La rinnovata consapevolezza della fragilità e vulnerabilità dell’uomo contemporaneo messa in evidenza dalla pandemia da “coronavirus” predispongono all’esercizio della carità come amore fraterno e operoso.
Celebrare domenica 14 novembre 2021 la quinta giornata mondiale dei poveri, che Papa Francesco ha dedicato al tema “I poveri li avete sempre con voi” (Mc.14,7), richiama ad “Un’ecologia integrale” che ci invita ad ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dell’uomo oppresso da varie forme di povertà materiale, spirituale, psicologica e affettiva. Avere “Misericordia” per il dolore del prossimo significa, come diceva San Tommaso D’Aquino, avere a cuore il misero ed essere nel cuore del misero.
Torna allora utile riflettere, nella postmodernità, sull’importanza di tutelare i diritti fondamentali di ogni individuo creando una nuova mentalità caratterizzata, nella fluidità del pensiero globale, da apertura, accettazione ed inclusione. Credere nella giustizia è una “provocatio” alla denuncia chiara ed incondizionata sull’emarginazione e sulle mostruose contraddizioni, che la nostra società avanzata ed ipertecnologica produce.
Nell’orizzonte cosmico di un nuovo umanesimo la generosità civica come volontariato ha la funzione di rivitalizzare la prossimità come sensibilità e disponibilità tramite relazioni amicali e solidali per rendere migliore la vita di chi è meno fortunato. Soprattutto i giovani devono essere educati alla solidarietà che in una società distratta e disperata è portatrice di speranza e di senso nella gioia del donare.
Sono convinta che la vita sia un dono d’amore per se stessi e per gli altri generata da motivazioni che si formano fin dai banchi di scuola, dove la poesia dovrebbe avere un posto di tutto rispetto perché espressione artistica che parlando al cuore e alla mente, “commuove” ossia muove ad agire nella ricerca del “Bene”.
Lasciatemi concludere con un’affermazione di Paul Eluard: “Noi non verremo alla meta ad uno ad uno, ma a due a due, perché, se ci conosceremo a due a due, noi ci conosceremo tutti e ci ameremo tutti e i nostri figli rideranno della leggenda nera, dove un uomo lacrima in solitudine”.
La tua mano stanca.
La tua mano stanca
Lascia cadere sogni leggeri
Colmi d’emozioni ricolme
D’immenso
Ed io li raccolgo per te
Come fossero fragili
Fiori di prato perché
Ne avrai bisogno per lottare.
Al riparo del sole poni
I tuoi pensieri di speranza
Ed io scruto la penombra
Per percepirli con altri sensi
Affinché venuti alla luce
Possano farti comprendere
La forza del tuo coraggio.
I tuoi passi misurati guidano i miei
Talvolta frettolosi
Verso sentieri lastricati d’oro.
Quando ti sembrerà di essere giunto
Al di là del possibile
Dove la paura t’assale vestita del vuoto
Dammi la mano e stringi la mia
Così insieme potremo costruire
Un mondo d’amore
Da vivere toccando oltre ogni muro
Sulla tenera carezza del cuore
Fraterno abbraccio.