La scrittrice e giornalista aquilana, Monica Pelliccione, è stata ospite sabato 12 novembre del FLA, il Festival dei libri e altre cose di Pescara, con “Alla corte di margherita” (Daimon Edizioni). Accompagnata dall’editrice Alessandra Prospero, Pelliccione ha aperto la terza e penultima giornata del FLA che è uno degli appuntamenti più importanti del panorama letterario, che propone annualmente un’interessante selezione di scrittori e case editrici, tra i più quotati del momento.
Con “Alla corte di Margherita”, Pelliccione ha ricevuto il Premio internazionale d’eccellenza “Città del Galateo- Antonio de Ferrarsi”, insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica, con il patrocinio di Camera, Senato e della Società italiana Dante Alighieri. Il saggio, un viaggio itinerante tra la cultura e la storia di città come L’Aquila, Roma, Parma e Piacenza, legate indissolubilmente alla figura iconica di Margherita d’Austria, nel cinquecentenario della nascita della Duchessa d’Asburgo, omaggia una donna protagonista assoluta della scena politica europea. Margherita d’Austria e L’Aquila, nobildonna e regnante la prima, città dai fasti antichi la seconda, sono come un fiume carsico che emerge nell’Europa del XVI secolo: le loro vicende si intrecciano in un libro che è narrazione e ricordo, una rievocazione storica che si dipana nei secoli.
Ne è testimonianza palazzo Margherita, all’Aquila, che da “Margarita”, come si firmava nelle epistole, prende il nome. Regia Curia del Capitano nel XIII secolo, viene riprogettato da Pico Fonticulano, per accogliere la Duchessa Margherita, il 16 dicembre del 1572, nominata dal fratello Filippo D’Asburgo, Governatrice della città. Il fiorente cinquecento aquilano è un affascinante caleidoscopio di culture e stili dissimili che si fondono, alla corte di Margherita. In un’epoca caratterizzata da guerre politiche e di religione che infiammavano l’intero continente, la Duchessa Margherita divenne una pedina fondamentale nello scacchiere delle alleanze. Ben due Papi, Clemente VII e Paolo III, la legarono al papato ed alle loro famiglie.
Dalla lettera autografa al fantasma di Margherita, fino alla descrizione dei palazzi edificati in suo onore: palazzo Farnese e palazzo Madama, a Roma, “è un corollario di preziosi particolari disseminati qua e là che arricchiscono la narrazione. Il tripudio, il riconoscimento, la crescita di una città che espande la sua economia, conosce la ricchezza con tutta la vita produttiva sorretta da saldi capitali finanziari. Sotto le ali protettrici della Madama”.
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