La reliquia del beato Carlo Acutis accolta con emozione dalla comunità di Ortucchio

La reliquia del beato Carlo Acutis accolta dalla comunità di Ortucchio||||||||||||
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Ortucchio – Qualche scatto di ieri pomeriggio ad Ortucchio, in occasione dell’accoglienza in parrocchia del nuovo viceparroco padre Michel Carlot e dell’arrivo della reliquia del beato Carlo Acutis. Una celebrazione molto partecipata, alla presenza delle istituzioni civili e dei parroci delle comunità di Ortucchio, Gioia, Aschi, Lecce. Al termine della Messa, presieduta dal vescovo Giovanni Massaro, nella chiesa di Santa Maria Capodacqua di Ortucchio, una reliquia dei capelli del beato Carlo Acutis è stata esposta permanentemente.

Nei giorni precedenti sono stati diversi i momenti di preghiera, in comunione con i paesi vicini di Casale D’Aschi, Gioia, Lecce, per prepararsi all’evento. L’arrivo della reliquia, accolta dal vescovo e dal parroco padre Riziero Cerchi, è stato nella piazza del Comune, alle 18, con una breve processione fino alla chiesa parrocchiale.

«Tra qualche giorno, con 32 giovani della diocesi – ha raccontato il vescovo Massaro nell’omelia – parto per Lisbona per vivere la Giornata Mondiale della Gioventù. Desidero porre sotto la protezione del Beato Carlo Acutis questa esperienza affinché i giovani che vi partecipano, ma anche per coloro che la seguiranno da casa, possa essere una preziosa occasione per scoprire quanto sia bello amare Gesù e quanto sia importante averlo come proprio compagno d vita. Carlo Acutis mostra ai ragazzi che la santità è una meta raggiungibile da tutti e non qualcosa di astratto o riservata a pochi».

Il beato Carlo Acutis aveva 15 anni quando, il 12 ottobre 2006, fu stroncato da una leucemia fulminante. Quello che sorprende di più, nella storia di Carlo, è come abbia saputo essere profondamente originale: offrendo a tutti quelli che lo hanno conosciuto il ritratto di un’eccezionale sorridente normalità. Carlo, classe 1991, era un ragazzo come tutti gli altri, e allo stesso tempo faceva cose fuori del comune.

Suonava il sassofono, e insegnava catechismo ai bambini. Giocava a pallone con gli amici e faceva volontariato alla mensa dei poveri. Si divertiva con i videogiochi e usava Internet per fare opere di apostolato. Progettava programmi al computer e aiutava i bambini in difficoltà con i compiti. Illuminato, acceso, animato da una fede straordinaria, capace di coinvolgere e ispirare gli altri all’azione. Colpito da una forma di leucemia fulminante, visse come prova da offrire per il Papa e per la Chiesa. Morì il 12 ottobre 2006 nell’ospedale San Gerardo di Monza.

Fonte: Diocesi dei Marsi

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