Regione. L’esponente regionale di Sinistra Italiana, Leandro Bracco, torna ad affrontare, nella sua azione legislativa, i temi della cultura e della memoria. Questa volta il focus del Consigliere è puntato sul Giorno del Ricordo, celebrato il 10 febbraio di ogni anno e dunque nella giornata di oggi per ricordare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe e dell’esodo dalle loro terre dei cittadini istriani, fiumani e dalmati.
La proposta di Bracco è quella di istituire il “Treno del Ricordo”, un viaggio di tre giorni che porterà gli studenti piu’ meritevoli a visitare uno dei luoghi simbolo delle Foibe e cioè la cosiddetta “Foiba di Basovizza”, nel Triestino, che in origine era un pozzo minerario per poi diventare, nel maggio del 1945, luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri politici, militari, poliziotti e popolazione civile. “Le vittime destinate a essere ingoiate nella voragine di Basovizza – spiega Leandro Bracco – venivano prelevate dalle case di Trieste durante i 40 giorni di occupazione jugoslava della città. A Basovizza arrivavano gli autocarri stracolmi di poveri disgraziati destinati a una morte atroce. Queste persone, legate fra loro, venivano sospinte a gruppi sull’orlo della foiba e poi gettati dentro vivi o morti. Questo orrore è avvenuto a Basovizza, Trieste, Italia circa settantadue anni fa e come tale va ricordato”.
Per rafforzare ulteriormente i principi che giustificano la proposta di legge, il Consigliere regionale cita le parole dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, pronunciate esattamente dieci anni fa: “Va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalle foibe e va ricordata la ‘congiura del silenzio’, la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell’oblio. Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell’aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica e dell’averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali”.”Questo progetto – puntualizza Bracco entrando nel merito della pdl – coinvolgerà, come per il Treno della Memoria abruzzese, un totale di 142 studenti all’anno, ossia due studenti per ognuno dei 71 istituti di scuola secondaria di secondo grado presenti sul territorio abruzzese a cui si aggiungeranno 71 accompagnatori scelti tra i professori, genitori o altri soggetti che volessero partecipare all’iniziativa”. “La Regione Abruzzo – si legge nella relazione alla proposta legislativa – coprirà tutte le spese di trasferimento (mediante il treno) dalla Stazione centrale di Pescara a Trieste oltre alle spese di soggiorno nel capoluogo giuliano (durata complessiva del viaggio: 3 giorni) per un costo medio a persona di 650 euro e, pertanto, con una spesa complessiva annua di 138.450 euro”.
Foibe: per non dimenticare
Art. 1
(Oggetto e finalità)1. La Regione Abruzzo, in ossequio agli articoli 2, 3 e 7 della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e all’articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana:
a) garantisce e tutela il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale di ogni individuo;
b) combatte ogni forma di discriminazione dovuta a motivi di sesso, etnia, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali;
c) combatte ogni forma di discriminazione etnica;
d) tutela, garantisce e promuove tutte le iniziative tese a tramandare il ricordo e la conoscenza della tragedia delle foibe.Art. 2
(Istituzione del Treno del Ricordo abruzzese)1. La Regione Abruzzo istituisce il “Treno del Ricordo abruzzese”;
2. Il “Treno del Ricordo abruzzese” è rappresentato da un viaggio in treno, della durata di tre giorni, avente le seguenti caratteristiche:
a) partenza dalla Stazione centrale di Pescara e arrivo nella città di Trieste;
b) visita alla foiba di Basovizza;
c) partecipazione a eventuali eventi culturali organizzati dalle autorità locali.Art. 3
(Periodicità del Treno del Ricordo abruzzese)1. Il Treno del Ricordo abruzzese viene organizzato annualmente in occasione della “Giornata del Ricordo” ricadente il giorno 10 febbraio di ogni anno.
Art. 4
(Determinazione del numero degli aventi diritto a partecipare)1. Hanno diritto a partecipare al “Treno del ricordo abruzzese” i seguenti soggetti:
a) due studenti per ognuno dei settantuno Istituti di Scuola Media Superiore presenti sul territorio abruzzese i quali frequentano l’ultimo anno del corso di studi e quindi per un totale di centoquarantadue studenti all’anno;
b) settantuno accompagnatori selezionati tra professori, genitori o altri soggetti che vogliano partecipare alla iniziativa.
