Avezzano – Sostiene di aver occupato quell’alloggio popolare perché disabitato e di averlo ripulito con le sue mani per poi entrarci con la figlia di appena 6 mesi. E’ quanto dichiarato al quotidiano PrimaDaNoi da Rosa, 24enne di etnia rom, mamma di una bimba di 6 mesi, entrata nei giorni scorsi in una abitazione Ater senza che le fosse stata assegnata.
Venerdì anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, aveva annunciato il suo arrivo nel capoluogo marsicano, mercoledì 23 marzo, in via Piersanti Mattarella, dove sorge il palazzo Ater, insieme alla coppia dei legittimi assegnatari con i tre figli.
Adesso interviene, con una nota, il segretario nazionale dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina, chiedendo l’intervento del ministero dell’Interno. Intanto la donna si difende: «Ammetto di essere entrata in un’abitazione non di mia proprietà ma sono entrata perché era aperta e disabitata da mesi e lo testimoniano le condizioni di abbandono e le bollette pari a zero euro dell’ultimo periodo».
Secondo il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, «occupare una casa è un atto incivile e illegale che va condannato ma non bisogna associare Avezzano al far west», dice annunciando di aver disposto un dossier da parte degli uffici competenti per verificare quante situazioni del genere siano presenti ad Avezzano.
«Il fenomeno è sempre più frequente in molte parti d’Italia. Ben vengano i politici nazionali almeno – conclude il sindaco – si rendono conto che la soluzione è modificare la legge».
«Solleciterò personalmente il ministero dell’Interno – dice il segretario nazionale Idv, Messina – affinché si adottino adeguati e immediati provvedimenti di ripristino della legalità nell’incredibile vicenda della famiglia di Avezzano la cui casa è stata occupata da un gruppo di rom».
L’abitazione risulta assegnata dall’Ater a una donna nordafricana sposata con un uomo, residente in un paese della Marsica.
«Appena ci siamo resi conto che la casa era abbandonata – ha detto ancora Rosa – sono entrata e insieme a mio padre l’ho pulita portando via alcune cose e contestualmente mi sono autodenunciata, dimostrando – conclude mostrando un foglio con le firme di alcuni condomini – che gli assegnatari non si vedevano da mesi».
La famiglia assegnataria risulta ospite in un albergo della città.
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