Avezzano – Un caso delicatissimo, nato da accuse gravissime, si è concluso con una sentenza che ribalta completamente l’impianto accusatorio iniziale: un padre è stato assolto con formula piena dalle imputazioni di violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti delle figlie. A segnare la svolta è stata la dichiarazione di una delle ragazze, oggi maggiorenne, che ha ammesso davanti ai giudici di aver inventato tutto, spinta dalla rabbia.
La vicenda risale a qualche anno fa, quando due sorelle adolescenti – all’epoca 14 e 16 anni – avevano raccontato agli inquirenti di aver vissuto un vero e proprio inferno tra le mura domestiche: episodi di violenza fisica, insulti, minacce, segregazione, fino a gravi accuse di abusi sessuali da parte del padre e maltrattamenti con il coinvolgimento della madre. Le indagini portarono all’intervento dei servizi sociali e all’allontanamento delle minori.
Durante il processo, però, il quadro ricostruito dagli inquirenti ha iniziato a sgretolarsi. Testimonianze raccolte nel corso dell’istruttoria hanno ridimensionato le dichiarazioni iniziali, fino al colpo di scena: una lettera scritta da una delle figlie e inviata alla zia, in cui chiedeva scusa al padre e ammetteva di essersi inventata tutto. Ascoltata dai giudici, la ragazza ha confermato quanto scritto, dichiarando che le sue accuse erano frutto di rabbia e risentimento.
Sulla base di queste dichiarazioni e delle risultanze processuali, il collegio giudicante ha pronunciato una sentenza di assoluzione totale per il padre, prosciogliendolo da ogni accusa, compresa quella di violenza sessuale. La madre è stata invece condannata a due anni, con pena sospesa, per alcuni episodi di maltrattamento, mentre per le altre imputazioni è stata assolta.
Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Mario Flammini e Andrea Tinarelli (in foto).