Scurcola Marsicana – LaCittàBiodiversa #OsteriaFuturo in collaborazione con l’Ass. Cult. Tempi Moderni Ist. di Ricerca MondiVivo, presentano “Gusti d’Infanzia: Gusti Biodiversi”.
Come quando l’Italia era una SuperPotenza
● Quando l’Italia era una SuperPotenza, il pensiero svagato e vacanziero, per noi che eravamo bambini, sembrava non finisse mai: giugno →settembre: 120 giorni e forse più. Centoventi giorni di spassi liberi e giocosi vissuti a dar man forte alle nostre mirabolanti avventure, fatte di epiche battaglie guerreggiate con mazzafionne [fionde] di “legno di nocchia” cresciuto come da antiche arti trasmesse; di scalate arrampicate su monti dalle altezze per noi allora rarefatte; di riti di iniziazione per divenirEssere grandi; di partite giocate allenando la capacità di equilibrio nella rincorsa di un pallone rotolante nella più bella piazza declinante dell’universo mondo, quella di Roccacerro; di capanne costruite con arbusti all’occasione tagliati su Monte Bove; di “pascipascoli” montani con al “guinzaglio” i diversi e futuri animali da padella – galline, tacchini, quaglie, maiali, mucche, capre… – ; di….
● E cibi freschi, saporati d’estate, a dare veloce energia a quei giorni in cui il sole non tramontava mai, anche quando lo splendore lucente dei brillamenti di mezzo, giugno e luglio, iniziava a lasciare spazi a linee di luce settembrine più morbide e pastello. Noi si giocava e giocava ancora. E non si rientrava mai se non dopo che le mamme sgolanti spingevano i nostri nomi da “Casarino” e dalle “Muracotti”, giù verso le valli circostanti. Noi si giocava, e si giocava ancora.
Poi l’oggi di tanti anni fa, l’ultimo giorno di settembre: la fine dell’estate allungato e educante. Il domani riapriva infatti la scuola. L’inverno.
● Ho sempre creduto alla santità della mamme – di tutto il mondo –, e alla loro capacità di anticipare quelli che per noi eran accadimenti funesti, il domani…la scuola, anche e soprattutto con sapori di morbidezze flessuose saporate da nettari futuri. E anche in quel giorno lì, fu così, come tanti altri giorni lì di fine estate ed inizio scuola.
● Come un rito di antica memoria, in quel giorno che anticipava di poche ore l’inizio dell’anno scolastico, mia madre addolcì le prelibatezze serali, coccolando i nostri pensieri sui giorni futuri fatti di ore e compiti da fare a casa. Avevo sei anni, e quella sera per la prima volta ebbi contezza dell’arrivo del nuovo mondo: “Filini in minestra, modernizzati dal Formaggino Mio nutrito con Parmigiano e Olio nostrano”. Mai la fine della nostra estate poteva più bella.
● E da lì, per tutte le altre sere del lungo inverno fu la festa, con la lingua che riusciva a trovare la sua emozione: “Filini in minestra, modernizzati dal Formaggino Mio nutrito con Parmigiano e Olio nostrano”. Era il 30 settembre 1972. E il mondo per me non più mai lo stesso.
● Nella crescita della mia capacità di gusto, non ho mai dimenticato quella sera, quello che assaggiai. E non fa nulla se poi capii che mia madre aveva negli anni, per noi tutti, cucinato quel piacere impiacentito per i ritorni a scuola dei miei fratelli più grandi. Non fa nulla. Le mie memorie dei “Filini in minestra, modernizzati dal Formaggino Mio nutrito con Parmigiano e Olio nostrano”, o “½ Capellini” come li nominavo, hanno inizio quella sera lì, una sera del’72. E a quella sera sono da sempre tornato per recuperare quel gusto nella prospettiva di trasmetterlo alle generazioni future in tutta la sua complessità culturale, innanzitutto attraverso il lavoro sulle paste realizzate con i grani antichi d’Abruzzo, i nostri grani: “Gusti d’Infanzia / Gusti Biodiversi”
● Ed allora questa sera, così come le tante e analoghe sere spadellanti della mia vita da CuocoCustode, ecco nuovamente quella minestrina che tanto riscaldava i freddi dell’inverno in arrivo: “½ Capellini in minestra, con farine di 4 grani antichi d’Abruzzo, modernizzati dal Mio Formaggino Mio nutrito con Parmigiano e Olio nostrano: Coccole di Sapore”.
Da Primo Manifesto della Cucina Liberata – segmento settembre 2023,
di Mario Iacomini