Avezzano. Insieme al dott.Cristiano Di Salvatore di Associazione Freedom discuteremo gli aspetti psicologici, rispetto ad uno scenario nel quale la cannabis venga legalizzata per scopo ricreativo.
Dott. Di Salvatore cosa ne pensa in merito?
E’ interessante l’uso del termine ricreativo. Anche se viene usata per scopo terapeutico, ricordiamo che è scientificamente provato che provochi danni importanti al sistema nervoso: infatti anche un uso saltuario e sporadico può generare delle vere e proprie psicosi, nei casi più gravi può portare addirittura alla schizofrenia.
Per esempio in Grand Bretagna, i ricoveri per uso di cannabis sono aumentati nel 85% negli ultimi 10 anni. Secondo il parere di illustri Psichiatri, come Robin Murray, l’uso di cannabis, anche sporadico, aumenta del 10% la probabilità di diventare schizofrenici. Nella sola Gran Bretagna, si possono contare circa 1.500 nuovi casi l’anno di persone che si sono ammalate di schizofrenia in conseguenza all’uso di cannabis.
Da ricordare che la concentrazione di principio attivo della cannabis, il THC, oggi risulta essere presente in concentrazione molto più elevata delle epoche passate. Possiamo arrivare anche al 16% rispetto al 3% di 30 anni fa.
Quali effetti genera la cannabis nel cervello di un minore?
Sicuramente sul cervello dei minorenni si possono rilevare i danni maggiori. Questo non significa che non produca altrettanti danni nel cervello dei maggiorenni.
Ricordiamo che secondo la legislazione italiana, si diventa maggiorenni a 18 anni di età. La biologia afferma che il cervello, dovrebbe raggiungere la piena maturità intorno ai 25 anni. Pertanto, statisticamente, fino ai 25 anni, l’impatto sulle strutture cerebrali sarebbe davvero devastante.
Ricordiamo infatti, che i giovani non hanno ancora una personalità strutturata, fenomeni come ad esempio “il bullismo”, potrebbero essere ricondotti all’uso di cannabis.
Con la legalizzazione, verrà debellato il traffico illecito, e di conseguenze il potere delle organizzazioni criminali?
Non credo. Un’esempio concreto e molto attendibile è quello del gioco d’azzardo: con la legalizzazione e quindi con una maggiore diffusione abbiamo assistito ad un’impennata di persone che hanno seri problemi legati al gioco d’azzardo.
In psicologia si chiama principio della massa critica: più una sostanza è diffusa e facilmente accessibile e più persone ne faranno uso. Un’esempio concreto e quotidiano è dato dal consumo di alcolici e di sigarette.
Aggiungerei che, per le organizzazioni criminali sia molto semplice e conveniente infiltrarsi nella gestione di “attività legali”.
Per le entrate erariali rappresenta un vero affare?
Direi di no. Seguendo ancora l’esempio del gioco d’azzardo, anche se l’industria del gioco rappresenta il 4% del PIL e si classifica al terzo posto dopo Eni ed Enel per volume di affari, in realtà lo Stato guadagna poco. Induce molte riflessioni il fatto che l’Iva sul gioco d’azzardo sia solo del’ 8%, rispetto al 22% ai quali sono soggetti i beni di consumo. Per il gioco on-line, la percentuale di iva è irrisoria: parliamo dello 0,4%.
Uno scenario simile si potrebbe presentare qualora la cannabis venga legalizzata.
Inoltre, in questo, non va assolutamente tralasciato un aspetto fondamentale:
Quali saranno i costi sanitari e sociali?
Lascio ai cari lettori, la risposta a questa domanda.
Vorrei solo ricordare come in Colorado, paese nel quale la Cannabis è stata legalizzata, il numero di incidenti mortali, causati dal consumo di cannabis sia aumentato in modo esponenziale; così come è aumentato in modo esponenziale l’accesso al pronto soccorso per casi di intossicazione acuta.
Il disegno di legge prevede che il 5% dei proventi annui venga investita in progetti di prevenzione per l’uso delle droghe. Cosa ne pensa?
Per rispondere a questa domanda, vorrei citare il film “Il Monello” di Chaplin.
Nel film, il ragazzino (complice di Chaplin), rompeva i vetri dei negozi con un sasso…immediatamente dopo, il vetraio Chaplin, appariva come manna dal cielo per riparare in un batter d’occhio la vetrina.