Avezzano – Una conferenza stampa che si annuncia come l’apertura di un vaso di Pandora. Rosa Pestilli presidente provinciale Conapi, si dichiara pronta ad ottemperare quella che è la primaria attività dell’associazione, ossia denunciare quanto accade sul territorio: un input che nasce soprattutto da una serie di segnalazioni fatte da alcune aziende marsicane che hanno richiesto un parere circa l’attività formativa.
“Oggi abbiamo indetto questa conferenza stampa proprio per dimostrare l’irregolarità della formazione, afferma il presidente Pestilli – parliamo dell’art. 73 del decreto 81/2008 testo unico della sicurezza a fronte anche del recepimento di un accordo delle Regioni sulle attrezzature dello scorso 22 febbraio del 2012, entrato poi in vigore effettivamente nel 2013, che riguarda il corretto utilizzo delle attrezzature da lavoro, quindi parliamo di piattaforme elevabili , escavatori, carrelli elevatori, trattori agricoli e forestali, quindi è emersa una irregolarità della erogazione della formazione da parte di soggetti formatori non autorizzati. “ Ho sempre considerato un aforisma che dice “l’ignoranza urla, l’intelligenza tace”, quindi da persone intelligenti si dovrebbe valutare l’importanza della legalità e fare un passo indietro. E’ un discorso di coscienza e di sensibilità perché la maggior parte degli infortuni , è statisticamente dimostrato soprattutto nel territorio Marsica, avvengono per il cattivo utilizzo delle attrezzature da lavoro. Con infortuni che superano i 40 giorni di prognosi ,e quindi si parla di lesioni graie o gravissimi , va a discapito degli operatori che fanno un cattivo utilizzo delle attrezzature ma, anche degli stessi imprenditori che si vedono coinvolti in un processo penale.”
UNO STAMPIFICIO DI ATTESTATI AL COSTO DI 5 EURO – Nella considerazione di quanto sottolineato è emersa una Marsica fuorilegge che arriva al 100% di illegalità, con prove da parte del Conapi che gli attestati della formazione non sono stati erogati in modo corretto. C’è un decreto regionale, un accordo Stato-Regione e soprattutto ci sono tutte le associazioni di categoria coinvolte in questo decreto dei soggetti formatori. “Ho chiesto un tavolo rotondo con tutte le associazioni proprio per permettere ad ognuno di erogare corsi di formazione, il decreto regionale parla chiaro – continua con fermezza Rosa Pestilli -; gli enti che erogano formazione devono essere accreditati. Ci sono due accordi Stato – Regioni, uno datato 21/12/2005 l’altro del 22/02/2012. Il primo si riferisce ad una formazione base, generica, i classici corsi di aggiornamento insomma. Nel momento in cui interviene una formazione specifica, non basta che le associazioni siano autorizzate ma bisogna essere accreditati nella Regione di pertinenza, inoltre va chiesto il parere all’Ente bilaterale del territorio competente, cosa che non è stata mai fatta. Qui nella Marsica abbiamo avuto lo “stampificio” degli attestati emessi al costo di 5 euro dai vari enti bilaterali nazionali, l’ente bilaterale nasce soltanto per chiedere un parere e vagliare un programma formativo, non può emettere attestati e non può richiedere soldi.”
Nello svolgimento della conferenza stampa si è evidenziato che oltre all’ente bilaterale bisogna che il soggetto formatore accreditato nella Regione di pertinenza, oppure l’associazione di categoria autorizzata, abbia delle aule accreditate, laboratori formativi, rispetti l’accordo Stato/Regione ove è ben specificato che al numero di 6 corsisti deve presenziare un docente.
La denuncia è perpetrata non solo verso coloro che erogano formazione in aule anche di 50 persone e in strutture che possono essere autorizzate ma non sono accreditate, ma va aggiunta una diffusione di inappropriata pubblicità.
OBIETTIVO: TUTELARE GLI ISCRITTI – L’associazione di categoria deve tutelare i propri iscritti e può promuovere attività formativa solo nel settore di competenza, e non si può aprire i corsi con la dicitura “dal… al…” o “dalle ore… alle ore…”, come previsto dall’accordo Stato Regione n. 53 del 22/02/12. “Bisogna che l’azienda che deve erogare attività formativa ottenga parere favorevole sulla attività da svolgere dall’Ente bilaterale del territorio pertinenza e, qualora non ci fosse, non è più sanzionabile penalmente il datore di lavoro ma semplicemente con una sanzione amministrativa. Da oggi abbiamo l’Ente bilaterale in tutta la provincia di L’Aquila, pertanto si devono rispettare i parametri di parere favorevole emessi dall’ente bilaterale e il soggetto formatore deve avere i requisiti per erogare corsi di formazione in materia di sicurezza e l’uso di attrezzature specifiche. L’ente di formazione accreditato in Regione deve avere i requisiti idonei così quando si richiede l’intervento di un soggetto esterno questi deve avere a sua volta l’accreditamento e deve essere un soggetto qualificato anche in base alla legge 4 del 2013 sulle professioni non riconosciute. Deve essere iscritto ad un albo e soprattutto deve avere esperienza certificata degli ultimi 6 anni in materia di sicurezza e salute sul lavoro, e nello specifico l’uso corretto delle attrezzature da lavoro trattori, piattaforme e così via.”