2. Gli accompagnatori di cui alla lettera b) del comma precedente hanno il compito di accompagnare gli studenti durante il viaggio meglio descritto all’articolo 2 comma 2.Art. 5
(Selezione degli aventi diritto)1. La selezione dei due studenti e dell’accompagnatore per ognuno dei settantuno Istituti di Scuola Media Superiore presenti sul territorio abruzzese è rimesso al Consiglio d’Istituto del singolo istituto scolastico previsto e regolato dal Decreto del Presidente della Repubblica n°. 416 del 1974.
2. Il Consiglio d’Istituto, nella selezione dei due studenti, deve tenere conto esclusivamente del rendimento scolastico e della condotta disciplinare.Art. 6
(Compiti della Giunta regionale)1. La Giunta regionale, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, stabilisce con proprio atto le modalità e i criteri per l’organizzazione del viaggio meglio descritto all’articolo 2.
2. La Giunta regionale, nello svolgimento dei compiti a essa assegnati dal comma precedente, deve coinvolgere il competente Dipartimento della Giunta stessa.Art. 7
(Norma finanziaria)1. Per l’anno 2017 la presente legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
2. Per il biennio 2018-2019 è autorizzata la spesa di 138.450 euro per ciascuna annualità, destinata alla copertura dei costi di viaggio, vitto, alloggio e visita alla foiba di Basovizza delle duecentotredici persone partecipanti alla singola edizione del Treno del Ricordo abruzzese, cui si fa fronte con le risorse di apposito e nuovo stanziamento nell’ambito dello stato di previsione della spesa del bilancio regionale 2017-2019, alla Missione 05 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali”, Programma 02 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale”, Titolo 1 “Spese correnti”, annualmente iscritto, nel rispetto degli equilibri di bilancio, con la legge di bilancio, ai sensi dell’articolo 38 del D.Lgs. n. 118/2011.
3. Per le annualità successive al 2019 si provvede con legge di bilancio.Art. 8
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Abruzzo in versione telematica (BURAT).Foibe: per non dimenticare
RELAZIONE
Presidente, Colleghi
La presente proposta di legge, come quella istitutiva del Treno della Memoria abruzzese, vuole ricordare le vittime innocenti di un’altra grande tragedia del XX° secolo ovvero quella delle foibe.
Infatti, se è vero che il 27 gennaio di ogni anno è stato dichiarato il Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dell’Olocausto è altrettanto vero che, con la legge 30 marzo 2004 n. 92, il 10 febbraio di ogni anno è stato dichiarato il Giorno del Ricordo teso a conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre dei cittadini istriani, fiumani e dalmati.
Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo tipiche di alcune zone del Friuli Venezia Giulia. Tali cavità sono diventate tristemente note in quanto in esse fra il 1943 e il 1947 sono stati gettati, vivi e morti, quasi undicimila italiani.
La prima ondata di violenza esplode subito dopo la ratifica dell’armistizio dell’8 settembre del 1943 quando in Istria e Dalmazia i partigiani slavi si vendicano dei fascisti e degli italiani non comunisti. Tali persone vengono giudicate “nemiche del popolo” e come tali vengono torturate, massacrate, affamate e poi gettate nelle foibe: moriranno in questo modo circa mille persone.
Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945 quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria con le truppe di Tito che si scatenano contro la popolazione italiana. A essere gettati dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini.
Si tratta di una vera e propria carneficina in cui perirono quasi undicimila persone vittime dell’odio politico-ideologico e della pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. Ma il dramma, bisogna ricordarlo, dei nostri concittadini istriani e dalmati non finisce certo qui.
Infatti con la firma del trattato di pace del febbraio del 1947, l’Italia consegna l’Istria e la Dalmazia alla Jugoslavia con la conseguenza immediata che 350.000 italiani diventano esuli, privati della propria terra e delle propria casa e, cosa ancora peggiore, non trovano la dovuta solidarietà nei propri concittadini.
La sinistra italiana dell’epoca li ignora in quanto vittime di una paese comunista alleato dell’ex Unione Sovietica dove si stava tentando di instaurare il sogno del socialismo reale. Il Pci, data la comune visione politica con Tito, non affronta il problema degli infoibati limitandosi semplicemente a ignorarlo.
Ma non è solo il PCI a far cadere l’argomento nel dimenticatoio. La stessa democrazia cristiana considerata i profughi dalmati “italiani di serie B” e si guarda bene dall’approfondire l’argomento come d’altronde fanno i neo-fascisti i quali non sono assolutamente propensi a riportare alla ribalta i fatti avvenuti nei territori istriani alla fine della seconda guerra mondiale.
