Personale dell’artista abruzzese Daniela Darielli al Palazzo Maccafani di Pereto

Daniela d’Arielli
Daniela d’Arielli

Pereto – La galleria Monitor è lieta di annunciare l’apertura della stagione espositiva presso la sua sede di Palazzo Maccafani (Pereto AQ) con la personale dell’artista Daniela d’Arielli (Ortona, 1978) che presenterà un corpo di opere inedito, interamente pensato per abitare le stanze del Palazzo e realizzato nell’ultimo anno.

Caratterizzata da una forte componente site – specific, la mostra A te è sottesa da una serie di rimandi all’individualità che, seppure assente iconograficamente, rimane tuttavia presente nei materiali esposti: tessuti – drappi, coperte, superfici sapientemente trasformate, rielaborate dall’artista attraverso la tecnica del ricamo e del cucito: il tramato di una antica coperta abruzzese viene dunque interamente riscritto in un linguaggio in cui i fiori divengono stelle; un tessuto écru simile ad un lenzuolo, si carica della rappresentazione di tutti i fiumi del mondo, in cui alcuni “pezzi d’acqua” dell’Atlantico e del Pacifico ne scandiscono il flusso.

Tra le opere, proiettato su una cisterna, troviamo un video leggero, silenzioso, ritmato dal vapore che l’alito dell’artista imprime sul vetro e che lascia trasparire la scritta della restituzione e della partecipazione, che dà il titolo all’esibizione, sullo sfondo del mare inquadrato dalla finestra della casa materna.

Da sempre, la ricerca della d’Arielli verte sul tema dell’acqua, che può esser considerata “un elemento generativo. L’acqua è fluida, cambia incessantemente forma, consistenza, colore e proprietà. Nelle sue mille forme l’acqua permea letteralmente tutta la natura ed è il bene più
prezioso per la vita. Nell’acqua non esiste caduta, il peso diventa inconsistente e ogni movimento agevole, è uno spazio che non presenta elementi ostili, perché semplicemente è esso stesso ostile – pur nella sua accoglienza – alla vita dell’uomo.”

Acqua come lessico famigliare (il nonno dell’artista era pescatore mentre il padre marinaio), acqua come linfa vitale ma anche elemento di pericolo e distruttivo. Tutta la mostra ideata per gli spazi della galleria verte su questo fattore dicotomico con le sue rappresentazioni di planisferi e coste, ora presenti ora in via di erosione, in cui le tracce dei fiumi divengono un’allusione al tessuto delle vene che scorre nei corpi, in cui costante è il rimando al sangue e alla pelle dell’essere umano. La mostra è accompagnata da un testo critico di Maurizio Coccia.

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