Mariangela morta per strangolamento: c’è un sospettato

Borgorose  – Secondo l’autopsia Mariangela Mancini, la donna di 33 anni trovata morta dopo la scomparsa a Borgorose (provincia di Rieti), sarebbe stata uccisa. In un primo momento si era parlato di suicidio: vicino al corpo, ritrovato in un bosco, una bottiglietta di acido muriatico. Ma le tracce di acido trovate nello stomaco non sarebbero state sufficienti a causarne la morte. Per questo i medici legali hanno ipotizzato come causa della morte lo strangolamento.

Le indagini proseguono quindi per capire chi avrebbe avuto interesse, un movente, per uccidere Mariangela, all’apparenza una vita regolare in un piccolo paese di provincia. Un altro elemento sembra determinante per escludere il suicidio: il corpo della 33enne è stato rinvenuto con gli indumenti in dosso asciutti, quando la notte precedente, tra il 12 e il 13 maggio aveva piovuto. Inoltre diversi testimoni affermano che in quel punto della boscaglia, la mattina precedente al ritrovamento, il corpo di Mariangela non ci fosse.

“Siamo animati dal dubbio, le indagini sono in corso, stiamo facendo tutto il necessario. Se eravamo certi del suicidio le avremmo già chiuse”, così ha il procuratore capo di Riete Giuseppe Saieva all’agenzia Ansa. “Stiamo attendendo – ha aggiunto Saieva – la perizia del medico legale. L’autopsia ha comunque evidenziato alcuni elementi che meritano un approfondimento”.
Svolta nelle indagini sulla morte di Mariangela Mancini: c’è un sospettato. Stando a quanto si apprende, l’uomo non sarebbe ancora iscritto nel registro degli indagati. Si tratterebbe di un ospite di una comunità di recupero di tossicodipendenti che si trova a pochi chilometri da Borgorose.

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