“Piango per i miei morti; per i muri violati della mia casa; per gli oggetti, i ricordi, le cose preziose seppellite sotto le macerie di ciò che un tempo era il mondo mio. Piango per le vite dilaniate dal vento distruttore e le umili lacrime dei miei occhi stanchi sono solo una goccia nel lago di dolore e sangue che sta straziando il cuore della nostra povera terra”.
Questa è la memoria d un uomo che fu vittima sopravvissuta del funesto terremoto che falciò il Fucino nel 1915. E ancora, un cronista dell’epoca scriveva sul Corriere della sera del 14 gennaio 1915: “Il terremoto della Marsica ha avuto effetti disastrosi, i morti sono stati trentamila, una cifra agghiacciante. Quel tragico mattino solo a Pescina e Venere i morti sono saliti a quattromila, circa la metà della popolazione. L’ombra della morte si è innalzata sulla Marsica tutta ed un tremito di proporzioni gigantesche ha polverizzato tutto quello che si ergeva verso l’alto, generando quello che può essere tranquillamente chiamato “il secondo massacro degli innocenti”.
E i nostri occhi non possono che raffrontare le immagini di allora con quelle tristemente più recenti. Nulla è cambiato da allora, le parole tremendamente attuali di quel pover’uomo e del giornalista si possono trasferire al sisma che ha colpito l’Aquila ed il circondario nel 2009. Ma la nostra è sempre stata una terra ballerina, che nelle carte geografiche sismiche dei territori a rischio è evidenziata come zona rossa ad alta potenzialità di catastrofe. Record sicuramente “meritato” ed accaparrato a suon di scosse e di decessi nel corso dei secoli. Secondo alcuni sismologi la nostra regione farebbe parte di quelle zone che, con una percentuale molto alta (70%) nell’ ormai passato il 2010, e del 100% nel 2070, verrà squassata dal “ BIG ONE”, il grande e spaventoso sisma che potrebbe spolverare via tutto. La catena appenninica abruzzese si è formata per compressione dei continenti, ed attualmente quello africano, ogni anno, preme ed avanza di circa quattro centimetri, provocando delle fratture che, appunto, danno origine ai terremoti.
Ma chi è in grado di smentire l’importanza che potrebbero avere gli esperimenti nucleari?E come mai c’è sempre un vulcano che erutta dall’altra parte del mondo? Senza dubbio c’è una casualità incontrollabile nei terremoti e non c’è modo di bloccarli o prevederli. Ma una certa ripetizione, nel corso dei secoli, è stata registrata, con un lasso di tempo di circa 250/300 anni tra loro. Ipotesi a parte resta il fatto che la Marsica, la Maiella, la Valle dell’Aterno e la dorsale della Sicilia sono le zone che risentirebbero di più gli effetti di un grande sisma.
Per nostre fortuna l’edilizia ha fatto passi da giganti anche se l’ultimo sisma dell’Aquila ci ha dimostrato come alla base di tutto c’è l’uomo con le sue debolezze ed i suoi peccati. A pagare sono sempre gli innocenti ed a noi, che siamo sempre all’erta dopo i recenti avvenimenti, non rimane che sperare nell’onestà di chi costruisce i nostri edifici e delle autorità competenti, affinchè vigilino perché nessuno debba piangere ancora lacrime di sangue.