Il prezzo dei carburanti continua a lievitare, sfondato il muro dei 2euro a litro per il servito: la rabbia dei camionisti: “1200euro per un pieno, impossibile proseguire così”

Continua la crescita dei prezzi di benzina e diesel. Dopo il tonfo di martedì, ieri si è registrato un rimbalzo delle quotazioni dei prodotti raffinati. I prezzi alla pompa di benzina e gasolio continuano a salire, mentre il Brent punta di nuovo i 92 dollari.
Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina IP e Tamoil hanno aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati. Secondo l’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise , il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self cresce a 1,831 euro/litro (ieri 1,826), con i diversi marchi compresi tra 1,821 e 1,853 euro/litro (no logo 1,808). Il prezzo medio praticato del diesel self va a 1,707 euro/litro (ieri 1,702) con le compagnie posizionate tra 1,701 e 1,716 euro/litro (no logo 1,692).

Quanto al servito, per la benzina, sottolinea il comunicato, il prezzo medio praticato sale a 1,964 euro/litro (ieri 1,958) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 1,899 e 2,054 euro/litro (no logo 1,856). La media del diesel servito aumenta a 1,844 euro/litro (ieri 1,838) con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,780 e 1,918 euro/litro (no logo 1,739). Infine i prezzi praticati del Gpl vanno da 0,819 a 0,834 euro/litro (no logo 0,812), e il prezzo medio del metano auto si posiziona tra 1,790 e 1,840 (no logo 1,752), con il valore massimo in crescita. Intanto monta la protesta dei camionisti.
«Milleduecento euro per un pieno, pochi mesi fa erano 300, non è possibile andare avanti così». Marco Riccobelli è titolare della ditta di autotrasporti Riccobelli Srl e presidente Fai Conftrasporto Roma e Lazio. Ha 23 camion e altrettanti autisti, ma a causa del caro carburanti ne ha già dovuti fermare due. Come lui migliaia di autotrasportatori di tutta Italia che chiedono un intervento immediato al governo. «Intanto – dice Riccobelli – bisognerebbe togliere le accise, ormai fuori tempo e senza più senso». L’autotrasporto non si è mai fermato, neanche nei mesi più duri della pandemia, «ma non abbiamo ricevuto ristori o sostegni, e i costi si sono moltiplicati».
La Unatras, la federazione nazionale che riunisce tutte le sigle dell’autotrasporto, ha scritto al governo lanciando l’allarme e chiedendo risposte al prossimo incontro fissato il 17 febbraio con la viceministra ai Trasporti Teresa Bellanova. «Quello che si è abbattuto sul mondo dell’autotrasporto è un ciclone spaventoso – si legge nella lettera -. Il malcontento è diffuso nei territori tra le imprese e sta generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate», avvertono le associazioni.

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