La scrittrice Maria Assunta Oddi dedica una lirica all’infanzia travagliata dal lavoro minorile

Una settimana intensa di riflessioni questa caratterizzata dalla ricorrenza della giornata mondiale contro il lavoro minorile, dall’appello del Presidente Mattarella e dal Pontefice Francesco all’eliminazione della piaga dello sfruttamento dei ragazzi e, infine, dalla “Relazione al Parlamento” tenuta, nella giornata del 14 giugno, dall’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, presso la Sala Capitolare Minerva, da Carla Garlatti.

Matteo Lancini, durante l’incontro, leggendo la lettera agli adolescenti, evidenzia come il profitto, l’individualismo, il bisogno insopprimibile di visibilità nella società globale metta in evidenza l’emergenza educativa. Il mondo adulto distratto da mille problemi è spesso incapace di mettersi in ascolto dei giovani che chiedono figure significative e credibili per i processi di una sana identificazione nei ruoli futuri sia a livello personale che sociale. Le lacune, le inadempienze, la distratta superficialità nella relazione, il disinteresse per la tutela dell’ambiente e per la promozione della cultura inclusiva degli adulti disorienta le nuove generazioni che spesso cadono nella rete della dipendenza con comportamenti auto-lesivi.
L’umanità tutta ha bisogno di responsabilità ed autorevolezza per la costruzione di una cittadinanza attiva capace di rendere ognuno cittadino del mondo. Pertanto la politica deve fare un gesto di umiltà mettendosi in ascolto dei giovani. Anche la Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescente del 1989 riconosce il diritto dei minori ad essere ascoltati a proposito delle questioni che li riguardano. Come dice Papa Francesco solo “una fanciullezza serena permette ai bambini di guardare con fiducia verso la vita e il domani”. I bisogni primari dei minori sono legati al gioco, allo studio, al senso di appartenenza ad una famiglia serena che amorevolmente si prenda cura di loro. Ascoltiamo, quindi, i giovani nelle loro richieste per cogliere messaggi e valori positivi. Ascoltiamo il racconto delle loro esperienze personali affinché possano esprimere giudizi critici motivati e confrontarli con quelli dei compagni nella certezza che solo trattando gli altri con dignità si guadagna il rispetto per sé stessi.

La precoce e improvvisa rivoluzione digitale nella comunicazione inter-personale, la violenza in ambito familiare, la solitudine e la mancanza di rapporti concreti sono tutte conseguenze della pandemia e del lockdown seguito alle misure di contenimento. A tale disagio si aggiungono i drammi secolari mai risolti che affliggono l’infanzia in molte parti del mondo: la fame, l’ignoranza e la mancanza d’istruzione, la differenza di genere tra ragazzi e ragazze, lo sfruttamento sessuale, il lavoro minorile, la povertà conseguente ai disastri naturali e da conflitti e guerre. Del resto negando ai giovani un futuro come realizzazione del progetto alla felicità si ostacola il progresso avvenire. Mettiamoci in ascolto dei nostri figli per contribuire alla concretizzazione dei loro sogni. Mai come oggi è fondamentale “Dare voce ai bambini e adolescenti, prestare attenzione alle loro idee, opinioni, proposte e aspirazioni, anche attraverso forme e spazi istituzionali”.

Durante un convegno, Roberto Fico, Presidente della Camera, ha evidenziato che: “I meccanismi partecipanti sono tanto più preziosi perché abbiamo bisogno dello sguardo dei più giovani, della loro creatività e della loro urgenza di futuro. Una società che non si apre alla contaminazione intergenerazionale è una società destinata a non andare avanti”.

Per valutare appieno il senso profondo di tali affermazioni basti pensare al contributo etico e progressista di alcuni giovani all’ammodernamento e nel contempo all’affrancamento da pregiudizi d’antichi retaggi. Tra questi ricordiamo Iqbal Masih contro il lavoro minorile, Malala Yousafzai per il diritto delle donne all’istruzione, Greta Thunberg attivista per la salvaguardia della Terra, senza dimenticare le numerose vittime anonime a cui con i diritti spesso è stata negata la vita.

Dedico questi versi a tutti i giovani affinché non perdano mai lo slancio gioioso alla speranza.

Dove vivono i bambini che non sorridono mai.

Dove vivono i bambini che non sorridono mai

Tempi incantati d’esotici fiori

Mendicanti ai mercati di cavallette e pesce

Monaci fanciulli con labbra tremanti

Voci bianche sussurrate vuote d’allegria

Mani raccolte a conca su manciate di riso.

L’innata fierezza

Della giovane spensieratezza

Assopita nell’oro luminoso

Delle mille pagode

Turbamento smarrito

D’incubo feroce

Silenzio ostinato nell’asciutto fosso

Di pozze diroccate.

Su bocche rosate d’antichi pudori schegge di luna.

Corrono parole carezzevoli di venti del sud

Lungo le vene fino al cuore

Fino a togliere il fiato.

Negli occhi penetrante 

S’accartoccia randagia

Come foglia d’autunno

L’aria pesante della notte.

Dove vivono i bambini che non sorridono mai

Stanno meglio i gatti senza fatica e senza sogni.

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