Tagliacozzo – I violenti fatti di cronaca occorsi durante la notte appena trascorsa, nella città d’arte marsicana di Tagliacozzo, paradossalmente, hanno avuto l’effetto dell’unione, piuttosto che quello della divisione, sugli animi delle persone lì dimoranti. Gli incubi pensati, i perché non detti ad alta voce e gli accadimenti brutali accaduti, quasi illogici ed al limite dell’inciviltà, invece di rabbuiare le menti, cioè, hanno illuminato i volti di una popolazione che ha scelto di restare accanto al suo più alto rappresentante istituzionale politico, quale il sindaco.
Tutte e tre le vetture appartenenti al primo cittadino di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa, sono state date alle fiamme con un inumano ed illogico colpo solo. Il sindaco della città, a seguito di una notte di stupori e di domande incresciose sull’accaduto, decide, oggi, a nemmeno 24 ore di distanza dal fatto di cronaca occorso, di non nascondere la testa e nemmeno la voce o lo sguardo, di fronte all’evento, ma, anzi, di andare avanti, a testa alta, «per la sua città», come afferma egli stesso. «Io non ho paura. – dice – Questo fatto violento di una illiceità brutale, vorrebbe allontanare da me, i miei compaesani, ma, invece, alla pari di una sorta di legge del contrappasso, li riavvicina tutti. Alla mia città, io voglio dire solo queste esatte parole, ossia che nella storia recente di Tagliacozzo, non si è mai verificato un atto di violenza così acceso e forte. Un fatto di cronaca, questo, che entra, come una pioggia di vetri taglienti, nell’intimità stessa del mio focolare domestico. Si tratta di un qualcosa che va oltre una semplice discussione fra mere fazioni politiche o un altrettanto innocuo muso storto o lungo nei confronti, magari, di una decisione amministrativa intrapresa dal sindaco stesso. In questo caso, si tratta di un gesto intimidatorio ben preciso, che reca danno non solo alla figura del primo cittadino, ma anche all’immagine stessa della città, ossia il mio suolo amministrato. Ai cittadini, quindi, io dico: non piegherò mai la testa, sia ad onore del ‘vestito’ istituzionale che indosso, sia per rispetto estremo nei confronti dei miei concittadini e della mia famiglia, amaramente scioccata da questa folle notte insonne. Sono stati miliardi, – continua Di Marco Testa – tra ieri notte e stamani, le manifestazioni di solidarietà e di affetto nei confronti sia miei che della mia famiglia. Io non ho avuto modo di ringraziare tutti uno alla volta, ma, questo abbraccio caldo e caloroso che ho ricevuto, mi sta dando la giusta forza e l’esatta adrenalina per non abbandonare i miei progetti, la mia tranquillità interiore e la mia serenità come uomo, in primis, e come sindaco di una splendida città, in secundis. Una città, inoltre, che si è confermata essere molto sensibile nel vero senso della parola, più di ogni altra previsione».
Di Marco Testa, poi, afferma, a gran voce, di voler dare una risposta precisa e definitiva a questo perché grande come un’angoscia, che lo ha assillato sin dal momento in cui ha preso cognizione delle fiamme, esplose di fronte la sua abitazione. «Non dare una risposta a questa domanda, significa, a mio avviso, – dice – alimentare congetture fallaci, fantasie e castelli in aria non veri e non logici. In queste circostanze, non bisogna mai perdere il senso della realtà e della cognizione logica delle cose. Ciò che cerco è la verità, tutto qui». Molta incredulità, inoltre, fra i vicini di casa del sindaco di Tagliacozzo stesso, occorsi a portare immediatamente supporto ed ascolto al loro concittadino. «Mi martella la testa – continua il primo cittadino – una domanda sola, da ieri notte: perché? Perché è accaduto tutto questo? Perché questo gesto? Perché la mia famiglia? Finché non riuscirò a dare una risposta certa a questo punto interrogativo, non mi darò pace. Io voglio la verità, sopra ogni cosa, che è ciò, in fondo, che tutti i cittadini onesti cercano ed inseguono. Alla mia popolazione, posso solo dire che non mi lascio intimorire e che la paura mai mi congelerà gli arti e le meningi. Continuerò a lavorare da sindaco per la mia città». Nel frattempo, rabbia sconvolgente, perplessità timorosa e crudi stati d’animo serpeggiano fra i viali di un Comune marsicano dal cuore, adesso, un poco frastornato.
Si vocifera in città, inoltre, che sarà indetto al più presto un consiglio comunale straordinario proprio per trattare, con la dovuta delicatezza ed attenzione, i fatti della notte scorsa. Il consiglio comunale si riunirà nella sede a sé consona, quindi, quanto prima, per discutere, sulle prossime azioni da intraprendere e sulle dovute mosse da effettuare. Tante potrebbero essere, inoltre, le iniziative alle quali, la popolazione stessa di Tagliacozzo, declinata in ogni sua forma sempre attiva e mai passiva (negozianti, studenti, volontari, semplici cittadini, forze dell’ordine ed imprenditori) intende dare, con ogni probabilità, ossigeno nei giorni a venire. «Tutto questo movimento solidale fa onore ad un sindaco, – conclude Di Marco Testa – è la linfa giusta per capire che, di fronte a tali gesti, non si è mai soli. Non bisogna lasciare inosservati e non sottolineati con la dovuta penna del coraggio determinate azioni scellerate». Numerose azioni di folla, quindi, avranno luogo presto; prima fra tutte, forse, una notturna fiaccolata di piazza, proprio a Tagliacozzo, laddove, cioè, l’abbraccio fisico e virtuale delle persone sta scacciando, pian piano, il timore. «Tutti, oggi, – conclude il sindaco – vogliono mettere la propria faccia di fronte all’ombra fastidiosa di determinate azioni millantatorie. La trasparenza e la chiarezza vincono sempre, anche contro il fuoco, il fumo e le fiamme. L’unico interesse che la comunità di Tagliacozzo ha adesso, è quello della verità».