Giovagnorio rende nota “la terza parte” delle ragioni sulle scelte in merito agli stadi di calcio “Leo Attili” e “Luca Poggi”

Tagliacozzo – “La paura fa novanta” recita un detto… e questa paura si sta palesando negli attacchi sempre più smodati e carichi di odio e di menzogne che i consiglieri di minoranza stanno portando alla costruzione del nuovo Campus scolastico e alla riqualificazione dello Stadio di calcio in località Sant’Onofrio”.

Così la nota stampa del sindaco di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio in cui esprime le ragioni sulle azioni attuate dall’amministrazione in merito alla chiusura degli stadi di Tagliacozzo “Leo Attili” e “Luca Poggi”.
Si tratta di una terza parte delle ragioni:

Continua nella nota”

“La paura che questa Amministrazione di “giardinieri buoni solo a mettere fiori nelle aiuole e a fare e disfare abeti natalizi” riesca a dare finalmente un volto nuovo a questa Città e a questo Territorio comunale.

La paura che questa Amministrazione riesca con onestà e impegno a portare a conclusione i più importanti progetti di cui si è sempre parlato e che mai nessuno ha voluto attuare.

La paura che si ponga la prima pietra di un moderno e sicuro edificio scolastico di cui Tagliacozzo e i comuni circostanti hanno bisogno ormai in modo improrogabile!

La paura di dare alle squadre e alle scuole di calcio, alle associazioni sportive una struttura funzionale e moderna anch’essa, dove atleti e spettatori possano godere dello sport in sicurezza.

La paura di progettare il futuro e di stare al passo con le altre città che certe scelte già le hanno fatte da tempo, senza che alcuno avesse posto i bastoni tra le ruote per opporsi, senza logiche motivazioni, alla realizzazione di strutture moderne ed efficienti.

Lo avevamo detto in campagna elettorale, lo abbiamo scritto nel nostro programma di amministrazione… se ai Tagliacozzani non piacevano le nostre idee non ci avrebbero votato. Sono confortanti per il nostro operato tutte le attestazioni di stima e gli incoraggiamenti che riceviamo ad andare avanti per questa strada anche da parte di chi, due anni e mezzo fa, il voto non ce lo ha dato.

La Scuola va costruita il più centralmente possibile, per logica elementare, perché a scuola devono recarvisi più di mille persone (tra alunni, insegnanti e personale addetto) da settembre a giugno, tutti i giorni da lunedì a sabato.

La scelta dell’area del “Leo Attili” per la costruzione di una nuova Scuola per i nostri ragazzi sarebbe un “capriccio” e “un’infantile impuntatura” del sottoscritto? Falso!
Falso e offensivo nei confronti di chi, tecnici e amministratori, hanno studiato, ragionato e dibattuto per mesi su questa importante scelta supportata dalle relazioni e documentazioni. Ampiamente trattata anche nei Consigli comunali.

Dicono che non sarebbe necessario “abbattere il Leo Attili”… e cosa ci facciamo? Quale sarebbe l’utilità esistendo una struttura molto più moderna ed efficiente? E quale sarebbe la convenienza a tenerlo in piedi (mantenere un campo in erba naturale costa tra l’altro più di ventimila euro l’anno). Non certo conviene al nostro Ente comunale tenere in vita due impianti per il calcio, sarebbe impensabile! Quindi dovremmo mantenere il “Leo Attili” così… in decadimento finché non diventi una discarica o i muri di cinta non crollino su qualche passante? Tutto questo in nome della salvaguardia di quale tagliacozzanità? Sarebbe dunque “dannoso” abbatterlo? Siamo al paradosso!

Un campo di calcio può essere anche a tre chilometri di distanza dal centro della Città, tanto più se già esiste e va solo riqualificato, e tanto più se esso è insieme ad altre strutture sportive e vicino ad altri importanti complessi quali l’Ippodromo comunale e il centro sportivo dell’Hotel Park.

“…ci si poteva adoperare per ottenere il certificato di agibilità…” devo ripetere che tale certificato non si ottiene con una semplice firma. Esso avrebbe comportato un progetto di adeguamento (con dispendio di denaro pubblico per aggiudicare la progettazione); i lavori di adeguamento (con dispendio di denaro pubblico per l’appalto); i collaudi e le relazioni finali che avrebbero condotto alla certificazione di agibilità. Semplice no?! Tutto fattibile in due giorni?!

La costruzione del nuovo Polo Scolastico sarebbe potuta avvenire “in altre aree”… e quali? Quelle proposte da Montelisciani e ampiamente dibattute (altro che “non prese in considerazione”) durante i Consigli comunali del 2017? Peccato che, oltre che risultare periferiche e difficilmente raggiungibili dal centro, su di esse gravino pesanti vincoli del Piano acustico comunale per cui – in questo caso sì – ci sarebbe stato un aggravio dei costi di progettazione e realizzazione di oltre il 30%. E peccato inoltre che siano sottodimensionate tali aree rispetto al numero degli alunni indicati dall’anagrafe scolastica.

Si è affermato che “non è utile” costruire il Campus Scolastico “perché rimanda di molti anni la soluzione al problema delle attuali scuole che non sono sicure, problema che invece va affrontato con urgenza”…. cioè?
Cosa significa questo?
Entro agosto 2019 partono i lavori! E dove sarebbe il rinviare di molti anni il problema?

E il volerlo affrontare con urgenza – il problema – sarebbe il tornare all’idea di un acquisto o di un affitto dei MUSP (container da adibire ad aule scolastiche), i cui costi e le cui tempistiche avrebbero equiparato se non superato i costi e le tempistiche per la costruzione di una nuova Scuola, cui vanno aggiunti i costi e i tempi della progettazione e dell’urbanizzazione dell’area dove dovrebbero essere collocati? Facile chiacchierare a vanvera e proporre soluzioni da bar! Beata e dannosa ignoranza!

È stato ancora obiettato: “…non è conveniente” costruire il nuovo Campus Scolastico sull’area del “Leo Attili” perché “un terreno adiacente al fiume Imele fa aumentare di molto i costi”. E chi obietta questa cosa? Quale tecnico o perito ha stabilito questo rispetto a quanto invece attestato da tecnici e periti che hanno operato i sondaggi e sottoscritto le relazioni geologiche e poi redatto la progettazione nel pieno rispetto del principi di economicità, fattibilità e convenienza?

Alcuni hanno anche suggerito di abbattere i vecchi edifici e di costruirne di nuovi al loro posto, ma non hanno considerato l’impossibilità di sostenere un aggravio di costi enorme che non è tanto quello per l’abbattimento, quanto quelli per lo smaltimento delle macerie”.

 

Giovagnorio rende nota “la seconda parte” delle ragioni sulle scelte in merito agli stadi di calcio “Leo Attili” e “Luca Poggi”

https://www.terremarsicane.it/vincenzo-giovagnorio-le-ragioni-di-una-scelta-1/

 

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