Tutti conosciamo e celebriamo la festa del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, istituita cento anni fa, nel 1919 ma resa una “festa mobile” quindi di fatto non più un giorno festivo vero e proprio, dalla legge n°54 del 5 marzo 1977.
Il 5 luglio di quest’anno è stata lanciata una petizione da Pasquale Trabucco, ripresa poi dal comitato #NOISTIAMOCONPASQUALETRABUCCO, che chiede il ripristino del 4 novembre come giorno festivo a tutti gli effetti.
Pasquale Trabucco, Ufficiale di Fanteria 100° corso e paracadutista dell’ ANPDI, è stato il primo a credere in questo progetto, riuscendo a sensibilizzare circa due milioni di persone per ridare l’importanza che merita a quella data che segna la fine della Grande Guerra e il vero completamento dell’Unità d’Italia. <<È fondamentale che tutti, giovani ed adulti, riconoscano quanto è importante il 4 novembre nella storia del nostro Paese. Questa festa è quella che più rappresenta gli italiani poiché, nel 1919, non c’erano fazioni a dividere il popolo, tutti erano semplicemente italiani.>>
Per Pasquale è sempre stato imprescindibile commemorare le vittime di quel conflitto che si sono sacrificate per la Nazione andando a combattere molto lontano dalle loro case.
Nel 2018, ha infatti percorso circa 1500km a piedi da Predoi (BZ), il paese situato nel punto più a nord d’Italia, fino al comune più a sud, Porto Palo di Capo Passero (SR) per rendere omaggio e visitare quarantaquattro monumenti in onore dei caduti durante la 1^ Guerra Mondiale, eretti nei vari paesi della penisola.
Il suo viaggio ha fatto tappa anche a Tagliacozzo, paese in cui Pasquale possiede anche una casa, fermata “obbligata” per un problema alla gamba sinistra: <<La tappa ufficiale nella Marsica era Civitella Roveto, ma a Vittorio Veneto ho subito un infortunio alla gamba e, una volta a Magliano, mi sono fatto portare da un amico in ospedale per poi riposare cinque giorni nella mia casa a Tagliacozzo. Questo stop mi ha permesso poi di continuare e affrontare tutti i kilometri che mi mancavano fino alla Sicilia.>>
Nei cinque giorni nel nostro territorio, Pasquale ha chiesto al sindaco di Tagliacozzo di firmare un tricolore proveniente da Reggio Emilia che ha poi consegnato, il 28 ottobre seguente, a Barbara de Nardi, ex assessore al centenario del comune di Vittorio Veneto, città dove sono stati celebrati i cento anni della vittoria decisiva.
Come è nata l’idea di questo lungo cammino? <<Nel 2011 partecipai ad una gara podistica di 100km, la corsa del Passatore da Firenze a Faenza e ho gareggiato con il basco di reggimento e il tricolore. Alla fine di quel percorso, stremato, ho deciso di fare questo cammino, scegliendo il 2018 come data per ricordare i cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale.>>
Il 27 marzo scorso, Pasquale, per il suo impegno ha ricevuto anche un riconoscimento politico e militare presso l’Altare della Patria e nei giorni scorsi ha assistito alla visita del presidente Mattarella nella Marsica.
<<Noi del comitato ci auguriamo di riuscire nella nostra impresa, siamo molto fiduciosi, vogliamo ridare un grande valore alla festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Se non ci riconosciamo noi come popolo, come fanno in Francia (il 14 luglio n.d.r.) e negli U.S.A. (il 4 luglio n.d.r.), come possiamo pretendere che l’Europa e il mondo intero ci riconosca come tale?>>
FOTO DI MANUEL CONTI