Inchiesta Santa Croce, il 27 si aprono le buste, Di Nicola rassicura: “Il vincitore dovrà essere in regola con tutto”

Canistro. Ecco una nuova puntata nella vicenda della Santa Croce di Canistro, la fonte di acqua minerale che finisce nelle bottiglie lavorate dallo stabilimento omonimo che si trova a Canistro.

Ieri sera, l’ufficio comunicazione dell’azienda ha diramato una nota alla stampa in cui chiarisce che il Tar che si sarebbe dovuto esprimere sulla richiesta di sospensiva in merito al nuovo bando redatto dalla Regione Abruzzo, muovendosi alla luce del ritiro della richiesta da parte di Camillo Colella, ha dichiarato che entrerà nel merito a febbraio.

Questa è la nota: Il Tar dell’Aquila, riunito oggi, ha fissato per il prossimo 8 febbraio l’udienza di merito in relazione al ricorso presentato dalla Santa Croce Spa contro il bando per la concessione della sorgente Sponga di Canistro (L’Aquila) lanciato dalla Regione Abruzzo, scaduto lo scorso 15 dicembre.

I giudici amministrativi hanno agito alla luce della rinuncia alla sospensiva da parte della società del patron Camillo Colella, fissando, però, il merito nel giro di poco più di un mese.

Nei primi giorni di dicembre, esaminando l’istanza della società di Colella, lo stesso tribunale amministrativo aveva ordinato alla Regione di ricevere le domande di partecipazione, che sono state quattro, ma di non visionare le proposte.

Questa prescrizione viene meno in seguito al nuovo pronunciamento del Tar: ora la dirigente del servizio Risorse del territorio e attività estrattive della Regione, Iris Flacco, potrà quindi riattivare il percorso per arrivare all’assegnazione della concessione.

Colella sottolinea che “rispetterò quanto deciso dalle istituzioni, fiducioso che si arrivi a stabilire la verità in questa complessa e problematica vicenda che ha causato numerosi inconvenienti all’azienda, all’indotto, ai sindacati e ai dipendenti”.

Il Tar, al quale si era rivolto il Comune di Canistro, aveva già annullato il bando circa un anno e mezzo fa.

Nel ricorso presentato dalla Santa Croce sono stati evidenziati diversi profili di illegittimità: in particolare, i legali della Santa Croce, Roberto Fasciani del foro di Avezzano (L’Aquila) e Giulio Mastroianni del foro di Roma, hanno denunciato anche l’assenza della Valutazione di impatto ambientale (Via) e del Piano di tutela delle acque che la Regione avrebbe dovuto adottare in via preventiva proprio in ossequio alla sentenza dello scorso anno.

Questo vuol dire che il 27 dicembre, come da “tabella di marcia”, la Regione aprirà le buste in cui sono state presentate le candidature per ottenere la concessione della fonte Sant’Antonio Sponga.

Il giorno prima della decisione del Tar, a Canistro è arrivato Maurizio Di Nicola,  consigliere regionale, il quale, con carte alla mano, ha illustrato ai lavoratori la nuova legge che disciplina le concessioni dell’acqua minerale, approvata in consiglio regionale a tempi di record. La legge di fatto decreta la decadenza dalla concessione per chi non è in regola con i pagamenti ai dipendenti, per chi non adempie a tutti gli oneri fiscali e chi non paga i contributi.

Al bando hanno partecipato quattro aziende. Una di queste è quella di Camillo Colella, la Beverage Italiana. Una delle domande al consigliere da parte degli operai è stata: “Cosa accadrà se la commissione giudicatrice sceglierà l’azienda che fa capo a Colella?”.

Di Nicola ha spiegato che nulla impedisce a Colella di vincere il bando. In questo discorso c’è da distiguere Srl, Spa, persone fisiche e tutto il resto… “La nuova legge sarà pubblicata ai primi di gennaio”, ha detto il consigliere regionale, “ma la commissione non potrà di certo non tener presente i suoi dettami. Anche perché poi, se risultasse dopo l’aggiudicazione, che l’azienda vincitrice non sia in regola con tutti gli adempimenti fiscali, ci sarebbe la decadenza”.

