Eurotrial nei territori dell’orsa Amarena, Marsilio risponde agli ambientalisti: “Respingo al mittente le solite accuse strillate e arroganti”

Abruzzo – Negli ultimi giorni si sono alzati i livelli polemici attorno all’organizzazione, nei territori di Villalago, dove l’orsa Amarena è stata più volte vista e immortalata assieme ai suoi due nuovi cuccioli, di una gara di trial automobilistico. Di recente 9 associazioni ambientaliste hanno rivolto aspre critiche al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio accusato di non rispettare le regole relative alla tutela della fauna selvatica: “per lui e tanti altri Sindaci delle nostre aree interne tutto è sempre compatibile con la conservazione dell’orso e della natura, dall’ampliamento a base di ruspe degli impianti sciistici nei Parchi Regionali e Nazionali, alla devastazione prossima ventura dei Piani di Pezza per finire con i moto o autorally fuoristrada“, scrivono gli ambientalisti nella loro nota.

Il Presidente Marsilio ha così risposto alle 9 associazioni: “Respingo al mittente le accuse mistificatorie delle associazioni. I primi e più autentici custodi dei valori ambientali della montagna sono quelli che ci abitano tutto l’anno, non i ‘borghesi’ che ci vanno a passeggio una volta al mese. Nel comunicato stampa dell’associazione ‘Salviamo l’orso‘ (capitanata da Stefano Orlandini) e sottoscritto da altre nove associazioni, vengo accusato di non voler rispettare le norme a tutela dell’ambiente e della fauna selvatica, e in particolare dell’orso marsicano. Sfido Orlandini e tutte le associazioni a citare una sola riga e una sola parola del mio precedente comunicato, nella quale si possa anche solo sospettare che da parte mia ci sia questa intenzione.

Se il protocollo PATOM esiste ed è sottoscritto dalla Regione, questo protocollo porta la mia approvazione e la firma della mia giunta. Ho sollecitato TUTTE le parti (a partire dal sindaco) a trovare una soluzione equilibrata e rispettosa delle norme, non “contro” le norme, mettendo allo scopo a disposizione gli uffici regionali. Ed è quello che sta succedendo, con la vigile e attenta collaborazione del Parco nazionale, che proprio oggi sta facendo sopralluoghi a Villalago con gli organizzatori e con l’amministrazione comunale per individuare l’area più indicata per poter svolgere la manifestazione nel pieno rispetto delle leggi. Sono fiducioso che questo lavoro porterà a una soluzione condivisa che permetterà di svolgere il raduno dei fuoristrada con tutte le autorizzazioni previste che ne certifichino la compatibilità e il rispetto delle regole, senza alcun danno né per la fauna né per la flora.

Di fronte a questo esito che auspichiamo, chi continuasse a protestare farebbe una polemica gratuita e pregiudiziale. Respingo al mittente le solite accuse strillate e arroganti, di chi è troppo abituato a puntare il dito e a sentenziare con giudizi sprezzanti. Ancora una volta tra le righe del loro comunicato si legge questa presunzione di superiorità, che troppi ambientalisti ‘borghesi’ mostrano, dai loro salotti metropolitani, nei confronti dei sindaci e degli amministratori che vivono in montagna 365 giorni all’anno, e che della montagna e dei suoi valori sono i primi e più preziosi custodi. Orlandini dimentica infatti di dire che il sindaco non è stato ‘costretto’ da nessuno a chiudere i sentieri nei giorni scorsi a causa della vicinanza dell’orsa Amarena, ma lo ha fatto di sua spontanea volontà e senza che esistessero norme specifiche e dettagliate in merito, usando il buon senso e l’amore che nutre insieme a tutta la sua comunità per gli animali e per la natura.

Bisognerebbe imparare a fidarsi di più dei sindaci e dei nostri ‘montanari’, come anche delle istituzioni preposte alla tutela (a partire dalla Regione e dal Parco nazionale), come anche bisognerebbe rispettare di più le sentenze del Consiglio di Stato, che hanno certificato come a Ovindoli e ai Piani di Pezza non sia previsto alcuno ‘scempio‘, come il solito gruppo di associazioni ha tentato di dimostrare facendo ricorso al tribunale amministrativo. Una sentenza esemplare che ha ristabilito il giusto equilibrio tra i diritti dei diversi portatori di interesse. Ho fondato insieme a Paolo Colli 35 anni fa l’associazione ambientalista Fare Verde (quando l’ambiente e la sostenibilità non erano la moda del momento), ho impedito la cementificazione del parco archeologico di Tor Marancia quando un sindaco del partito dei Verdi voleva edificare 2 milioni di metri cubi di edilizia residenziale.

Non accetto lezioni da nessuno su questa materia, né processi sommari. Le associazioni ambientaliste possono e devono criticare il mio operato, ma hanno il dovere di farlo citando fatti specifici e atti amministrativi; non gli consento di mistificare le mie parole, altrimenti dimostrano solo di coltivare quell’integralismo che ho denunciato e che intendo continuare a combattere.”

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