Abruzzo – Da qualche settimana circolano sui social video dell’orsa Gemma, ripresa a Scanno e Villalago, mentre passeggia per le vie dei centri abitati. In molti si sono preoccupati e ci hanno scritto perché l’orsa zoppica in modo evidente, oltre alla “solita” chiazza di dermatite che ha già da diverso tempo e per la quale è stata sottoposta a idonea profilassi ogni volta che è stata catturata in passato.
Come molti sanno Gemma è un’orsa di circa 25 anni, classificata come confidente e nota per essersi resa protagonista, a partire dal 2001, di diverse incursioni ai danni di orti, pollai, frutteti e altre strutture di centri abitati. Ha occupato un’area vitale molto vasto che comprendeva l’alta Valle del Sagittario, la Valle del Giovenco e l’alta Valle del Sangro. L’orsa, per essere monitorata e controllata, è stata dotata di radiocollare a più riprese nel corso della sua vita e si è riprodotta (anche col radiocollare!) per 3 volte (nel 2005, 2008 e 2012). In passato ha frequentato i centri abitati mostrando abituazione alla presenza di persone, ma va ricordato che la frequenza dei danni non è mai stata continuativa, né costante, anche durante le fluttuazioni delle risorse alimentari in Natura.
Per parlare di conservazione dell’orso in modo corretto e attento, oltre la conoscenza scientifica, è importante saper “leggere” il passato e il comportamento di ogni animale, senza affidarsi a facili conclusioni e semplificazioni. La lunga storia di Gemma, ci aiuta molto e offre almeno due importanti riflessioni.
1. Le motivazioni che spingono un orso ad avvicinarsi a un paese sono molteplici, anche se la carenza alimentare è considerata da molti la ragione più facile cui attribuire certi comportamenti. Gemma per lunghi anni non è stata avvistata né a Scanno né in altri paesi, tanto da far porre in apprensione molti abitanti di Scanno o Bisegna sulla sua sorte, preoccupati addirittura che l’orsa fosse morta. Gemma, anche negli anni in cui le naturali fluttuazioni alimentari riducevano la disponibilità di risorse, non si è fatta vedere da nessuno, esattamente come faceva la povera Amarena, a conferma che l’abituazione è un fenomeno molto più complesso di quanto lo si voglia descrivere.
2. La definizione “confidente” è una classificazione tecnica che non può definire pienamente il carattere di ogni singolo orso. Ci sono orsi classificati confidenti che frequentano in modo continuativo i centri abitati e orsi che nell’arco della loro vita sono stati “confidenti” in maniera molto discontinua. Gemma, ripetiamo, è scomparsa per anni senza scendere in paese.
Gemma è un’orsa di circa 25 anni, quindi anziana, che possiamo considerare come una nonna di circa 80 anni, con normali difficoltà di movimento e di alimentazione legate all’età (la dentatura sicuramente non è la stessa di quando era più giovane). In molti hanno domandato perché il Parco non abbia agito immediatamente per risolvere i problemi di salute dell’orsa, quasi come fosse un animale domestico su cui si può agire ogni volta che serve. Stiamo però parlando di un orso, un animale selvatico, abituato alla vita selvatica.
Se quando, ad esempio, si fa l’anestesia ad un animale domestico, lo si pesa per dargli il giusto quantitativo di narcotico, con un orso il peso può essere solo stimato. Inoltre, con un domestico, prima di un’anestesia si possono svolgere le analisi del sangue per capire se ci sono patologie in corso, cosa che con un orso non è possibile fare. Considerazioni, queste, che fanno ben comprendere quanto la situazione dell’orsa Gemma sia complessa. Sono, d’altronde, le stesse considerazioni che valgono per le persone, soprattutto in età avanzata, che si preparano ad affrontare un’operazione chirurgica che potrebbe avere conseguenze pesanti a causa dell’anestesia.
Tornando alle problematiche dell’orsa, la dermatite è un problema ricorrente che Gemma ha superato più volte in passato. Ben diverso il problema di deambulazione che necessita di accertamenti e approfondimenti per i quali è indispensabile la cattura e per le cui cure potrebbe essere necessario ripetere tale operazione più volte nel giro di poco tempo. Questo porrebbe ancora più a rischio la salute dell’orsa, come già specificato precedentemente. Tecnici e veterinari del Parco stanno valutando tutte le opzioni possibili, preparando anche una possibile operazione di cattura dell’orsa che permetterebbe anche la rimozione del radiocollare. In molti ci hanno anche chiesto se fosse possibile creare dei punti di alimentazione supplementare ad hoc, con l’aggiunta dei medicinali necessari per curarla.
Anche qui siamo costretti a ribadire nuovamente quanto non sia possibile trattare gli animali selvatici come fossero cani o gatti domestici.
1. L’alimentazione supplementare è una pratica che per gli orsi presenta molti rischi e pochissimi benefici.
2. Mettere medicinali nel cibo, poi, implica la necessità di sapere il quadro patologico complessivo e cosa sia più urgente curare. Questo non lo si può sapere senza catturare l’animale, riportandoci al problema di cui sopra: l’anestesia.
3. Ipotizzando anche di sapere la patologia da curare, per essere sicuri dell’efficacia delle medicine, il cibo dovrebbe essere mangiato esclusivamente da Gemma. Ma non c’è nessuna certezza che questo possa avvenire, con il rischio reale e concreto che le medicine possano essere ingerite anche da altri animali, a cui non sono destinate.
Come spesso accade insomma, la teoria risulta sempre più facile della pratica. Infine, più di qualcuno ci ha chiesto di metterla in cattività per darle le cure necessarie, ma questo significherebbe destinarla ad una gabbia, dove farle trascorrere l’ultima parte della sua vita. Questa è un’ipotesi che il Parco ha escluso subito e in modo categorico perché Gemma è un’orsa incredibile, simbolo di quella convivenza tra uomo e orso che tanti professano e pochi praticano, di cui, nonostante le mille criticità, abbiamo sempre dato merito ai cittadini dei territori che Gemma ha frequentato, Scanno in primis. Proprio per questo, e per la sua confidenza ad anni alterni, è giusto che finisca i suoi giorni libera, nel suo territorio.
Conosciamo Gemma da quanto era una giovane orsa, curiosa del mondo interno a lei. È forse l’orsa che più abbiamo seguito e che più ci ha insegnato quanto è complesso il mondo degli orsi e quanto le semplificazioni e le convinzioni errate fanno male al delicato equilibro della coesistenza tra uomini e orsi. Gemma è, a tutti gli effetti, parte delle nostre vite e per questo le abbiamo dedicato e le dedicheremo il massimo delle attenzioni, valutando il meglio per lei, nel rispetto della sua natura. Vi terremo informati dei possibili sviluppi.
Fonte: Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise