A Pescina un bellissimo murales rievoca Elvira di Fontamara

Pescina – Il murales si trova su un muro laterale dell’ex scuola dello scientifico. Un’opera favolosa realizzata da Sally, una giovane ragazza cilena che con grande maestria rende omaggio a Silone ed al paese. L’opera rappresenta Elvira di Fontamara, il primo romanzo di Ignazio Silone.
Sally si è dedicata in questi mesi ad “abbellire” il nostro territorio, ricordiamo le opere pittoriche realizzate in cooperazione con Eliseo Parisse e donate alla scuola dell’infanzia e secondaria di primo grado di Aielli.

Di seguito riportiamo il dialogo del fotografo Orazio Mascioli con l’artista Sally. Nelle parole di questo incontro si descrive in maniera sensibile quanto rappresentato nel murales.

Elvira e Sally
Ciao, sono Orazio, l’amico di Eliseo.
Ciao, sono Sally, mi risponde dall’alto del ponteggio.
Posso fotografare? E mi invita con un largo gesto.
Mi avvicino. In punta di piedi. Non si disturba un’artista come lei in equilibrio precario sul mondo.

Oltre la piattaforma, quasi nascosto dai tubi, mi appare un volto dolcissimo come quello di una madonna. E scorgo uno schizzo appoggiato quasi per caso. Una madonna delle acque abruzzesi, con una conca tra le mani.
No, non è una madonna. È Elvira, chiedo a Sally.
Sally sorride e annuisce.
Elvira che indossa un velo come un hijab.

Elvira che pensa a Berardo, Berardo che è partito in cerca di lavoro, aggiungo quasi sottovoce.
E Sally mi racconta d’essere in Europa per aver vinto un concorso.
Sally, di appena trent’anni, di madre fontamarese e padre cileno.
Per la mia generazione bastava soltanto nominare il Cile per pensare alla meteora di Allende, di Unidad Popular. E Sally mi fa notare come sia rimasto ben poco, nel suo paese, di quella esperienza.

Ti trovi bene in Europa, provo a chiedere.
Mi risponde che è meglio il Sud America, voi Europei siete troppo consumisti. Comperate oggetti superflui e poi li buttate. In Cile non succederebbe, un oggetto vale una vita.

Il piccolo computer appoggiato sulla piattaforma diffonde musica andina.
Sarà per quelle note, sarà per le parole di Sally, il mio pensiero torna a Berardo.
Berardo fuggito dalla fame, partito clandestino per la capitale, in cerca di lavoro.
Berardo senza la tessera di partito in tasca.
Berardo morto ammazzato per una semplice utopia.

E chiedo a Sally cosa mai l’abbia colpita negli scritti di Silone.
La poesia delle cose semplici, è la sua risposta immediata.
La stessa poesia, Sally, che hai dipinto nello sguardo chinato di Elvira.
E Sally mi sorride. Un largo sorriso.

Posso tornare?
Torna quando vuoi, io sono qui.

¡Horacio! Mi chiama.
Mi fai avere le foto che hai scattato?
E io posso scrivere di te?
Ciao Sally, piccolo lucherino delle Ande.

E io?
Io sto con Elvira, sto con Sally.
Ne sono sempre più convinto.

Io sto con i migranti, in equilibrio precario sul mondo.

 

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