Il Soprano Chiara Tarquini, uno dei nomi più promettenti della lirica italiana

Marsica – Chiara Tarquini è uno dei nomi più noti della musica colta italiana. Attualmente studentessa universitaria presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della G. D’Annunzio di Chieti.

 Nonostante la  giovane età  di soli ventiquattro anni, il suo curriculum musicale è già molto lungo e vanta  importantissime collaborazioni artistiche.

Inizia a studiare privatamente il pianoforte a sei anni di età  nel 2000, con il celebre Maestro Lindita Hisku.

Dal 2011 al 2015 passa al  canto lirico e insieme ad  Hisku la  sua insegnante sarà Marianita D’Orazio. Attualmente studente della Crossover Academy di Pescaracon i maestri Umberto De Baptistis e Piero Mazzocchetti.

Allora Chiara, come è iniziata la passione per la musica?

“E’ stato un lungo tragitto, iniziato in verità prestissimo a soli 12 anni con  la lirica.

La mia passione è stata incentivata e ha trovato uno sviluppo concreto grazie a  mia nonna. Già lei aveva una forte propensione per il canto, ed era bravissima… ascoltandola ogni giorno  iniziai ad appassionarmi sempre più.  Poi dopo con gli studi  di pianoforte, intorno a 17 anni si è di fatto affermata.

Quando ti sei accorta di essere una Soprano Lirico ?

“…Il percorso che mi ha condotto ad essere un soprano è stato molto lungo nel tempo.

La voce che si ha da piccini non la si può considerare timbricamente definita.

Solo andando avanti con gli anni e soprattutto con i durissimi studi, a forza di ricercare in me stessa  con l’aiuto degli inseganti ho scoperto di essere effettivamente  un Soprano lirico dal tipico timbro squillante.

Non a caso nel mio repertorio spiccano soprattutto opere pucciniane come  le arie di “Mimi” e di “Musetta” de “La Bohème”

Oltre ovviamente, agli altri grandi compositori classici come Charles Gounod, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi e poi Wolfgang Amadeus Mozart.”

Quali sono state le più recenti collaborazioni artistiche?

“Anzitutto collaboro da due anni con l’Associazione Culturale della Banda di città di Celano. Con loro ho inciso il CD -Banda all’Opera.-  Abbiamo fatto tappe molto importanti in tutta Italia, l’appuntamento più suggestivo con loro resta  il concerto a Firenze in Piazza della Signoria… immersi nel Rinascimento e stracolmi di pubblico.

Oltre la Banda della Città di Celano, ho a cuore le due collaborazioni al Teatro Caniglia di Sulmona in occasione del bimillenario ovidiano: la prima data fu con la “Lectura Ovidii” di  Michele placido a Febbraio, la seconda sempre su Ovidio in occasione della presentazione del libro “Con Ovidio la felicità di leggere un classico“ del professore di Lettere dell’università di Oxford, Nicola Gardini.

Altro evento molto importante e singolare per la mia carriera, fu  l’invito ad un concerto privato nella villa della famiglia Pelino, a Giugno di quest’anno !

Come vivi questa complessa arte e soprattutto come la trasmetti al  pubblico durante i tuoi  concerti?

“Per me  l’esibizione è sempre un momento di grandi e forti emozioni.

Ogni artista cerca di compiere il complesso transfert emozionale  da sé al pubblico, ed è proprio questo che definisce la nostra  bravura e  capacità… Questa resta la cosa più difficile del nostro lavoro ma anche la più bella !

Certo, abbiamo il vantaggio di praticare un mestiere che ha come unico movente la passione e l’ardore, senza questi due motivi non si può fare Arte, sono assolutamente necessari ! 

 Amo ripetere nei miei concerti che l’Arte non si fa, ma si vive; solo dall’unione tra  passione, talento e  tecnica si può trasmettere l’Essenza, che è il fine e lo spirito  dell’arte… o anzi è essa stessa l’Arte.

La musica poi per me, resta uno stile di vita oltre che l’unico linguaggio universale !

C’è un trucco nel riuscire in questo ?

Il trucco è che bisogna avere anche   un buon carisma scenico per far presa ! Questo  aiuta molto nel trasmettere le  emozioni a chi ascolta … poi il resto lo fa la musica !

La soddisfazione più grande del mio lavoro resta quella di conquistare  l’applauso del pubblico… perché solo con quello si arriva a sentire la vera condivisione delle emozioni.

Quegli istanti che precedono l’applauso quando sto per concludere con un acuto, e con la coda dell’occhio vedo sommessamente   il pubblico quasi impietrito e preso… ecco quello è il bello e il fine dell’arte per un’artista… sono grandi soddisfazioni !  

A chi ti ispiri ?

“ A Maria Callas, una divinità della lirica del passato !

Per quanto riguarda i moderni invece, nutro molta stima  per Netrebko oltre che per la voce, appunto  per il carisma scenico.

Anche Angela Gheorghiu apprezzo molto, di lei mi piace la profondità e la rotondità del suono.

Ci tengo a fare una precisazione però: secondo me avere dei modelli di riferimento è assolutamente necessario per la crescita professionale… Però non bisogna imitarli, ma al contrario interpretarli ed assorbire tutto ciò che c’è da assorbire.

La musica poi,  resta l’arte più bella e più potente del mondo.

Io confermo assolutamente quanto  avrebbe detto il filosofo Nietzsche “la vita senza la musica  sarebbe un errore.”

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