Bonus commercianti, Montelisciani di “Tagliacozzo Unita”: “Il comune deve riaprire i termini del bando con un avviso pubblico”

Tagliacozzo – Sul bonus commercianti l’amministrazione ha fatto un pasticcio che lede i diritti di oltre 200 attività. Chi è già risultato assegnatario del bonus può stare tranquillo perché lo riceverà, ma il bando va riaperto a chi non ha presentato domanda.”: questa è la clamorosa dichiarazione del Consigliere comunale di Tagliacozzo Vincenzo Montelisciani, capogruppo di Tagliacozzo Unita, che interviene in favore di tutti i commercianti di Tagliacozzo non considerati da questa amministrazione.

Spiega Montelisciani: “I fatti sono questi: L’amministrazione comunale di Tagliacozzo -nel mese di giugno- ha pubblicato un bando per un contributo straordinario di 200 o 300 euro in favore delle attività commerciali che sono rimaste chiuse durante il lockdown. Un provvedimento che a suo tempo avevamo comunque giudicato troppo esiguo. Ad ogni modo, il bando è stato aperto il giorno 15 e le domande potevano pervenire entro il 30 giugno alle ore 12.30. Il dirigente, con determina del 21 settembre, ha voluto accettare le domande pervenute oltre il termine previsto dal bando (che in totale sono 9, un paio presentate ad agosto) “visto”, si legge nel documento, “il numero esiguo di richieste e la sufficiente copertura finanziaria”, per un totale di 111 attività. Queste attività avevano e hanno i requisiti necessari per accedere al bonus e per questo riteniamo giusto in questo caso non soffermarci sulla forma: bene ha fatto il dirigente ad ammetterle al contributo. Non è questo il punto. Il punto è che se si consente anche a chi ha presentato domanda tardiva di accedere al contributo, allora bisogna riaprire i termini per la presentazione delle domande per poter far partecipare anche tutte le altre attività che -magari pensando di essere fuori tempo massimo- non hanno presentato richiesta. In poche parole, l’amministrazione deve dare a tutti parità di accesso e tutti devono essere messi nelle stesse condizioni. E questo principio è tutelato dalla legge. E’ consentito prorogare i termini per la presentazione delle domande, a patto, però, che si proceda con un avviso ad evidenza pubblica che informi tutti i cittadini di questa possibilità. Questo avviso pubblico non c’è stato, nessuno sapeva della possibilità di essere ammessi al contributo pur avendo presentato una domanda tardiva, eccetto pochissimi, che probabilmente saranno stati informati per le vie brevi.”

Tutto ciò”, commenta Montelisciani, “oltre ad essere sbagliato dal punto di vista amministrativo, è profondamente ingiusto perché tutti devono essere messi sullo stesso piano. E’ l’ennesima prova di quanto questa amministrazione sia divisiva, escludente e incapace. Peraltro il fondo a disposizione di circa 80.000 euro sarebbe stato sufficiente a coprire il bonus per tutte le oltre 300 attività commerciali del paese, compreso pure gli sgravi sulla tariffa rifiuti (TARI). E invece soltanto 111 attività percepiranno il bonus, per un totale di 29.300 euro.”

Conclude Montelisciani: “I commercianti sono tra le categorie che maggiormente hanno sofferto la crisi generata dalla pandemia e rappresentano uno dei pilastri della nostra economia: e, se è vero che l’estate ha rappresentato una boccata di ossigeno, è anche vero che già sappiamo che durante questo lungo inverno verranno chiamati a pagare uno dei costi economici più alti, a causa delle nuove restrizioni anti contagio. E’ intollerabile che vengano trattati così. E per cosa? Forse per risparmiare qualche euro? Da mettere dove? Ancora spese per alberi e alberelli che muoiono dopo qualche settimana? Siamo seri. L’amministrazione può e deve sanare questa profonda ingiustizia, per evidenti ragioni di natura formale, e per ancora più serie ragioni di natura sostanziale, che impongono che tutti gli amministrati vengano trattati allo stesso modo senza disparità di trattamento. Le oltre 200 attività rimaste escluse dal bonus, se non ne hanno fatto domanda, devono potere avere la possibilità di presentarla così come è stato concesso alle altre; e anche se ne fosse rimasta fuori soltanto una il discorso non cambierebbe di una virgola. E’ doveroso riaprire i termini del bando, dandone notizia a tutti con un avviso pubblico: l’amministrazione non può non farlo”.

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