“Se andiamo a cercare la definizione di pellegrino, ci imbattiamo in numerosi significati riferiti al forestiero, alla persona che si trova fuori dal suo paese e a chi si reca in pellegrinaggio a un luogo santo”, spiega al nostro giornale il Cav. dott. Valentino Pisegna, studioso del Cammino di Santiago, impegnato da oltre un ventennio nella divulgazione di nozioni relative al pellegrinaggio più famoso del mondo.
Anticamente i pellegrini, come del resto la maggior parte delle persone, viaggiavano a piedi e percorrevano giornalmente decine di chilometri. Solo i nobili potevano permettersi le carrozze e i cavalli. “Mettersi in cammino verso la città di Santiago era una grande impresa” afferma il Commendatore della Fondazione spagnola ORDEN DEL CAMINO DE SANTIAGO – “perché alla fatica fisica e alle avversità della natura bisognava aggiungere la pericolosità di un viaggio che poteva durare molto tempo e il ritorno non era poi così sicuro. Per questo motivo alcuni pellegrini, prima di partire, facevano testamento. Negli ultimi decenni ricalcare quei sentieri sta diventando un’esigenza dell’uomo moderno ammalato di velocità, che vive una vita sempre più condizionata dall’assillo del tempo”. L’intento dei viandanti, continua, “il più delle volte non è religioso in senso stretto, ma sicuramente spirituale, inteso come desiderio di auto-migliorarsi, di prendersi cura del proprio corpo e di riscoprire la natura”.
Oggi sempre più persone preferiscono raggiungere Santiago de Compostela in bicicletta, un fenomeno che riflette il profondo cambiamento di valori culturali, portato dalla modernità.
Ma qual è la differenza tra il pellegrino che va a piedi e quello che va in bicicletta? “Chi va a piedi, illustra Pisegna, compie un gesto naturale ed è favorito nel socializzare con altri viandanti. Può visitare con facilità tutti i luoghi d’interesse e scattare foto. Può facilmente rallentare la sua andatura e fermarsi per recuperare le forze. Tutte cose che può fare anche chi va in bicicletta, ovviamente, con la differenza che il pellegrino-ciclista non può e non deve distrarsi più di tanto perché il mezzo che conduce richiede molta concentrazione. Sicuramente chi percorre il Cammino in bici può triplicare i venti/trenta chilometri che percorre giornalmente il pellegrino classico e diminuire le ore effettive di impegno, ma deve necessariamente usare le strade asfaltate quando il fondo stradale diventa problematico, con i pericoli legati al traffico”. Questo non vuol dire che il vero pellegrinaggio sia quello a piedi e non quello in bici, conclude, ma arrivare a piedi di fronte alla Cattedrale di Santiago è tutta un’altra cosa”.