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Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
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Lo spopolamento dei paesi D’Abruzzo e di Opi

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Dott. Paolo Sante Cervellini
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Lo spopolamento dei centri interni d’Abruzzo, ed anche di OPI, è avvenuto sia nelle campagne che nelle montagne e i censimenti della popolazione parlano chiaro.

L’allontanamento dalle campagne e dalle montagne è stato causa dell’abbandono dei centri abitati.

Se ci addentriamo a ricordare il passato ma, anche il presente, in questi paesi, i grandi vuoti, si toccano con mano,( esclusa la stagione estiva); ci accorgiamo  che alcune case presentano muri cadenti, per la verità ad OPI una sola casa è diruta, ci accorgiamo che molte delle case sono disabitate, ( e questo è anche il caso di OPI) e il silenzio delle strade viene interrotto oggi, dai pochi bambini che giocano per strada , ieri da qualche zoccolo di mulo che trasporta legna da ardere o sacchi pieni grano  per andare alla mola  e si notava e si nata  il forestiero che transitava nelle strade  del centro e (una volta le persone) si incuriosivano oggi non più ,dalla presenza di un estraneo che transitava e transita, nelle vie del paese.

Un tempo, In molti paesi buona parte degli uomini lavorava fuori, nelle montagne e nelle campagne, ed altri lavoravano nei centri viciniori più importanti e tornavano a casa la sera o a fine settimana se non proprio dall’autunno alla primavera per i pastori e i mulattieri.

I nostri paesi, una volta chiamati villaggi, ora chiamati borghi, sono rimasti li senza sportarsi, eccetto qualcuno che è sceso a valle, almeno in parte, e le abitazioni, le case disabitate aspettano il ritorno, ritorno che non ci sarà, ma intanto continuano a realizzarsi case, appartamenti, da vendere ai turisti.

Chi manterrà le case dei nostri nonni, dei nostri padri, quando non ci sarà più nessuno?

Ben vengano i turisti, a rianimare, i nostri piccoli paesi, ma facciamoli venire durante tutto l’anno, rispettando naturalmente le nostre tradizioni i nostri usi e costumi, il nostro dialetto o “parlatura” che anch’essi rischiano di scomparire, con il passare degli anni.

Qualche anno addietro sulla prima pagina de “IL BORGHETTO” titolavo un mio articolo: “Viva l’estate abbasso l’estate” e mettevo in evidenza il perché del viva e il perché dell’abbasso (Il Borghetto n.28 del 1998).

Oggi però, da quella data, son passati 19 anni e quelle cose si sono aggravate, o meglio sono cambiate.

Quello che è più evidente è il calo della popolazione, che all’epoca era di circa 620 abitanti e parli di OPI, ora ne siamo 420 e poi siamo divisi tra OPI alta e OPI bassa, passatemi questi termini, mentre invece la struttura urbana di OPI alta potrebbe contenere almeno 1.500 persone, senza contare la parte bassa.

L’Agostinone parlando di OPI e di PESCASSEROLI, nel suo libro: “Viaggio agli altipiani d’Abruzzo” agli inizi del 1900” diceva che” OPI non è scesa come la vicina Pescasseroli”; l’Agostinone non poteva sapere che, un giorno, sarebbe scesa a valle anche OPI, anche se solo in parte.

E’ vero, la discesa a valle di parte del paese, ha avuto inizio con il terremoto del 1915, quando vennero costruite le casette asismiche, per quelle persone di OPI, che ne avevano bisogno, oggi invece per motivi differenti.

Molte case, sono state vendute ai turisti, sia in centro che a valle, molte sono chiuse e altre sono in vendita.

Naturalmente lo spopolamento non interessa solo OPI, interessa tutti i paese dell’interno del nostro Abruzzo, ma anche altri paesi di altre Regioni Italiane.

E questa come la chiamiamo? Emigrazione? Ma l’emigrazione non c’era stata già prima dell’unità d’Italia? con una massiccia emigrazione oltre Oceano, ma dopo anche oltre Alpi e poi tutti gli Opiani con le loro famiglie sparsi per la nostra amata Patria?

Mi chiedo: Perché se ne sono andati?

Non certo per vana gloria, non certo perché non gli piaceva il proprio paese; se ne sono andati perché non hanno trovato lavoro, e per campare occorre lavorare, guadagnare per portare avanti la famiglia.

Se poi andiamo a vedere le cause più adattabili al nostro paese ci accorgiamo che con la scomparsa della economia AGRO-SILVO- PASTORALE che ha dato da mangiare ai nostri nonni e padri, questa economia, anche se con modeste entrate e con un modesto tenore di vita, piena di sacrifici li ha fatti rimanere a vivere nelle proprie case, mentre oggi, che le cose sono cambiate  con una ECONOMIA TURISTICA, che doveva portare un miglioramento della condizioni economiche, anche se il miglioramento , pure c’è stato, l’emigrazione non si è arrestata  e la popolazione  continua a diminuire.

OPI LI 15 SETTEMBRE 2017

ANDREA DI MARINO

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