Concorso polizia locale, donne incinte fuori

Se da un lato c'è un ministro che dice di fare figli nei tempi giusti, dall'altro c'è chi fa i bandi di concorso e tira fuori chi è positivo al test di gravidanza. Anche ad Avezzano la domanda è: i figli si possono fare ma chi li mantiene?

Avezzano. Fertility day sì ma se sei incinta sei fuori dai concorsi pubblici per vigili urbani (meglio, polizia locale). In Italia, come anche ad Avezzano.

Per le donne a caccia di lavoro che usano presentarsi ai concorsi o alle selezioni pubbliche in generale, dove è necessaria una prova sportiva, non è una novità: se si risulta positive al test di gravidanza si viene automaticamente escluse. Come se portare un bambino in grembo fosse come avere una qualche malattia invalidante o comunque non fosse un sintomo di salute.

E così, all’indomani della costituzione di una nuova commissione per le pari opportunità al Comune di Avezzano, non è passata inosservata la prescrizione contenuta all’interno dell’ultimo bando di corso – concorso pubblicato sul sito istituzionale del Comune.

Si tratta del «Corso-concorso pubblico, per esami, per la formazione di una graduatoria da utilizzare per assunzioni a tempo determinato di agenti di polizia locale – cat. C – al fine di assolvere ad esigenze stagionali e/o per altre necessità temporanee eccezionali, con possibilità di utilizzo della stessa graduatoria anche per eventuali assunzioni a tempo indeterminato solo quando la Funzione Pubblica dichiarerà conclusa anche per la Regione Abruzzo la procedura riguardante la ricollocazione del personale in esubero degli enti di area vasta, e secondo quanto previsto nelle programmazioni dei fabbisogni del personale (D.D. n. 10031 del 19/07/2016)».

Insomma, in poche parole, se all’inizio della sezione PARI OPPORTUNITA’ si parla di una “specie” di agevolazione per le prove sportive per il “gentil sesso”, poco dopo, si legge che la prova del test di gravidanza, qualora fosse positiva, sarebbe un impedimento per le prove. Pertanto se una donna è incinta è automaticamente fuori dalle prove.

Naturalmente, il dettato del bando non è passato inosservato ad alcune giovani marsicane che hanno desistito dal presentare la propria candidatura.

E’ di pochi giorni fa la notizia di un nuovo ricorso al Tar, da parte di una soldatessa, esclusa dal concorso pubblico perché incinta.

Leggi qui: http://www.lastampa.it/2016/09/12/italia/cronache/soldatessa-esclusa-dal-concorso-in-finanza-perch-incinta-fa-ricorso-al-tar-v3VHb83xEK3ZZitQ4YvDBI/pagina.html

Sulle pagine del quotidiano La Stampa si legge: «Se è vero che lo stato di gravidanza impedisce l’accertamento sanitario di idoneità al servizio, è altrettanto vero che questo non puo’ determinare una definitiva esclusione: questo era già stato stabilito proprio dai giudici del Tar del Lazio che nel 2011 si pronunciarono su un ricorso analogo avanzato da Valentina Fabri. Allora, la donna esclusa dal concorso e riammessa per decisione dei giudici che scrissero: “Lo stato di gravidanza non può essere considerato una malattia o un’imperfezione che mette in discussione l’idoneità psico-fisica della donna al suo eventuale reclutamento nell’Esercito”. La caporalmaggiore Fabri fu quindi riammessa al concorso “con tante scuse della Difesa che nemmeno impugnò la sentenza dinnanzi al Consiglio di Stato”, spiegano i suoi avvocati, Giorgio Carta e Giuseppe Piscitelli, gli stessi legali del nuovo caso».

E allora, se da un lato la ministra Lorenzin promuove il fertility day e “richiama” il popolo a fare figli (e ad affrettarsi pure a farli visto che l’età, si sa, non giova alla fertilità) dall’altro, nei concorsi pubblici si viene escluse se si è incinte.

Uno solo è il punto fermo del discorso. Fare i figli presto va bene ma una donna, nel 2016, si chiede anche come mantenerli. E se per accedere a un concorso non posso essere incinta c’è qualcuno che ha sbagliato a fare i conti.

In Italia succede anche questo e succede anche ad Avezzano, anche con le commissioni per le pari opportunità.

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