Avezzano – Il ballottaggio per la scelta del prossimo sindaco di Avezzano si avvicina e, come ci si aspettava, si alzano i toni di uno scontro politico che vede rimbalzare accuse e controaccuse da una parte all’altra. Tiziano Genovesi ha commentato quelle che definisce “uscite fuori luogo” di Giovanni Di Pangrazio: “sta urlando da 20 giorni alla luna su argomenti evanescenti, senza dire una sola parola sul programma e sul suo progetto di Città tra dieci anni. Quindi, è il momento di chiarire uno dei suoi strumentali cavalli di battaglia, la subalternità di Avezzano all’Aquila: non credo ne possa parlare proprio lui che per 25 anni è stato il cameriere degli aquilani per mantenere la poltrona di direttore generale della Provincia dell’Aquila, riconfermato dalla Dem Pezzopane, e chiamato dall’ex sindaco di centrosinistra, Massimo Cialente, come alto dirigente al Comune del capoluogo, a conferma che è un uomo di sinistra. Noi siamo amici degli aquilani, possiamo permetterci un rapporto con pari dignità e faremo rinascere Avezzano“.
Nell’arco di qualche arriva la risposta di Cristian Carpineta, candidato consigliere a sostegno di Gianni Di Pangrazio sindaco. “Ho letto con stupore le dichiarazioni del candidato sindaco di una parte del centrodestra, Tiziano Genovesi. Sono rimasto colpito dai toni, forse inaspriti dalla delusione per i tanti esponenti dell’area politica di riferimento che non accettano forme di prevaricazione ed arroganza. Mi chiedo come si facciano a confondere due piani distinti“.
“Genovesi – continua – accusa il dott. Di Pangrazio di aver lavorato nel capoluogo in ruoli primari della pubblica amministrazione e confonde ciò con il dato politico di essere catapultato, per voleri esterni, a concorrere da primo cittadino. La differenza ritengo sia palese. Una cosa è fare il direttore generale e come tale essere chiamato ad adempiere ad un compito professionale, altra è venir imposto per logiche che in Città sono conosciute da tutti e decise a cinquanta chilometri di distanza“.
“Un intervento tanto scomposto quanto sgradevole – conclude – denota il nervosismo tipico di chi vede gli esponenti di centrodestra resistere ad una logica di imposizione arrogante. Chiami pure chi vuole ‘cameriere’. Noi, anche per rispetto di chi fa un lavoro degno di considerazione come tutti gli altri, ci limitiamo a rimarcare quanto il menù offerto dalla lega aquilana appaia indigesto ai più“.