“L’influenza è partita a razzo e fa paura”, gli scienziati lanciano l’allarme

L’influenza corre in Italia. Gli ultimi dati del rapporto Influnet parlano di 762mila italiani a letto solo nell’ultima settimana. Dati che spingono gli scienziati a lanciare l’allarme. Per l’influenza sarà «una stagione a intensità molto alta, con un picco che potrebbe arrivare in anticipo. Anziché a gennaio-febbraio, nelle settimane di inizio anno». Lo dice Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute, intervistato dal Corriere della Sera e La Stampa.

Niente cambia «dal punto di vista della sintomatologia che dura in media cinque giorni. Febbre molto alta che sale rapidamente, dolore alle ossa, mal di gola, raffreddore, inappetenza – spiega Rezza -. Anche le cure non cambiano. Prendere antipiretici per abbassare la temperatura, bere molto, riposo e no antibiotici a meno che non siano indicati dal medico di fronte al sospetto di una complicazione batterica. Ricordiamo ancora che gli antibiotici non funzionano contro i virus».

La vaccinazione, continua Rezza, è «molto utile» e «va raccomandata ad anziani, per i quali è preferibile la formulazione adiuvata, e fragili. Si può fare tranquillamente assieme alla quarta dose anti Sars-CoV-2, è consigliata alle donne in gravidanza. Per questi gruppi di popolazione è gratuita».

Per quanto riguarda il Covid «i casi si sono stabilizzati rispetto alla scorsa settimana, non si è registrato un aumento. Ma resta l’importanza di vaccinarsi».

Rispetto all’annuncio del ministro della Sanità sul fatto che gli asintomatici dopo 5 giorni possano uscire dall’isolamento domiciliare senza tampone, Rezza suggerirebbe «che una volta finito l’isolamento gli asintomatici indossino le mascherine. Certo che per incontrare persone fragili il test lo farei comunque»

«Sotto i 5 anni c’è stata un’impennata a 40,8 casi per mille rispetto a 29,6 della settimana precedente – afferma ancora Rezza – I più piccoli, specialmente da 0 a 2 anni, in pratica non hanno incontrato mai questi virus perché hanno trascorso gli ultimi due inverni a casa o con le scuole chiuse. L’influenza in quelle stagioni ha fatto fatica a diffondersi. Sono quindi molto esposti al contagio».

Il 118 sta registrando, in queste ultime settimane, un aumento delle chiamate e degli interventi per Covid-19. Lo riferisce all’Adnkronos Salute Marzio Balzanelli, presidente nazionale Sis 118, sottolineando che «i ricoveri sono in crescita, come testimoniano i dati, ma l’espressività clinica di queste varianti in circolazione è minore rispetto al passato, con meno casi gravi».

«La situazione peggiorerà con il freddo – avverte Balzanelli – e non ci aiuterà la circolazione dell’influenza, con il picco previsto fra dicembre e gennaio».

Una tempesta perfetta che rischia di mettere a dura prova l’emergenza-urgenza sul territorio. «Restiamo in allerta e pronti a fronteggiare ogni evenienza, sulla base dell’esperienza maturata in questi anni», conclude.

Bassetti: «Influenza è partita a razzo e fa paura»

I dati del rapporto Influnet, 762mila italiani a letto solo nell’ultima settimana, ci dicono che «l’influenza è tornata peggio di come ci aveva lasciato nel 2019 ed è partita a razzo, siamo tornati alla forza propulsiva dell’influenza del 2009 con numeri alti anticipati rispetto alla stagione. Abbiamo numeri importanti già a fine novembre. Sicuramente oggi fa paura anche per tutto quello che si porta dietro con una quantità di virus paninfluenzali, patologie da pneumococco e anche polmoniti. Qualcuno dice rimettiamo le mascherine, io dico assolutamente no. Questi microorganismi devono circolare e hanno sempre circolato, ci dobbiamo proteggere ma come? Ad esempio, abbiamo perso molto la copertura per lo pneumococco, la vaccinazione da polmonite, ma anche quelle per l’influenza». Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale Policlinico San Martino di Genova.

La curva influenzale «continuerà a crescere perché questo è solo l’inizio”, avverte l’infettivologo. «Oggi l’incidenza è altissima tra i bambini piccoli, ma dove arriveranno gli adulti e poi i nonni. I primi perderanno qualche giorno di scuola ma i nonni finiranno in ospedale? Gli anziani – suggerisce in conclusione Bassetti – in queste due settimane che ci separano dal Natale invece di correre a fare i regali correre a fare il vaccino antinfluenzale».

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