Celano – «Se non chiudi la bocca a parlà male di mie figlie quando esco ti vengo a trova… Vi chiedo scusa non lo fat a post».
E’ questo un messaggio inviato dall’account di Facebook di Luigi Antidormi, 33enne di Celano, che ha fatto aprire a suo carico un nuovo fascicolo, che si va ad accumulare a numerosi altri e per cui il 22 settembre prossimo, dovrà comparire davanti al giudice di pace di Avezzano, Paolo Sardini.
Antidormi ha inviato questo messaggio a Maria Paola Zaurrini, la cugina di Marco, il 15enne investito e ucciso dall’auto guidata da Antidormi, a maggio dello scorso anno. Un messaggio che non nasconde un tono i minaccia e che ha gettato nello sconforto un’intera famiglia che ha poi chiesto l’intervento dei carabinieri, per essere “protetta”.
Zaurrini ha informato dell’accaduto i militari della stazione di Celano e così il comandante Pietro Finanza ha redatto una dettagliata informativa che poi è finita in procura, davanti a un pm. Ad aggravare la situazione, come diligentemente messo per iscritto dai carabinieri, è il fatto che Antidormi è indagato per omicidio colposo nel procedimento penale in cui è trattata la morte del 15enne Zaurrini ed è una persona con «recidiva reiterata specifica e infraquinquennale» per aver accumulato una serie di reati per cui, in parte è già stato giudicato davanti a un giudice e in parte è in attesa di processo. Dopo la vicenda di maggio, Antidormi ha continuato ad accumulare denunce.
A dicembre del 2015 è stato denunciato dai carabinieri perché è stato trovato insieme a un complice in un’ex fabbrica di Celano, mentre tentava di rubare due quintali di rame. Le grida di una donna che abita in prossimità dello stabile lo fecero desistere e in quell’occasione lasciò la refurtiva. La donna e suo figlio, chiamati alla caserma dei carabinieri in un confronto all’americana, in presenza degli avvocati, non hanno esitato a riconoscerlo.
Quando è stato sorpreso nell’ex fabbrica, Antidormi da pochi giorni non era più ai domiciliari (provvedimento scattato a maggio per avere investito e ucciso Marco Zaurrini) ma comunque era sottoposto alla sorveglianza speciale del tribunale dell’Aquila. Ad aprile è stato denunciato sempre dai militari dell’Arma, perché insieme al cugino si trovava in un bar di Cerchio, dove non poteva stare, perché era sotto il regime di obbligo di dimora (a Celano). Poco dopo trapelò la notizia che aveva avuto un’altra denuncia dai carabinieri, perché aveva picchiato un ragazzo di Celano, procurandogli delle lesioni, come refertato dal pronto soccorso.
I precedenti di Antidormi risalgono a tempi ben più lontani. Ad aprile del 2014, fu arrestato per furto aggravato di 41 chili di rame. Un mese prima fu arrestato mentre tentava di rubare nello stesso deposito. Per questo precedente patteggiò la pena in 5 mesi e 10 giorni. A novembre dell’anno prima venne trovato in casa con due quintali di rame e fu arrestato per ricettazione.
Più di una volta è stato accusato dell’inosservanza dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza e del divieto di uscire dalla propria abitazione dalle 20 alle 7. Soprattutto, nelle prescrizioni dettate dal giudice del tribunale di sorveglianza dell’Aquila, che lo “liberò” dagli arresti domiciliari dove era finito per la morte di Zaurrini, c’era scritto, in poche parole, che avrebbe dovuto avere una condotta corretta e responsabile, altrimenti la pena, come per legge, si sarebbe aggravata.