San Benedetto dei Marsi – Tra i vari amministratori e cittadini che, in queste ore, stanno esprimendo la loro incredulità e il loro dispiacere per la morte dell’orsa Amarena, uccisa da un uomo di San Benedetto dei Marsi con un colpo esploso dal suo fucile da caccia, merita uno spazio particolare la riflessione del Sindaco del paese marsicano in cui è avvenuta la tragedia, Antonio Cerasani.
Il primo cittadino di San Benedetto dei Marsi ha condiviso una nota attraverso la quale esprime tutto il suo sgomento: “È difficile trovare le parole giuste in questi momenti. Siamo affranti e immensamente dispiaciuti per l’infausto epilogo delle incursioni notturne dell’orsa “Amarena”. Una pagina triste per la nostra comunità. L’orso rappresenta il simbolo del Parco Nazionale D’Abruzzo, della nostra Regione“.
“In queste ore” spiega Cerasani “gli organi preposti stanno ricostruendo con meticolosità le dinamiche dell’accaduto, l’attenta analisi del fatto servirà a far luce sulla vicenda. Nel frattempo il personale del Parco continua a lavorare al fine di individuare i due cuccioli dispersi. Vi invito a non etichettare una comunità intera. Meditiamo e collaboriamo insieme“.
Un messaggio affranto è anche quello che ha diffuso Antonio Di Santo, Sindaco di Opi, uno dei paesi del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. “Oggi è un giorno molto triste” scrive Di Santo “Nella tarda serata di ieri è stato rinvenuto, in una zona fuori Parco e fuori zona di protezione esterna, il corpo di Amarena, uccisa da un colpo di fucile. Questa è sicuramente una tragedia, un grave colpo alla popolazione dell’Orso Bruno Marsicano. Ora bisogna proteggere i cuccioli rimasti, quei due cuccioli che non hanno più la protezione della mamma e che sono troppo piccoli per potercela fare da soli“.
E così conclude: “Grazie Amarena per averci indicato la strada da percorrere e per aver provato a convivere con gli umani, quegli umani di cui ti fidavi e che ti hanno uccisa. Questo atto folle non deve far tramontare la speranza che la convivenza sia possibile, tanto è stato fatto e tanto ci sarà ancora da fare, evidentemente, ma non dobbiamo arrenderci altrimenti l’Orso da solo non ce la farà a salvarsi. La sua sopravvivenza dipende da tutti noi!“.