Celano – Alle 7:53 del 13 gennaio 1915 un fortissimo terremoto sconvolse e devastò la Marsica. La terribile scossa, che interessò quasi tutto il centro Italia, è considerata per la forza distruttiva e l’elevato numero di vittime uno dei principali sismi dell’intero Paese. Sono passati 106 anni da quando la terra tremò e in molti, come ogni anno, ricordano il tragico evento per non dimenticare.
Lo ha fatto anche il Sindaco di Celano Settimio Santilli che ha voluto dedicare il suo ricordo in particolare ad una giovane diciassettenne di Celano, la ragazza dell’arco, riportando il racconto di Mario Cantoresi.
“La ragazza dell’arco, quella della foto, si chiamava Angela Catalani ed aveva solo 17 anni. Il 13 gennaio 1915 a Celano, fra le oltre seicento vittime della furia devastatrice del terremoto, morirono nello spazio di soli 200 metri anche tre giovani donne: Mariannina Letta che abitava a Palazzo Marrama, un edificio ancora oggi esistente a metà di Corso Umberto, Clorinda Scardella, che perse la vita fra le macerie di Palazzo Longo ed una ragazza sconosciuta la cui stanza si trovava su uno degli archi di Supportico Magnante. Mariannina Letta aveva volto e nome, ma la morte le aveva impedito di coronare il suo sogno di sposa e madre praticamente alla vigilia del matrimonio. A Clorinda, invece la sorte devastatrice del sisma, aveva riservato la dannazione della memoria, stampando il suo nome nel ricordo della gente, ma cancellandone per sempre il volto.
Alla ragazza dell’arco, Angela Catalani, la morte aveva concesso di salvare il viso, forse per ergerlo a simbolo della tragedia, ma ne aveva disperso per sempre il nome. Insieme a lei, travolti dalle macerie della casa di Supportico Magnante, persero la vita i suoi tre fratelli, Rosa di 15 anni, Icilio di 13 e Gino di 11. Erano tutti figli di Vinceslao Catalani e di Emma De Mena.
La coppia sopravvisse ai loro figli ed alla violenza del terremoto. Si trasferirono a Roma e non fecero mai più ritorno a Celano. Sono sepolti entrambi nel Cimitero Monumentale del Verano”.
Il Sindaco conclude il suo post pubblicando due immagini: “Fra le due immagini una voragine temporale di 106 anni. Una storia ed una immagine quella di Angela Catalani che in pochi conoscono e che lo studio profondo del nostro appassionato concittadino Mario Cantoresi ha riportato alla luce. Dallo studio della storia deve nascere la volontà dell’uomo di evitare che quello che è accaduto si ripeta ancora”.