Avezzano – Se qualcuno volesse misurare realmente le distanze fra l’Europa della burocrazia e l’Europa dei popoli e dei giovani, dovrebbe riflettere su ciò che è accaduto ad Avezzano e nella Marsica nella scorsa settimana.
Grazie allo scambio culturale dal titolo L’acqua: sorgente di amicizia organizzato dalle professoresse Bianca D’Amore e Emese Erhardt, una delegazione di ventidue studenti del Liceo Gellert di Budapest, accompagnati dalla suddetta professoressa e dal professor András Pethő, sono stati accolti nell’Istituto d’Istruzione Superiore Galilei, diretto dal Professor Corrado Dell’Olio ed ospitati nelle famiglie dei loro coetanei marsicani .
La concreta riuscita dell’evento è stata resa possibile anche grazie alla generosità degli sponsor, la Polisportiva atletica Capistrello, la Kromoss, la Dolciaria Cerasani, Casette di legno di Graziano Fellini, Malandara – Strumenti musicali.
I giovani studenti ungheresi insieme a quelli marsicani sono stati ricevuti nella suggestiva cornice dell’Aula consigliare del Comune di Avezzano dal Sindaco Gianni Di Pangrazio e dal Presidente del Consiglio Domenico Di Berardino e presso il Comune di Celano, dove gli Assessori Eliana Morgante ed Ezio Ciciotti hanno fatto gli onori di casa.
Particolarmente interessante il percorso turistico che il Preside Abramo Frigioni , presidente dell’Associazione culturale “Il tenente dimenticato…una storia, tante storie ha elaborato per gli ospiti. I ragazzi hanno partecipato a lezioni , visitato luoghi, tra cui Pescara, non sono mancati momenti di convivialità e divertimento.
Il prossimo 17 novembre gli alunni del Galilei , accompagnati dalle professoresse Bianca D’Amore e Sonia Cherubini si ritroveranno con i loro nuovi amici a Budapest.
L’organizzazione dell’evento ha trovato fondamento grazie al libro “Il Tenente dimenticato” dello scrittore celanese Mario Cantoresi in cui si narrano le vicissitudini del tenente marsicano Filippo Cavassini, morto a Budapest durante la prima guerra mondiale
Nel libro esiste un dialogo tra Filippo e Edina, l’infermiera ungherese che lo ha assistito nei suoi ultimi giorni che racchiude la dimensione del rapporto fra gli uomini e l’acqua.
“Le persone sono come le gocce d’acqua del grande fiume Filippo, passano, ci bagnano e poi vanno via.
Lo fanno per lasciare il posto ad altre gocce d’acqua… ma il Danubio che scorre davanti a noi è sempre lo stesso, non cambia mai perché conserva le anime ed i ricordi di tutti coloro che lo hanno fatto esistere”.
È questo il senso di tutto: gli uomini come le gocce d’acqua.
Milioni di universi, diversi ma inscindibilmente uniti l’uno all’altro dell’elemento vitale per eccellenza: l’acqua.
È stato questo il senso dello scambio:
Budapest e la Marsica unite cento anni fa da due giovani, un soldato ferito ed un’infermiera innamorata.
Questo è il segreto dello scorrere delle acque: il saper fermare il tempo ed unire i sogni degli uomini.
Oggi i nostri ragazzi s’incontrano con i loro coetanei ungheresi… cento anni dopo, nel segno di un grande fiume e di un lago sparito, hanno portato a compimento un sogno che a quegli antichi ragazzi non fu possibile vivere.
I ragazzi protagonisti dello scambio hanno intrecciato un bellissimo rapporto di amicizia, le famiglie ospitanti hanno dimostrato grande disponibilità e, al momento dei saluti non è mancata qualche lacrima. Il prossimo 17 novembre gli alunni del Galilei , accompagnati dalle professoresse Bianca D’Amore e Sonia Cherubini si ritroveranno con i loro nuovi amici a Budapest.