“Costruire ponti, non muri”: firmato ad Avezzano il protocollo tra Asl e Diocesi per una sanità più inclusiva

Avezzano Ieri mattina nella Sala De Santis del Consultorio di Avezzano, è stato siglato il protocollo d’intesa tra la U.O.S.D. Consultoriale Area Marsica della Asl 1 Abruzzo e la Diocesi di Avezzano per l’integrazione della Mediazione Culturale nei servizi Socio Sanitari offerti dai consultori familiari. Il protocollo, firmato dalla dottoressa Antonella Busico per la Asl 1 e il Vescovo Giovanni Massaro per la Diocesi di Avezzano, mette a sistema prassi operative già consolidate dalla collaborazione realizzata tra gli enti nei mesi precedenti. Le parole del vescovo:

«Cari amici, autorità civili e sanitarie, operatori e volontari, con profonda gratitudine e sincera emozione prendo la parola oggi, in un momento che ritengo carico di significato e di speranza per la nostra comunità. La firma del protocollo di intesa tra A.S.L. 1 Abruzzo e i servizi Caritas e Migrantes della nostra Diocesi non rappresenta soltanto un atto amministrativo o una nuova sinergia operativa: è un segno concreto di un impegno condiviso per l’umanizzazione della cura, per una sanità che si fa prossimità, ascolto, inclusione. L’obiettivo di integrare la mediazione culturale nei servizi socio-sanitari consultoriali nasce da una consapevolezza precisa: le barriere linguistiche e culturali sono oggi tra gli ostacoli più grandi all’accesso equo e dignitoso ai servizi, soprattutto per le donne migranti. Tante di loro portano sulle spalle storie di fragilità, isolamento, paura. Molte si trovano a dover affrontare il delicato momento della maternità, della cura familiare o del disagio psicologico in un contesto nuovo, spesso ostile, senza conoscere la lingua o i propri diritti. Per questo, è nostro dovere morale e cristiano costruire ponti, non muri. Il servizio di mediazione culturale che la Diocesi offre – gratuitamente e con spirito evangelico – vuole essere proprio questo: un ponte. Un gesto concreto per dire a ogni donna, a ogni famiglia, a ogni migrante: “Tu sei il benvenuto, tu sei atteso, la tua dignità è riconosciuta”.

Ma c’è un messaggio più ampio che oggi vogliamo trasmettere: una società che si prende cura di chi è più fragile è una società più umana e più forte. La collaborazione tra istituzioni sanitarie e realtà ecclesiali, quando si fonda sul rispetto e sulla corresponsabilità, diventa testimonianza viva di una comunità che sceglie l’accoglienza, l’inclusione, la solidarietà. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto, gli operatori sanitari, i volontari, i mediatori culturali, i responsabili dei servizi Caritas e Migrantes. Il vostro lavoro silenzioso è il volto della Chiesa in uscita, che cammina accanto, che ascolta, che serve. Affido al Signore questo cammino comune. Che sia fecondo, che porti luce e conforto a chi ne ha bisogno. Che ci renda, tutti, costruttori di fraternità e artigiani di pace. Grazie».

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