Il Sei Nazioni 2016 è stato molto probabilmente il punto più basso nella storia del rugby italiano. La nostra Nazionale è apparsa come un vaso rotto in mille cocci e difficile da riassemblare e da mettere apposto. Perché il 67-14 con il Galles è un risultato davvero fin troppo pesante. Anche se davanti hai dei veri e propri fenomeni e maestri della palla ovale. Difficile stabilire di chi siano le colpe o, ancor meglio, in cui misura distribuirle e suddividerle. Fatto sta che a pagare, come sempre accade nello sport, è stato l’allenatore. È terminata quindi l’era di Jacques Brunel, che, a essere profondamente sinceri, è stata del tutto avara di soddisfazioni ed emozioni. L’unica nota lieta è stata la qualificazione alla Coppa del mondo del 2019, che si disputerà in Giappone, ottenuta con il terzo posto nel proprio girone.
Ma ecco che, da marzo, è ufficialmente iniziata l’era dell’Italrugby targata Conor O’Shea. Irlandese, 46 anni, vincitore di un titolo di campione inglese con gli Harlequins nel 2010, il nuovo CT avrà il compito di ricostruire e rifondare. Ed è proprio per questo che in questi giorni è in programma un raduno a Roma in vista dei Cariparma Test Match di novembre. Amalgamare, fare gruppo e conoscersi: è questo il principale obiettivo e compito. I 24enni Giulio Bisegni e Braam Steyn sono le principali novità di queste convocazioni. O’Shea sembra puntare quindi sull’importante apporto dei giovani.
“Il loro entusiasmo e la loro voglia di mettersi in mostra possono rappresentare un’arma importante. Ampliare la rosa di atleti a disposizione della Nazionale è uno degli obiettivi, e questo primo tour può essere un momento importante per offrire ad alcuni giovani che si sono messi in evidenza nel corso della stagione la chance di mettersi alla prova al massimo livello di gioco e di cominciare ad inserirsi in un gruppo che vanta una solida esperienza internazionale”, queste le sue prime parole il giorno della conferenza di presentazione. Idee molto chiare quindi.
L’appuntamento più importante sarà, senza alcun dubbio, il 6 Nazioni 2017. Non è un caso che, osservando le quote Bwin, ci si rende conto che l’Italia è considerata la più debole del torneo. La grande favorita è e rimane l’Inghilterra, vincitrice della passata edizione. Occhi puntati su Owen Farrell, miglior marcatore lo scorso anno. Subito dietro ecco il Galles di George North, alla ricerca del successo numero 38. Queste due Nazionali sembrano avere qualcosa in più rispetto alle altre. Il ruolo di outsider spetta all’Irlanda e alla Francia. D’altronde non va dimenticato che l’ultimo trionfo dei britannici risale solo a due anni fa.