Marsica – Tre giorni di eventi, piazze gremite, laboratori, mercati e spettacoli: MarsicaLand 2025 ha superato ogni aspettativa, consacrandosi come nuovo appuntamento identitario della Marsica. Il gran finale con il Corteo dei Marsi ha trasformato Avezzano in un teatro a cielo aperto, tra costumi, suoni e storia rivissuta. Dai discorsi del sindaco Gianni Di Pangrazio, del vicepresidente della provincia Gianluca Alfonsi, del vicepresidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente e del direttore scientifico Ernesto Di Renzo è emersa una visione comune: una Marsica fiera delle sue radici, pronta a unirsi e a guardare con orgoglio al futuro.
Per tre giorni la Marsica ha respirato la sua storia, l’ha messa in scena, l’ha fatta rivivere attraverso le piazze, i laboratori, gli stand del gusto, le musiche e i costumi. MarsicaLand 2025 ha unito tradizione, cultura e partecipazione popolare come mai prima d’ora, trasformando Avezzano e i comuni circostanti in un grande teatro diffuso. Un crescendo che ha trovato la sua apoteosi domenica sera, con il Corteo dei Marsi, una rievocazione imponente e vibrante che ha fatto sfilare, per le vie della città, l’orgoglio e l’identità di un intero territorio.
Il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, ha voluto sottolineare la portata storica dell’evento, parlando non solo di festa, ma di un vero atto collettivo di memoria e responsabilità. «Abbiamo detto sì alle nostre radici, abbiamo detto sì alla nostra storia e al nostro territorio». Nel suo intervento il sindaco non ha dimenticato di esprimere gratitudine verso chi ha reso possibile la manifestazione: ha ringraziato tra gli altri i figuranti, gli organizzatori, il professor Ernesto Di Renzo, tutti i colleghi sindaci presenti, il vicepresidente della Provincia Gianluca Alfonsi, Pamela che ha favorito l’iniziativa, l’Unione dei Comuni, le autorità presenti, il Presidente del Tribunale, il direttore artistico Giuliano Montali, il coordinatore artistico maestro Gabriele Ciaccia e Rosa, che si è occupata con dedizione dei costumi storici. Un elenco di nomi che testimonia la coralità di un progetto costruito insieme, dove ogni contributo ha trovato riconoscimento pubblico.
Il primo cittadino ha ricordato che il cammino della Marsica affonda in vicende che hanno segnato la storia universale: l’opera dei Cunicoli di Claudio, che ha tentato il prosciugamento del Fùcino, fino all’intervento del Principe Torlonia nell’Ottocento. «Abbiamo la seconda opera ingegneristica più importante al mondo, e sta nel nostro territorio» ha sottolineato, quasi a voler dire che non si tratta solo di un ricordo lontano, ma di un patrimonio da rivendicare e rilanciare.
L’obiettivo è chiaro: ridare alla Marsica il suo giusto ruolo in Abruzzo e in Italia. «C’è un’emozione diffusa, che lega chiunque pronunci la parola Marsica. È questo sentimento che vogliamo diffondere, per andare sempre più avanti». Le sue parole hanno avuto il tono dell’orgoglio, ma anche della promessa: trasformare il Corteo dei Marsi in un appuntamento stabile, capace di dare dignità e visibilità a un popolo troppo spesso dimenticato.
Il vicepresidente della Provincia dell’Aquila, Gianluca Alfonsi, ha regalato uno dei passaggi più intensi della serata, con un discorso che ha fatto vibrare la piazza di emozione e orgoglio. «È uno spettacolo vedere la Marsica unita nel suo capoluogo», ha esordito, rivendicando la fierezza di un popolo che non solo riscrive la propria storia, ma la onora.
Alfonsi ha voluto ricordare che i Marsi non sono soltanto il popolo dei “cafoni” — termine con cui venivano definiti con disprezzo i contadini del Fùcino — ma anche protagonisti di una storia di cultura, sudore e fatica che ha dato all’Italia menti illuminate e contributi straordinari. «Viva i nostri cafoni, perché grazie a loro la Marsica ha generato grandi intellettuali, ma ricordiamo anche che questa è terra di cultura, di Silone, di Mazzarino, di Croce».
Il richiamo più forte è stato quello all’unità: «Abbattiamo i campanilismi, torniamo a essere come fecero i Marsi contro i Romani: un unico popolo in grado di farsi rispettare». Un invito a superare divisioni, a ritrovare compattezza, a rendere la Marsica protagonista non più divisa ma unita. Citando Mandroni, Alfonsi ha chiuso con una frase che è diventata monito: «Non tutto ciò che viene dopo è progresso: lo diventa solo se lo ancoriamo alla nostra storia». La piazza, in piedi, lo ha accompagnato in un applauso che sapeva di condivisione profonda.
Il direttore scientifico di MarsicaLand, Ernesto Di Renzo, ha offerto una riflessione che ha allargato i confini della serata, collegando la rievocazione storica a un progetto di crescita civile e culturale. «Non è un’operazione nostalgica, ma una missione, un’utopia che ci consente di guardare con più forza e più orgoglio al futuro» ha spiegato.
Per Di Renzo, MarsicaLand non è soltanto un festival ma un percorso educativo: «È un dispositivo pedagogico che ci racconta e ci dice chi siamo e chi dobbiamo essere». Ha ricordato come la Marsica non debba rimanere quel “volgo disperso” evocato da Manzoni, ma diventare una comunità consapevole, capace di superare i campanili per riconoscersi in un’unica parola: Marsica.
Particolare attenzione è stata rivolta ai giovani e alle scuole che hanno animato i laboratori e i convegni: «Sono loro il futuro, ed è a loro che consegniamo il senso di questa manifestazione». Per Di Renzo, l’agroalimentare, i saperi tradizionali e la cultura non sono retaggi del passato, ma strumenti di emancipazione, di benessere, di crescita collettiva.
La sua conclusione ha avuto il tono di una chiamata all’impegno: «Solo restando uniti, motivati dal sentimento, dall’empatia e dall’umanità, potremo scrivere il nostro futuro senza lasciare che siano altri a farlo». Parole che hanno dato alla piazza il senso profondo di un percorso appena iniziato.
Una manifestazione che ha già fatto storia
Il Corteo dei Marsi non è stato solo il momento spettacolare della tre giorni, ma la sintesi visiva e simbolica di ciò che MarsicaLand vuole rappresentare: un progetto corale che tiene insieme agricoltura, enogastronomia, cultura e identità. Più di 250 figuranti, provenienti da diversi comuni, hanno fatto rivivere secoli di storia; piazze e strade si sono riempite di colori, suoni e suggestioni; stand e laboratori hanno mostrato il volto vivo di una comunità che sa rinnovarsi.
Dopo il “numero zero” dello scorso anno, questa seconda edizione ha sancito la nascita ufficiale di un appuntamento che si candida a diventare tradizione stabile della Marsica. MarsicaLand non è più un esperimento: è già patrimonio comune, una celebrazione collettiva che unisce il passato e il futuro, le radici e le aspirazioni.




























































































