Terremoto in Turchia e Siria, aggiornamenti dell’INGV: “Oltre 25.000 vittime, più di 11.300 edifici crollati e 2000 repliche registrate”

A 5 giorni dal terremoto che il 6 febbraio 2023 ha colpito la Turchia e la Siria con una magnitudo pari a 7.9 (stima INGV; 7.7 secondo la stima dell’AFAD; l’AFAD è l’Autorità e la Presidenza di Gestione dei Disastri e delle Emergenze del Primo Ministro della Repubblica della Turchia, in pratica la Protezione Civile della Turchia) si rendono disponibili nuove informazioni. Il terremoto è avvenuto alle ore 4:17 della Turchia (le 2:17 in Italia; ore 1:17 GMT) ad una profondità di 7 km secondo il rapporto dell’AFAD ed è stato fortemente avvertito nelle 10 province meridionali del Paese, nonché nelle vicine Siria e Libano, come è evidenziato dalla mappa dei risentimenti prodotta da EMSC-CSEM (Centro Sismologico Euro-Mediterraneo di Strasburgo) con le segnalazioni ricevute via web o smartphone.

Il terremoto è stato avvertito a grandissima distanza, fino in Israele, nel nord Iraq, in Romania. Secondo le informazioni disponibili alle ore 17, riportate dal sito della BBCil terremoto ha provocato oltre 25000 vittime in Turchia e Siria. Le stime sui danni parlano di oltre 11300 edifici crollati (totalmente o parzialmente). Purtroppo queste stime sono destinate a salire.

Dopo l’evento principale sono state finora localizzate oltre 2000 repliche (vedi Fig. 2); tra queste la più forte (avvenuta su un’altra faglia) è quella che si è verificata alle ore 11:24 (ora italiana) e ha avuto magnitudo 7.5; altre due scosse rilevanti hanno avuto magnitudo superiore a 6.0. Informazioni aggiornate in tempo reale si possono trovare sia sul sito dell’AFAD (https://deprem.afad.gov.tr/last-earthquakes.html) che su quello di Koeri (http://www.koeri.boun.edu.tr/scripts/lasteq.asp). Le distribuzione delle repliche dei due terremoti avvenuti con la M7.7 (segmento Pazarcik, Erkenek e Amanos della faglia Est Anatolica) e M7.5 (segmento Surgu della faglie Est Anatolica) dimostrano che la frattura si è propagata per centinaia di chilometri.

L’evento principale del 6 Febbraio è stato registrato da 292 stazioni accelerometriche gestite dall’AFAD entro 470 km dall’epicentro (Figura 3). La stazione più vicina all’epicentro (circa 14 km di distanza) ha registrato un’accelerazione orizzontale del suolo di picco di 0.59 g (sulla componente nord-sud; g è l’accelerazione di gravità: 1g = 981 cm/s2). La mappa della pericolosità sismica della Turchia, entrata in vigore nel 1966, è stata recentemente aggiornata dalla Presidenza della Direzione dei Terremoti dell’AFAD ed è entrata in vigore il 1° gennaio 2019

Fonte: INGV

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