1 persona su 5 a rischio povertà, 1 su 10 costretta a chiedere prestiti: Italia tra le peggiori in Europa, allarme giovani

L’Italia si trova attualmente a fronteggiare una crisi economica che colpisce una parte significativa della sua popolazione. Secondo i dati più recenti forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), oltre 13 milioni di italiani, corrispondenti a più di un quinto della popolazione, sono a rischio di povertà o esclusione sociale. Questo dato, che si attesta al 23,1%, è un indicatore allarmante della crescente vulnerabilità economica delle famiglie italiane.

INDICATORI DEL DISAGIO ECONOMICO

Il concetto di rischio di povertà è complesso e si basa su tre indicatori principali:

  1. Rischio di povertà: Si riferisce a quelle famiglie il cui reddito netto equivalente è inferiore al 60% del reddito mediano, fissato a 12.363 euro all’anno per un adulto singolo. Questo significa che circa 11 milioni di persone vivono in condizioni di precarietà economica, senza la possibilità di risparmiare o di affrontare spese impreviste. Il reddito netto equivalente viene calcolato dividendo il reddito della famiglia per un coefficiente che varia a seconda del numero e dell’età dei componenti, consentendo così un confronto tra famiglie diverse per numerosità e composizione.
  2. Grave deprivazione materiale e sociale: Colpisce oltre 2,7 milioni di persone, che non possono permettersi beni e servizi essenziali, come il riscaldamento della casa o una connessione a Internet. Per essere considerati in grave deprivazione, le persone devono presentare almeno sette segnali su tredici definiti a livello europeo, come non poter sostenere una spesa imprevista o non avere accesso a due paia di scarpe in buone condizioni.
  3. Bassa intensità di lavoro: Riguarda più di 3,87 milioni di persone che vivono in famiglie in cui i membri hanno lavorato meno di un quinto del tempo potenzialmente disponibile nell’anno precedente. Questo dato è in aumento, colpendo in particolare le famiglie monogenitore e i giovani, con un incremento significativo tra le persone sole con meno di 35 anni.

DISUGUAGLIANZE ECONOMICHE

Le disuguaglianze economiche in Italia sono in aumento, con una distanza crescente tra le famiglie più abbienti e quelle meno abbienti. Un recente studio ha rivelato che il primo gruppo ha un reddito cinque volte e mezzo superiore a quello dell’ultimo gruppo. Questo divario è particolarmente evidente nelle regioni del Sud, dove il tasso di povertà raggiunge il 39,2%, rispetto all’11,2% del Nord Est. Inoltre, l’indice di Gini, utilizzato per misurare le disuguaglianze, mostra che queste sono aumentate a livello territoriale, con una diminuzione solo nel Nord Est.

CAUSE DEL DISAGIO ECONOMICO

Le cause del disagio economico sono molteplici e includono:

  • Lavoro discontinuo o a bassa retribuzione: oltre il 21% dei lavoratori italiani è a rischio di povertà, con una maggiore incidenza tra donne, giovani sotto i 35 anni, stranieri e persone con bassa istruzione. Questo significa che, nonostante il lavoro, molte famiglie non riescono a raggiungere un livello di reddito sufficiente a garantire una vita dignitosa.
  • Famiglie numerose con un solo percettore di reddito: Questa situazione è particolarmente critica, poiché le spese quotidiane non permettono alcuna forma di risparmio. L’inflazione, che continua a erodere il potere d’acquisto, aggrava ulteriormente la situazione, rendendo difficile per le famiglie far fronte a spese impreviste.

PRESTITI

Nel 2023, oltre 9,7 milioni di cittadini hanno chiesto prestiti o aiuti economici, con una prevalenza tra gli stranieri e i giovani. La maggior parte di queste richieste è rivolta a familiari, seguita da banche e istituzioni finanziarie. È preoccupante notare che circa 20.000 persone che hanno ottenuto prestiti hanno subito minacce o violenze da parte di chi glieli ha concessi, evidenziando un lato oscuro della crisi economica. Inoltre, il 16% delle persone ha chiesto aiuto a più di un soggetto, mostrando la complessità della rete di supporto necessaria in queste situazioni.

CONFRONTO IN EUROPA

L’analisi mette in evidenza che l’Italia si colloca tra i paesi con una quota significativa di persone in situazioni di disagio economico, peggio di nazioni come Bulgaria e Romania. La media europea di persone a rischio di povertà è del 21,3%, mentre l’Italia si attesta al 22,8%. Questo posizionamento evidenzia la necessità di politiche più efficaci per affrontare il problema del disagio economico.

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