Mentre a Canistro era in corso la conferenza stampa con Di Nicola e il sindaco Angelo Di Paolo, in Molise si svolgeva un vertice in Regione. L’imprenditore Colella è stato infatti diffidato dalla Regione Molise. In Molise è in corso l’imbottigliamento e sulle etichette è cambiata la denominazione della fonte. Si nomina ora Castelpizzuto e fonte Castellina. La scritta è sempre quella Santa Croce (Colella è il proprietario del marchio) e dietro le immagini dei bambini c’è scritto Fonte Sponga ma Colella ha sostenuto davanti ai dirigenti della Regione Molise che si tratta per la sua azienda solo di pubblicità. Fatto sta che esiste un decreto legislativo, sicuramente a cui poi sono state apportate modifiche (n.176 dell’8 ottobre 2011) in cui si legge chiaramente che “Non è consentita alcuna variazione di denominazione di un’acqua minerale naturale” a meno che non sia stata fatta una modifica del decreto di riconoscimento. La pena? Una multa, di diverse decine di migliaia di euro, all’azienda che lo fa.

Diverse le domande rivolte al consigliere regionale Maurizio Di Nicola, su quanto è accaduto e sta accadendo a Canistro, con la vicenda Santa Croce.

L’attenzione della politica sullo stabilimento della Valle Roveto è arrivata solo dopo un vertice in prefettura, sollecitato da un’emergenza nell’ordine pubblico: gli operai si sono messi per settimane davanti ai cancelli con scioperi e proteste. Da qui allo stabilimento sono arrivati i carabinieri di Nas, Noe, della compagnia locale, fino a un sequestro penale ordinato dalla procura della Repubblica di Avezzano (ipotizzato reato di danneggiamento).

Da dicembre dello scorso anno, in un carteggio “infinito” la Regione ha certificato che Colella stava imbottigliando con una concessione scaduta. I dirigenti della Regione sono arrivati a Canistro solo quest’estate.

Abbiamo chiesto a Di Nicola come è stato possibile. Cosa è mancato alla Regione per un intervento più tempestivo. “Come consigliere regionale”, ha spiegato Di Nicola, “posso dire che quello che era in mio potere fare l’ho fatto. E cioè scrivere una legge che colmasse un vuoto normativo e farla approvare anche in termini molto celeri. Non si può negare che spesso tra gli uffici della Regione c’è una comunicazione poco efficace, che spesso i tempi si allungano e che forse qualcosa è mancato. Ma sono un avvocato e non sta nel mio ruolo parlare di questo. Priorità del presidente D’Alfonso è anche quella di riorganizzare gli uffici e il personale ma spesso queste cose dall’esterno non si vedono”.

Poi ce la questione dell’inchiesta dei carabinieri sul vecchio bando. Quello che Colella s’era aggiudicato con tutta facilità e che poi invece è finito in mezzo a un vortice di polemiche. La Procura di Avezzano ci ha messo mano. Chi lo ha scritto? Il bando era in piena regola?

Il consigliere regionale ha detto che tante di queste domande andrebbero fatte all’assessore di riferimento e che si è aggiornato sugli articoli di giornale su quanto stava accadendo. Quelli della nostra testata.

Secondo Di Nicola un giudice di un tribunale non potrà mai negare al territorio di Canistro di dare il nome a un’acqua minerale che porta lo stemma anche del Comune da cui sgorga l’acqua. In pochi, però, si saranno accorti che intanto quello stemma che stava sulle bottiglie è cambiato e al posto di un leone bianco c’è un cane nero e quindi di fatto Colella non sta utilizzando più lo stemma di Canistro. Anzi lo stemma l’ha tolto proprio,anche se il sito dell’azienda a oggi ancora non è aggiornato. “Non permetteremo a nessuno di sfruttare un bene pubblico, di guadagnarci”, ha concluso il consigliere regionale, “anche alle spalle dei lavoratori espressione di questa terra, senza che nulla venga dato in cambio. Nel senso che chiunque sfrutti un bene pubblico, che tra qualche anno varrà ancora più del petrolio, non può farlo senza pagare stipendi e tasse”.

 

 

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