Nell’incontro si è scatena un’altra problematica che non è di poco conto, prima della entrate in vigore dell’accordo Stato-Regione, c’erano soggetti che noleggiavano attrezzature come piattaforme, scavatori ed nel contempo erogavano formazione. Questo pare essere avvenuto in tutto il territorio nazionale poiché non c’era una disciplina ad hoc: proprio per questo, valutando che la maggior parte degli infortuni accadono per il cattivo utilizzo delle attrezzature, si è deciso di mettere dei parametri che sono stati decisi con l’accordo Stato-Regione per l’azienda erogatrice, come alla lettera F del decreto che enuncia che un ente può erogare formazione solo per i propri iscritti mentre chi utilizza una attrezzatura non può erogare formazione a meno che non osservi i parametri dell’accreditamento regionale.
CORSI CHE NON RISPETTANO LA NORMATIVA – Una pietra lanciata in uno stagno che di sicuro innescherà un terremoto, per quanto concerne il territorio marsicano, in considerazione del fatto che gli imprenditori non hanno raccolto ancora l’ invito alla formazione legale. A tal proposito il vice presidente Giuseppe Truono, segretario provinciale del Conapi l’Aquila ha ribadito l’obiettivo che nasce proprio in virtù delle esigenze di dare informazioni ben precise agli imprenditori della Marsica mettendo sul tavolo nuove strategie della politica del lavoro, e quindi per la crescita occupazionale “Questi due elementi vanno di pari passo a quelle che sono crescita culturale dell’ imprenditore stesso, purtroppo oggi siamo consapevoli di alzare un polverone su questo fenomeno in quanto, negli ultimi 3/4 anni sono stati erogati corsi a bizzeffe senza rispettare quella che è la normativa vigente. Noi non riusciamo a stare lontano ed in silenzio da questa problematica, da qui l’incontro di oggi per dare una giusta eco e dire agli imprenditori: fatevi rispettare, informatevi meglio e pretendete maggior requisiti professionali rispetto a quello che era nel passato, vedrete che il lavoro avrà una maggiore crescita, una maggiore occupazione.“
Le aziende vivono dei propri dipendenti e i dipendenti se ricevono una buona informazione hanno una maggiore redditività di produzione a beneficio proprio e dell’azienda, e tutto a favore di un discorso lavorativo.
Dopo la conferenza stampa di denuncia, il prossimo passo per il Conapi L’Aquila sarà quello di coinvolgere tutte le associazioni di categoria, le istituzioni pubbliche del territorio, come le Amministrazioni Comunali di tutta la Marsica perché comunque il discorso della cattiva formazione in materia dell’uso delle attrezzature del lavoro non verte solo sul discorso di sicurezza sul lavoro ma anche per quello che può essere una responsabilità da parte delle amministrazioni comunali, quando gli stessi operatori svolgo l’attività sul territorio locale come in prossimità di scuole di centri abitati ed affollati,
Alla domanda se a tutt’oggi si è ottenuto una risposta da parte degli interpellati, con delusione il vice presidente risponde ” No, non abbiamo ancora avuto una risposta. Ripeto il Conapi è nato da poco e quindi non c’è ancora una notevole considerazione però cercheremo di coinvolgere le associazione e le amministrazioni affinché si possano fare delle politiche di lavoro, in modo da sviluppare una economia più snella e più veloce”.
UNA SITUAZIONE CHE DANNEGGIA I GIOVANI – L’avvocato Pierluigi Oddi segretario provinciale Conapi, ha aggiunto: “Un vero e proprio mercato di attestati è stato prodotto durante questi anni nella Marsica, situazione che è andata a ledere soprattutto i giovani , oggi viene svelato uno “stampificio” di attestati da parte di Enti , Associazioni che non sono assolutamente riconosciuti. Direi che da qualche mese, con la nascita del Conapi provinciale di L’Aquila, si è ripristinata un po’ la legalità sulla materia, la formazione e anche l’attività sindacale della azienda che deve essere fatta da Enti seri autorizzati . Vi sono decreti che lo attestano e si deve esigere la professionalità riconosciuta. Con il Conapi è stato realizzato un punto di riferimento serio che attesta proprio la sussistenza di principi di legalità che vanno rispettati, e devono essere rispettati perché lo prevede la normativa che sancisce il rispetto delle norme.
Nello specifico è bene evidenziare che ci sono due tipologie di soggetti formatori sia quelli pubblici (Regioni, INAIL INPS Ispettorato del Lavoro quindi ASL dipartimento di prevenzione e protezione) e poi i soggetti formatori privati che sono personalità giuridiche con il codice di attività prevalente della formazione professionale continua e, possono richiedere accreditati presso le regioni di appartenenza per l’erogazione di corsi di formazione in qualsiasi tipologia di materia purché abbiano la macrotipologia accreditata, richiesta.
Poi ci sono i sindacati e le associazioni di categoria che non posso essere accreditati ma possono essere autorizzati a fare formazione solo ed esclusivamente per i propri iscritti. Nel caso specifico della formazione per le attrezzature da lavoro le associazioni di categoria autorizzate devono comunque rispettare il criterio dell’accreditamento regionale e, quindi devono avere risorse infrastrutturali come aule accreditate, risorse fisiche come un organigramma previsto dall’accreditamento regionale che elenca un direttore un responsabile del progetto formativo, un responsabile del progetto dei fabbisogni sul territorio, un responsabile dell’erogazione del servizio, un responsabile amministrativo e una serie di docenti che abbiano i criteri corrispondenti alla normativa dell’accordo Stato Regione con decreto 22/12/2011- Due tipologie sindacato e associazioni di categoria possono farlo purché autorizzate e comunque devono rispettare il criterio infrastrutturale e delle risorse umane.