Avezzano – Due incontri, nella sala congressi ex Arssa, per parlare di riforma costituzionale. Il primo, venerdì 11 novembre a sostegno del Sì, il secondo, sabato 12 novembre, a sostegno del No. Al convegno dal titolo “Riforme istituzionali e Sviluppo Economico dei territori” sono intervenuti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti, la deputata Pd e responsabile Mezzogiorno e fondi UE Stefania Covello, il presidente del Consiglio Regione Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio, il docente di Diritto costituzionale dell’Università dell’Aquila Fabrizio Politi, il presidente di Confindustria L’Aquila Marco Fracassi, sindaci del territorio e rappresentanti delle associazioni.
Per l’Onorevole Stefania Covello quella del referendum è una battaglia di fondamentale importanza. “Abbiamo – ha detto – la necessità di cambiare la Costituzione e quindi dobbiamo approvare questa riforma. La data del 4 dicembre è storica, è un’occasione che non avremo l’anno prossimo o tra due anni. Il 5 dicembre ci sarà un nuovo punto di partenza per gli italiani. Questa è la partita con cui le nuove generazioni si riapproprieranno del loro futuro”. Dello stesso avviso il Presidente Di Pangrazio che ha sottolineato come la riforma oggetto del referendum sia davvero fondamentale. “Abbiamo una grande opportunità, quella di dare una svolta al paese – ha concluso l’Onorevole De Vincenti – ed è per questo che vi invito ad andare a votare il 4 dicembre”.
Sabato si è tenuto, invece, l’incontro del movimento politico di centrodestra “Rivolta Italia” a sostegno del No. Sono intervenuti l’Onorevole Giuseppe Moles Presidente Nazionale Rivolta Italia, Antonio Del Corvo Presidente emerito provincia di L’Aquila, Antonella Di Nino Coordinatore Provinciale Forza Italia, Paolo Gatti Vice Presidente Consiglio Regione Abruzzo, Gianni Chiodi Presidente Emerito Regione Abruzzo, l’ Onorevole Fabrizio Di Stefano Coordinatore Regionale Comitati per il NO e la Senatrice Paola Pelino. Ha moderato il giornalista Filippo Rosati. Per i sostenitori del No la riforma rischia di peggiorare le sorti della nostra nazione. “Il senato non verrà abolito, ma verrà solo trasformato in un ente di secondo livello e non è vero che i senatori non avranno alcun indennizzo, ma questo gli verrà, invece, corrisposto non più dal senato ma dai rispettivi comuni o regioni di provenienza. La riduzione del numero dei senatori porterà, inoltre, ad un risparmio (50 milioni di euro complessivi) davvero esiguo poiché pari a 0,96 euro pro capite. Non c’è, infine, necessità di velocizzare l’iter delle leggi Italiane perchè nel nostro paese si approvano già troppe ed inutili leggi”.