Avezzano. Era stato accusato di aver fatto resistenza ai carabinieri mentre lo stavano arrestando. Tanto che fu arrestato anche per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. L’accusa aveva chiesto un anno e mezzo di reclusione, in quanto aveva inveito contro il maggiore dell’Arma dei carabinieri, Fabio Imbratta, a comando della compagnia di Pontecorvo, utilizzando un coltello.
Questa mattina Ivan Di Berardino, 34enne avezzanese, molto conosciuto per la sua attività da pugile, è stato assolto dal giudice del tribunale di Avezzano, Stefano Venturini.
Venturini ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Antonio Pascale secondo cui il pugile non aveva intenzione di fare del male o di picchiare o ferire i militari.
I fatti si riferiscono alla fine di novembre quando Di Berardino fu fermato dai militari del Frusinate su disposizione di un’ordinanza emessa dal tribunale.
Si tratta della stessa inchiesta in cui fu coinvolto anche Marco Lucantoni, avezzanese di 41 anni, che fu arrestato a luglio dello scorso anno e portato nel carcere di Cassino. Lucantoni fu fermato a Pontecorvo, nel Frusinate, mentre era in compagnia di un sedicenne di Tagliacozzo. Il minorenne e Lucantoni furono accusati di trovarsi a Pontecorvo per compiere un’estorsione. In particolare, il 41enne, pare fosse già da tempo nel mirino dei militari. I due, quando furono individuati e fermati dai carabinieri, furono trovati in possesso di circa trenta grammi di marijuana e tre dosi di eroina.
Sottoposto a fermo, il 41enne fu perquisito nella sua abitazione di Avezzano, dove fu trovato anche un proiettile, poi sequestrato. Mentre si svolgevano le operazioni di perquisizione sul posto arrivò anche Di Berardino, alla guida di un’auto nonostante senza patente e per questo all’epoca fu denunciato.
Per Di Berardino l’arresto scattò più tardi. A novembre. L’accusa fu sempre quella di estorsione. Al momento dell’arresto Di Berardino tirò fuori un coltello rivolgendosi al maggiore dei carabinieri con cui pare ci fu un battibecco.
Per l’estorsione Di Berardino fu portato al carcere di Isernia da dove è stato liberato qualche giorno fa, per tornare ai domiciliari. Alla convalida dell’arresto per resistenza, invece, seguì l’interrogatorio di garanzia e i domiciliari con il braccialetto elettronico. Ora Di Berardino è totalmente libero dal reato di resistenza a pubblico ufficiale. Rimane solo l’accusa per il reato estorsione per cui rimane ai domiciliari con la possibilità di uscire di casa dalle 8 alle 13 per poter lavorare.
L’avvocato difensore è il legale del foro di Avezzano Antonio Pascale.