Il piacere di leggere

Ci sono piaceri, nella vita, che vanno assaporati lentamente. La lettura è uno di questi, non condiviso da tutti ma essenziale per molti. La parola “Biblioteca” deriva dal greco “ bibliothèke” che vuol dire luogo dove si conservano i libri. Forse la prima biblioteca risale a circa quattromila anni fa: sembra che sia stata fondata a Tebe, grazie al re d’Egitto Osimandia, nel duemila avanti Cristo. Egli la considerava un luogo sacro e l’aveva fatta chiamare “Officina medicinale dell’anima”.

Ma l’unica traccia di questa biblioteca è negli scritti di Diodoro Siculo del I sec. Avanti Cristo. Cosa certa è, invece, la grande biblioteca del re assiro Assurbanipal, nel palazzo di Ninive, trovata durante gli scavi archeologici del 1845. Lo scrittore latino Plinio scrive di parecchie biblioteche presenti a Cartagine. La prima biblioteca greca, invece è ad opera di Pisistrato, signore di Atene dal 561 al 527 avanti Cristo.

Ma la più famosa è sicuramente quella di Alessandria d’Egitto, costruita dai faraoni su suggerimento del grande filosofo Aristotele, nel IV sec. Avanti Cristo. Chiamata “Bruchium”, possedeva più di settecentomila rotoli di papiro. Una seconda grande biblioteca fu creata dal faraone Tolomeo II, nel III sec. Avanti Cristo, nelle splendide sale del tempio dedicato a Serapide, divinità egizia. I sacerdoti avevano funzione di bibliotecari, ma illustri furono i nomi di tali “servi della cultura”: Aristofane di Bisanzio, Aristarco di Samotracia.

La biblioteca di Alessandria andò, purtroppo, distrutta da un incendio nel 48 avanti Cristo. Un’altra biblioteca famosa fu quella di Pergamo, Asia minore, dal re Attalo I, nel II sec. Avanti Cristo: in essa vennero raccolti duecentomila volumi. Quando, in seguito alle grandi conquiste militari, il dominio di Roma giunse fino in Grecia, molti cittadini romani sentirono il desiderio di conoscere la grande civiltà di quel paese. Si cominciò a copiare le opere greche ed a conservarle in biblioteche. Il primo che ebbe l’idea di aprire una biblioteca pubblica fu Giulio Cesare ma la morte glielo impedì. Fu quindi lo storico Pollione a realizzare il progetto nel 37 avanti Cristo, nell’atrio della Libertà sull’Aventino. Altri lo seguirono, Vespasiano ne fece collocare una nel Foro. Ma la più importante della Roma imperiale fu quella istituita da Traiano nel II sec. dopo Cristo, nel Foro e che fu chiamata “Ulpia”. Nel IV sec. Dopo Cristo a Roma c’erano ben 29 biblioteche pubbliche. Anche i Cristiani avevano la loro biblioteca, dove tenevano i codici della Bibbia.

La prima fu fondata a Gerusalemme dal vescovo Alessandro, nel III sec. Dopo Cristo, seguì quella istituita da San Dàmaso a Roma, dove oggi sorge la chiesa di San Lorenzo in Dàmaso. Durante le invasioni barbariche si cercò di salvare più libri possibili, nascondendoli nei conventi. Nacquerò così le biblioteche dei monaci. Famose quelle sorte in Italia presso le Abbazie di Bobbio, Pomposa, Nonantola, Montecassino, Cava dei Tirreni e, all’estero, quelle di San Gallo in Svizzera, San Bonifacio a Fulda in Germania, San Martino a Tours in Francia. Bisogna arrivare all’epoca delle Signorie nel XV e XVI sec.

Per assistere al sorgere di biblioteche in Italia. Sorsero così le biblioteche di Mantova per opera dei Gonzaga, quella di Urbino di Federico da Montefeltro, di Cesena fondata da Malatesta IV. Nel 1444 Cosimo de’ Medici fondò a Firenze la famosa biblioteca “Medicea”, inaugurata nel 1571. Altre sorsero a Ferrara grazie agli Estensi, dagli Sforza a Pavia. Nel XV sec. Papa Niccolò V fece rifiorire quella vaticana fondata nel Medioevo da papa Gregorio I. con l’invenzione della stampa le biblioteche si arriccirono di numerosi volumi e dal XVII sec. Molte biblioteche, fino ad allora private, vennero aperte al pubblico. La prima fu “L’Ambrosiana” di Milano, fondata dal Cardinale Federico Borromeo nel 1609. Nel 1770 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria fondò a Milano la biblioteca di Brera, che oggi conta più di mezzo milione di volumi e circa duemila manoscritti di letterati e scienziati illustri. Da allora ogni città d’Italia ha la sua biblioteca pubblica. Anche Avezzano, nel suo piccolo, ha una biblioteca pubblica.

È molto frequentata, abbastanza fornita, forse non pienamente aggiornata con le ultime uscite letterarie, ma conta un personale efficiente e disponibile. Possiede un reparto speciale, dove i bambini possono andare e scegliere il libro, sfogliarlo con calma e portarselo a casa per un mese. Inoltre l’Agenzia per la promozione culturale di Avezzano, braccio locale della Regione Abruzzo, si impegna in molte attività tra le quali spicca “Mammaracconta”, dedicata ai bambini dai 5 ai 10 anni, ogni lunedì pomeriggio.

È un’iniziativa che si protrae per tutto il periodo scolastico, già da diversi anni, e che impegna gratuitamente, i bambini in letture ma non solo: quest’anno il programma prevede la conoscenze della tecnica di pittura e dei grandi pittori, della musica attraverso l’opera lirica e dei compositori, della Terra e degli animali. Insieme i bambini ed anche i genitori scoprono il gusto di leggere, confrontarsi, impegnarsi.

È un’iniziativa degna di nota che merita una menzione speciale, utile a far nascere nelle giovani menti, il desiderio di conoscere e sapere. Ma da sottolineare anche l’impegno di alcune scuole, come la Collodi- Marini che, sempre gratuitamente, a giorni istituirà una biblioteca di quartiere, presso la scuola di via Bolzano, dove potranno accedere non solo gli scolari ma anche le famiglie. Un piccolo passo verso un mondo più civile e saggio.

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