Un invito con i fiocchi quello che ha ricevuto il Maestro d’arte Donato Angelosante Junior, per la precisione l’evento “Artisti d’Italia” curato dal critico d’arte Vittorio Sgarbi. L’artista è stato selezionato personalmente da Sgarbi per prendere parte a quello che si prepara ad essere uno degli avvenimenti artistici più importanti del 2022, una mostra che dà visibilità al sottobosco fecondo che non è facile poter ammirare nei circuiti tradizionali, per fare un paragone altisonante un po’ come capitò agli Impressionisti che dal Salon des Refusés mossero la loro scalata d’attacco nei confronti di un modo di intendere l’arte ingessato e glorificato che gli artisti dell’epoca non ritenevano più pertinente al pensiero corrente.
Il luogo che ha scelto Sgarbi per tenere a battesimo la propria creatura è stato quell’esemplare gioiello di razionalità neoclassica nata dal genio del Piermarini, Villa Reale a Monza che ha aperto i suoi preziosi spazi agli oltre cento artisti scelti dal professore in rappresentanza dei fermenti contemporanei dell’Italia intera. L’inaugurazione del 25 marzo, alla quale erano ammessi i soli artisti partecipanti, è stata una grande occasione non solo per presentare gli stessi e le loro opere ma anche per fare il punto della situazione sulle nuove strade che sta percorrendo l’arte contemporanea italiana. Ad aprire le danze l’analisi lucida e tagliente condotta da Sgarbi, capace come sempre di rapire i presenti e la stampa intervenuta: “Sarà una grande mostra degli artisti contemporanei, pensata per loro, concepita per loro e resa possibile da loro. Credo in una idea democratica dell’arte, per la quale la sua socialità non deve essere compromessa da classistiche tirannie in cui ristrette minoranze di addetti ai lavori, artisti, commercianti, critici pretendono di rappresentare l’unico tutto possibile.”
La mostra rimarrà aperta per un mese, fino al 25 aprile e con grande soddisfazione gli organizzatori riferiscono di un grande afflusso di visitatori accorsi in massa. Donato Angelosante espone due opere, Architettura Spaziale N 11 e N 12, sculture realizzate in carta che frullano in un unico concentrato l’interesse dell’artista per l’universalità dell’esistenza ma anche la grande lezione del classicismo e forse non ci sono parole migliori per avvicinarci meglio al valore di questi lavori se non le parole di chi li ha realizzati: “ Più che altro queste opere condensano in sé ossessivi interrogativi sugli arcani meccanismi che l’Universo innesca nella mente e nel cuore di un rinnovato uomo vitruviano. Come può l’uomo relazionarsi con l’immensità e la bellezza dello Spazio che a malapena può percepire, di certo non comprendere, tantomeno fare proprio? Ecco allora pronta una moderna Medusa che con il proprio silenzio assordante quasi ci sussurra il pericolo incombente: quanto più tentiamo di avvicinarci all’oggetto del desiderio tanto più siamo destinati a veder fondere la cera che tiene incollate le nostre ali”.








