Il lago scomparso in una poesia della scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi

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La scrittrice Maria Assunta Oddi, con versi originali nelle inedite metafore, invita il lettore a ricordare l’antico lago del Fucino per ribadire la necessità di conservare le radici .
Nell’intento di superare l’aridità della vita dell’uomo e delle stagioni, la lirica, pertanto, si fa finestra aperta sulla conca dei Marsi in un affresco di vita quotidiana.

Rimembranza.

Tra le branchie di una trota d’argento

Respira l’antico lago riverbero di cielo

Sui miei occhi di miglio marrone

Ricordo fosse pure in un sol pensiero

Del mondo perduto sul canto di cicale.

Nuotava nell’aria con il vento fresca e lenta

La seta delle nubi in fuga sulle cime dei monti

Nel ventre morbido degli orti arati dove l’ombra

S’inchina al chiarore lunare nella bruma

Rauca della nebbia ad abbeverare la vita

addormentata sotto la tenebra di zolla.

Dietro gli usci serrati dei borghi

La falce magica dei sogni già accarezza 

Opulenza di messi gialla brace di sole

Sulle campagne prostrate all’arsura

D’inverni senza neve come aride piante

Senza l’ancora delle radici in burrasca.

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