Avezzano. C’è anche il controllo dell’inquinamento dei fiumi nelle competenze affidate da Regione e Provincia alla polizia provinciale aquilana. Dopo due anni di “affanni” causati da tagli continui, dal ridimensionamento delle deleghe e dalla riorganizzazione del personale, torna “operativa” la polizia provinciale.
Solo da qualche settimana la Regione ha firmato l’accordo con la provincia per avvalersi degli agenti della polizia provinciale che ora più che mai si occuperanno di monitorare il territorio a contrasto della caccia e della pesca di frodo, della raccolta indiscriminata dei tartufi e in generale dell’Ambiente.
Dopo una campagna massiccia che ha previsto l’abbattimento selettivo dei cinghiali, che continua nelle zone individuate come più critiche, la polizia provinciale sta per avviare un imponente lavoro che sarà quello della mappatura degli scarichi nei fiumi. Perché il sospetto, che ormai non è più nemmeno tanto sospetto, è che l’inquinamento nel fiume Pescara, arriva anche da suoi affluenti che attraversano la Valle dell’Aterno e della Valle del Sagittario. Cosa si scarica nei fiumi? Cosa passa per gli scarichi domestici e cosa per quelli industriali? Cosa entra nei fiumi e arriva fino al mare?
E’ questo il lavoro che sarà presto avviato dalla polizia provinciale aquilana.
Intanto ancora non si conosce l’esito di un’altra imponente inchiesta aperta dalla procura della Repubblica di Avezzano, la cui delega alle indagini era a carico proprio della polizia provinciale. E quella sulla depurazione delle acque. Pagata regolarmente dai cittadini nelle fatture al Consorzio acquedottistico marsicano ma che per anni si teme non sia stata fatta secondo le regole.