stesso il Tar di Roma ha mandato alla corte costituzionale, che si pronuncierà ad inizio 2024, la legge del governo Draghi che ha stabilito la revoca poichè ritiene che ci siano dei profili di incostituzionalità.

Da sottolineare il fatto che se venisse applicata la legge della revoca, quindi se Strada dei Parchi non dovesse riprendere la gestione delle autostrade, comunque dovrà essere riconosciuto l’indennizzo alla Toto Holding rispetto agli investimenti fatti e non recuperati (circa 1,1 miliardi) ancora non pagati, il blocco delle tariffe dal 2017 ed i mancati ricavi da covid che, come a tutte le concessionarie, lo stato aveva riconosciuto anche a Strada dei Parchi. I commissari del tribunale civile di Roma a luglio 2023 hanno stabilito che applicando la legge del Governo Draghi a Strada dei Parchi deve essere riconosciuta una cifra tra i 2 miliardi e 100 milioni ed i 2 miliardi e 300 milioni, ma nel frattempo che la cifra esatta venga definita bisogna erogare una provvisonale di 500 milioni di euro. Il nuovo governo sta quindi svolgendo delle sue analisi su quale via intraprendere. L’articolo 14 del collegato fiscale che questa settimana è in discussione al senato prevede di rifinanziare il fondo di 150 milioni, previsto da Draghi, per pagare Strada dei Parchi. Non è inverosimile che il governo stia cercando una via d’uscita alternativa e bonaria. Se venisse annullata la revoca lo Stato dovrebbe pagare i 500 milioni stabiliti dal tribunale civile di Roma, ma risparmierebbe dagli 1,6 ai 1,8 miliardi di euro.

I primi segnali di apertura ad un eventuale riaffido sono stati mossi dal MIT e dal vicepremier e ministro dei trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini quest’estate. Più volte aveva analizzato il dossier sulla A24 e A25, discutendo il tema anche in diverse riunioni. “L’obiettivo di Salvini è tornare a investire sull’autostrada (sia per manutenzioni ordinarie che straordinarie), ripristinare stabilità e certezze a centinaia di lavoratrici e lavoratori, offrire finalmente risposte concrete ai sindaci, salvare l’interesse pubblico e avere la garanzia non ci siano aumenti delle tariffe e anzi possibili riduzioni e agevolazioni su alcune tratte. Non solo: c’è l’impegno per una soluzione positiva degli oltre 100 contenziosi aperti nei confronti dello Stato” aveva fatto sapere il MIT in una nota condivisa anche dalla Lega – Noi con Salvini, aggiungendo che tra le misure valutate c’era anche l’annullamento del revoca e il riaffidamento della gestione con un conguaglio economico da riconoscere.

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