Per quasi cinquant’anni il silenzio della storiografia e della classe politica nasconde l’orrore degli italiani uccisi nelle foibe. Ma la storia insegna che l’assassinio e il genocidio non possono essere taciuti in eterno e, prima o poi, l’uomo deve fare i conti con la propria coscienza.
Infatti il muro di gomma e di omertà riguardante la vicenda delle foibe viene gradualmente a sgretolarsi e, all’inizio del XXI° secolo, le vittime di tale massacro iniziano a ricevere, almeno dalla storia, giustizia. Tale processo di revisione ha il suo culmine con la citata legge 30 marzo 2004 n. 92 che istituisce il Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe. Tuttavia tale tardivo riconoscimento non cancella la vergogna di una classe politica che ha volontariamente dimenticato i propri concittadini.
Classe politica che è stata inchiodata alle proprie responsabilità dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che il 10 febbraio del 2007, giorno del ricordo delle vittime delle foibe, ebbe a dire queste parole: “Va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalle foibe e va ricordata la “congiura del silenzio”, la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell’oblio. Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell’aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica e dell’averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali”. Queste parole dicono tutto: non vi è sul punto nulla da aggiungere.
Tuttavia lo scrivente non vuole dare alcun giudizio politico sulla vicenda, (a fare questo ci ha pensato e ci penserà la storia) ma voglio con fermezza ricordare le vittime innocenti delle foibe perché per il sottoscritto non esistono vittime di serie A e vittime di serie B. Tutti infatti sono vittime innocenti di fronte alla barbarie e come tali vanno ricordate.
La presente proposta di legge, pertanto, porterà gli studenti a visitare uno dei luoghi simbolo di tale orrore e cioè la cosiddetta “Foiba di Basovizza” che in origine era un pozzo minerario per poi diventare, nel maggio del 1945, un luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri politici, militari, poliziotti e popolazione civile.
Le vittime destinate a essere ingoiate nella voragine di Basovizza, venivano prelevate dalle case di Trieste durante i 40 giorni di occupazione jugoslava della città. A Basovizza arrivavano gli autocarri pieni di poveri disgraziati destinati a una morte atroce. Queste persone, legate tra loro, venivano sospinte a gruppi sull’orlo della foiba.
Una scarica di mitra sui primi faceva precipitare tutti nel baratro. Gli sfortunati che dopo un volo di 200 metri non avevano trovato una morte istantanea, rimanevano agonizzanti per diversi giorni in preda a sofferenze inimmaginabili dovute alle lacerazioni e alle ferite riportate nella caduta o provocate dagli spuntoni di roccia.
Questo orrore è avvenuto a Basovizza, Trieste, Italia circa settantadue anni fa e come tale va ricordato.
Questo progetto coinvolgerà, come per il Treno della Memoria abruzzese, un totale di 142 studenti all’anno, ovvero due studenti per ognuno dei 71 Istituti di Scuola Media Superiore presenti sul territorio abruzzese a cui si aggiungeranno 71 accompagnatori, scelti tra i professori, genitori o altri soggetti che vogliano partecipare all’iniziativa.
La Regione Abruzzo coprirà tutte le spese di trasferimento (mediante il treno) dalla Stazione centrale di Pescara a Trieste oltre alle spese di soggiorno nel capoluogo giuliano (durata complessiva del viaggio: 3 giorni) per un costo medio a persona di 650 euro e, pertanto, con una spesa complessiva annua di 138.450 euro (650 euro moltiplicato per 213 (numero di partecipanti totali 142 studenti più 71 accompagnatori)).Questo progetto di legge è composto da 8 articoli:
– l’articolo 1 esplicita l’oggetto e le finalità;
– l’articolo 2 istituisce e definisce il Treno del Ricordo abruzzese;
– l’articolo 3 regolamenta la periodicità dell’organizzazione del Treno del Ricordo abruzzese;
– l’articolo 4 determina gli aventi diritto a partecipare e il numero totale di aventi diritto a partecipare a ogni singolo viaggio annuale;
– l’articolo 5 determina l’organo deputato e i criteri da utilizzare per la selezione degli aventi diritto;
– l’articolo 6 disciplina i compiti della Giunta regionale in materia;
– l’articolo 7 contiene le disposizioni finanziarie;
– l’articolo 8 disciplina l’entrata in vigore della legge.