Grande risposta popolare alla chiamata alla mobilitazione dell’ordine degli avvocati per difendere il Palazzo di Giustizia di Avezzano. Una battaglia che va avanti dal 2012 quando, con il decreto legislativo 155/2012, si ordinava, per questioni di bilancio, di sopprimere i tribunali considerati minori e “riorganizzare la complessiva distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari (commi da 2 a 5 dell’articolo 1)“. Fin’ora si è tirato avanti a proroghe ma, come più volte è stato ribadito nel corso della manifestazione, si punta ad avere una risposta definitiva dal governo centrale. Moltissime le associazioni, i gruppi politici, i sindacati, i commercianti, i ragazzi delle scuole superiori ed i cittadini che si sono recati oggi davanti al Tribunale per portare la voce della città alla causa.

La presenza di cosí tanta gente testimonia che il problema del tribunale è molto sentito” dichiara Franco Colucci, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Avezzano. “Questa è una manifestazione a sostegno del tribunale perché qui è diventato impossibile lavorare. La scopertura è del 65 per cento. È vero che si tratta di un problema a livello nazionale, ma la percentuale altrove non è così alta. La Procura ha una scopertura dell’84 per cento. Davanti a situazioni del genere è giusto manifestare. Abbiamo notificato una diffida al ministero per il trasferimento del personale, ma non abbiamo ricevuto risposta. Ci siamo allora rivolti al Tar. La lotta non può finire qui. Abbiamo bisogno di andare a parlare al governo e rappresentare da vicino i nostri problemi. Per farlo abbiamo bisogno dei nostri politici. A sostegno del tribunale abbiamo anche la facoltá di giurisprudenza, fiore all’occhiello del territorio. La tutela che noi chiediamo non è solo per il tribunale, ma per tutto il territorio. È fondamentale rivolgersi alla politica al fine di raggiungere il risultato” conclude Colucci.

Giovanni di Pangrazio interviene dicendo che “stiamo continuando la battaglia. Siamo andati a Roma e tutti i partiti politici hanno fatto un passo avanti in maniera unita. Il problema risiedeva in alcuni tecnici che resistevano riferendosi aduna legge del 2012: la famosa spending review che abbiamo dimostrato non essere una spending review, ma anzi che chiudere alcuni tribunali comportava una maggiore spesa“.

L’assessore regionale Guido Liris ci spiega che “come è noto quando termina una legislatura cadono tutte le iniziative che sono state prese durante la legislazione precedente. La regione Abruzzo ripresenta una legge di iniziativa regionale con la quale si impegna a caricare su di sé le spese di gestione dei tribunali minori. La regione Abruzzo quindi si assume l’onere di mantenere i cosiddetti tribunali minori, anche se qualitativamente e quantitativamente tribunali minori non sono soprattutto se si parla di Avezzano. Noi chiediamo al CSM di continuare a mandare i magistrati senza diminuire l’unità che serve per portare avanti i procedimenti. Al dipartimento, che sottende al ministero di grazia e giustizia chiediamo invece di portare avanti a pieno titolo le leggi così emendate, cioè di portare avanti il materiale umano tecnico amministrativo sul nostro territorio. Sta accadendo che la resistenza dei dipartimenti e dei funzionari dei ministeri puntano a far morire i tribunali minori per asfissia: cioè non facendo arrivare il personale amministrativo in pianta organica, di fatto si crea il disservizio ed i cittadini ed i magistrati iniziano a tifare per l’accorpamento. Questo perché se non si sostituisce il personale in pensione accade che si crea l’esigenza di dover chiudere.”

La senatrice Gabriella di Girolamo, ci fa sapere che “nella scorsa legislatura ci siamo impegnati molto per questa tematica, per mantenere in vita i 4 tribunali Abruzzesi e per la riapertura delle piante organiche, la linfa vitale dei tribunali. Purtroppo i tecnicismi riscontrati all’interno dei ministeri ha reso impossibile sbloccare le piante organiche“.

Il senatore Michele Fina dichiara che “le cose da fare sono 2: trovare una soluzione definitiva, e non un’ulteriore proroga, e far si che questo lo si faccia tutti insieme. Questa partecipazione è a testimonianza che non è una battaglia esclusiva di chi fa parte del mondo della giustizia, ma di tutti. Giovanni di Pangrazio ha guidato delegazioni molto competenti a dialogare con tutti ed alla fine ha riscontrato che dal punto di vista tecnico un governo tecnico ha sbagliato a tagliare questi tribunali perché ha fatto una riforma con il righello senza riflettere sull’obiettivo della legge stessa, cioè quello di risparmiare e razionalizzare i costi. In tutta Italia, su 31 tribunali coinvolti, si è riscontrato che i risparmi sono stati irrisori e ci sono state maggiori spese per i disagi e naturalmente il servizio giustizia è stato peggiorato. Il disservizio che si crea ovviamente va coperto con ulteriori soluzioni che sono più costose“.

Il consigliere regionale Giorgio Fedele ci espone che “la legge che ha riformato la geografia giudiziaria è scellerata, ed ancora più vergognosa è l’applicazione che le è stata data. La politica deve rimanere presente e unita. Il vero nemico che hanno tutti i tribunali abruzzesi soppressi è all’interno dei ministeri, e sono i funzionari, i dirigenti e quei magistrati che non hanno mai messo piede in un tribunale e che sono i fautori di questo scempio. Le poche unità di personale che in questi anni sono arrivate al tribunale di Avezzano sono state mandate dopo lunghissimi scontri con chi ha la responsabilità di garantire ai tribunali le piante organiche. La battaglia per il tribunale è una battaglia di territorio perchè il nostro territorio non può perdere un altro servizio come questo“.

Mario Quaglieri, consigliere regionale, dice che “va necessariamente depositata un’altra legge perché, è vero che il problema è del tecnico, ma il tecnico legge una legge del 2012. Nelle nostre zone si percepisce il fatto di tornare indietro. La regione, nonostante non sia di sua competenza, difende i propri territori, mettendoci anche dei soldi per non abbandonare tutti e 4 i tribunali abruzzesi“.

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Amaral Giulio

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