Il prezioso polittico di Jacobello del Fiore torna nella sua chiesa dopo un laborioso restauro

Il prezioso polittico di Jacobello del Fiore torna nella sua chiesa dopo un laborioso restauro||
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Abruzzo – Un restauro lungo e laborioso durato circa quattro anni anche a causa della pandemia. Oggi, 12 Settembre 2023, la cerimonia ufficiale per la riesposizione al pubblico nel Duomo di Teramo. Torna quindi alla collettività il prezioso e antico polittico di Jacobello del Fiore restaurato. 

“La riconsegna alla comunità del Polittico di Jacobello del Fiore, fa sì che un’opera d’arte così significativa per l’identità cittadina, torni ad essere patrimonio pubblico, oltre che culturale e religioso. Teramum, come dipinta nella miniatura al centro della predella, è mirabilmente sintetizzata nella sua più nota rappresentazione di città tra due fiumi, custodita e omaggiata dalle autorità religiose e civili. Nel solco di questo insegnamento figurativo, proteggiamo ancora, oggi e domani, la nostra città”.  Con questa dichiarazione il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, saluta la riconsegna ufficiale alla cittadinanza.

Il polittico, opera matura del maestro veneziano Jacobello del Fiore, venne commissionato, probabilmente tra il 1407 e il 1410 per la chiesa teramana di Sant’Agostino ove rimase sull’altare maggiore fino al secolo XVII, solo dopo varie vicissitudini e dopo aver subito pesanti interventi di restauro è stato portato nella cattedrale.

Il polittico è composto da sedici tavole, disposte su due registi, raffiguranti sei santi a figura intera nel registro inferiore, collocati accanto alla grande scena centrale dell’incoronazione della Vergine Maria, e sei a mezzo busto nel registro superiore, disposti alla destra ed alla sinistra del Cristo dei dolori, quest’ultimo collocato centralmente nella parte superiore. La scena principale, come detto, è costituita dall’Incoronazione della Madonna: Cristo seduto in trono, in mezzo a due schiere di angeli, poggia la corona sul capo della Vergine. Nella parte centrale, in basso è rappresentata la più antica veduta della città di Teramo, identificabile dall´iscrizione Teramum e perché posta tra due fiumi.

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