Che è mai? Una minestra di zucche si comprende, si signore: ma una
illuminazione con le zucche! — Abbiate pazienza. —
Andiamo alla festa di san Martino in Ortucchio.
La vigilia a notte, figuriamoci di stare in mezzo a un vero baccano.
Bacco e qualche altra deietà domina la festa,
I giovinastri del paese ci ai sono preparati per tempo.
Ciascuno tiene in serio una zecca vuota.
“In Germania, dice il De Gubernatis, alla sposa o allo sposo in fallimento si dava un corbello vuoto; nella Piccola Russia, una zucca equivalente a cosa vuota”.
In Ortucchio, alla vuota zucca si fanno dei buchi a forma di occhi.
Dentro vi si adatta una candela. Nel cocuzzolo si liegano
duo corni più o meno lunghi.
L’ operazione si compisce con infilare a un palo la cornuta zucca.
Fatto notte, si accendono le candelette di questi strani lanternoni (forse i cerei dei saturnali), e si gira per paese al grido di Viva San Martino! Viva le corna!
E io con un corno vi caverei un occhio! Se mi fosse lecito