Marsica – Ottenere un percorso riabilitativo dignitoso, per dare loro una parvenza di normalità. Lo chiedono i genitori dei bambini con disabilità psico-cognitiva che ogni anno sono costretti a sedute trisettimanali di logopedia, psicomotricità ed attività psico-cognitiva. Da 6-7 mesi questi bambini sono senza terapia, soggetti ad un processo di regressione.
“Nei primi tre anni – racconta una mamma marsicana – le sedute venivano effettuate presso una struttura di Avezzano, poi inspiegabilmente il posto per mio figlio non c’era più e sono stata costretta a recarmi prima in una struttura riabilitativa di Lecce nei Marsi e, successivamente, a Capistrello. Ora mi dicono che anche in questa struttura non c’è più posto per il mio bambino e da gennaio le sedute riabilitative sono state sospese. Altri genitori si trovano a vivere la mia stessa situazione.
Ci chiediamo come sia possibile che nella nostra ASL proprio per le persone più deboli, i bambini con queste fragilità, ogni anno puntualmente si debba faticare per vedersi riconosciuto un diritto. Chiediamo solo la possibilità di ricevere, per i nostri bambini, un diritto sancito dalla Costituzione, ossia il diritto alle cure e il sacrosanto diritto ad avere, senza lunghe interruzioni e cambiamenti, le sedute di riabilitazione linguistica e psicologica.
Chiediamo a chi di competenza di vigilare e verificare quali siano i requisiti selettivi adottati per poter accedere ai percorsi privilegiati riabilitativi per minori, senza provocare queste lunghe interruzioni che comportano una perdita quasi totale dei benefici ottenuti durante 12 mesi di terapia. Ci sentiamo soli ed abbandonati dalle istituzioni”.